COPPOLA, Francesco, conte di Sarno

Enciclopedia Italiana (1931)

COPPOLA, Francesco, conte di Sarno

Giuseppe Paladino

Nacque a Napoli, verso il 1420. Ereditò la fortuna del padre, fabbricante di sapone e appaltatore della vendita del sale a Napoli, e l'accrebbe di molto. Oltre alle saponerie, infatti, egli aprì in Sarno una cartiera, impiantò una fonderia, creò una fabbrica di panni e altre di drappi e di broccati, ottenne di poter sfruttare le miniere di allume nell'isola d'Ischia e quelle di oro e di piombo esistenti a Longobucco in Calabria. Trafficò in questi e in altri prodotti e specialmente in armi e munizioni e in arnesi marinareschi. Le navi del C. correvano da una parte all'altra il Mediterraneo, poiché egli aveva interessi e crediti negli scali di Levante e di Ponente. Per grandeggiare e nobilitare il casato, si procacciò pubblici uffici e cariche, come quelle di governatore, castellano e capitano di Castellamare e d'Ischia, di doganiere del maggior fondaco e della dogana di Napoli e, infine, di maestro portolano generale del regno. Oltre a ciò dava in prestito danaro ai nobili e alla corte, allestendo navi a proprie spese per quest'ultima. Con tal mezzo il C. legava a sé re, signori e popolo e provvedeva anche ai suoi interessi. Desideroso di essere chiamato nobile, si diede ad acquistare feudi, e, fra gli altri, quello importantissimo di Sarno. Sembra che s'inducesse a partecipare alla congiura contro re Ferdinando proprio per difendere il suo possesso di Sarno dalla bramosia della Corte. Probabilmente, nel conflitto scoppiato tra il baronaggio e gli Aragonesi, il C. volle giocare a partita doppia e mostrarsi solidale coi congiurati, nel tempo stesso in cui continuava a servire il re, che, pur utilizzandone l'aiuto nella lotta contro i congiurati e concedendogli in compenso il titolo di grande ammiraglio del regno, non gli perdonò di essersi impegnato per iscritto (10 ottobre 1485) a stare coi ribelli. Il 23 agosto 1486 l'Aragonese lo fece arrestare. Il C. fu processato, condannato alla pena capitale e alla perdita del grado e dei beni. Fu decapitato l'11 maggio 1487.

Bibl.: L. Volpicella, Regis Ferdinandi I Instructionum Liber, Napoli 1916; G. Paladino, Per la storia della congiura dei baroni, in Arch. stor per le provincie nap., n. s., V-IX (1920-25).

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