Constant de Rebecque, Benjamin-Henri

Dizionario di Storia (2010)

Constant de Rebecque, Benjamin-Henri


Politico e scrittore francese (Losanna 1767-Parigi 1830). Studiò a Oxford, Erlangen, Edimburgo. Le dottrine del liberalismo classico della prima metà dell’Ottocento hanno nel giovane C. una elaborazione quasi compiuta: la fondamentale esigenza del rispetto dell’individuo come centro di valori si svolge in C. (legato, anche politicamente, a madame de Staël) nella richiesta di un organismo politico che equilibri la libertà all’autorità, anticipando così il juste milieu del posteriore liberalismo francese. Fuori di esso, sono i due opposti estremismi dell’anarchia e della dittatura militare: lo prova l’esperienza della Rivoluzione francese (di essa C. accetta con la Staël l’istanza liberale) nella quale l’anarchia del Terrore scivola inevitabilmente nella tirannide napoleonica (Des réactions politiques, 1797; Des effets de la Terreur, 1797). E C., che propone la necessità di sostenere il Direttorio per assicurare la forma richiesta di equilibrio politico, e stabilisce rapporti con Napoleone (dopo il 18 brumaio è nominato tribuno), non risparmia al nuovo dominatore critiche aspre e nel 1803, già escluso dal tribunato, segue la Staël nell’esilio. In esilio scrive (1813) De l’esprit de conquête et de l’usurpation, in cui la lotta contro le tirannidi prima che contro il tiranno è riaffermazione degli ideali di moderata libertà, di cui C. trova il prototipo nella Costituzione e nella vita politica inglese. Tornato in Francia nel 1814, C. postula per il Paese un sistema di governo ispirato appunto alla Costituzione inglese (Réflexions sur les constitutions, 1814) e si fa animatore di una campagna per la libertà di stampa. Durante i Cento giorni aderisce a Napoleone, e alla seconda Restaurazione deve passare in Inghilterra. Tornato di nuovo in Francia (1817), stampa – con saggi antichi e nuovi – il celebre Cours de politique constitutionnelle (1817-1820) e poi (1829), a chiusura di una clamorosa attività pubblicistica, i Mélanges de littérature et de politique, con la luminosa introduzione in cui sono esposti i principi del liberalismo costituzionale. Dopo la rivoluzione del 1830, Luigi Filippo lo nominò presidente del Consiglio di Stato.

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