COREA

Enciclopedia Italiana - IV Appendice (1978)

COREA (XI, p. 378; App. I, p. 469; II, 1, p. 697; III, 1, p. 435)

Costantino Caldo
Valerio Anselmo

Il lungo periodo di pace successivo alla guerra del 1950-53 e il clima di distensione internazionale degli ultimi anni non hanno allentato la rigorosa separazione fra i due stati coreani, malgrado le conversazioni tendenti all'unificazione, intervenute dal luglio 1972. Il confine rigido ha continuato a favorire lo sviluppo economico e politico autonomo dei due stati: quello settentrionale (Repubblica popolare democratica di Corea: Chosŏn minjujuŭi inmin konghwaguk) a struttura socialista, legato alla Repubblica popolare cinese e all'Unione Sovietica; quello meridionale (Repubblica di Corea: Taehan min'guk), basato sul capitalismo privato, legato agli Stati Uniti e al Giappone.

Corea del Nord. - La struttura politica è basata sulla costituzione del 27 dicembre 1972, che sostituisce la precedente del 1948 e prevede un'Assemblea popolare di 541 membri. Come in altri paesi socialisti, il potere è nelle mani del partito politico dominante, il Partito Coreano dei lavoratori, che ha 1,5 milioni di iscritti. La popolazione è valutata (1971) intorno ai 14,3 milioni di ab., con un ritmo d'incremento annuo del 2,8%; la densità è di 83 ab. per km2 sulla superficie di 120.538 km2. L'aggregato urbano della capitale P'yŏngyang conta circa 1,5 milioni di ab.; altre città importanti sono il porto di Chungjin, con 200.000 ab. e Kaesong (Gaesong). Il livello sociale è cresciuto; il settore educativo è curato particolarmente e dall'anno 1972-73 la scuola dell'obbligo ha la durata di 10 anni.

L'economia è stata indirizzata secondo un processo di pianificazione non rigida, con piani di durata diversa. Il primo, un piano triennale (1954-56), tendeva alla ricostruzione dopo la guerra; il secondo era un piano quinquennale (1957-61); il terzo era un piano di 7 anni, esteso nel 1966 fino al 1970 con quattro anni aggiuntivi intesi come "periodo d'industrializzazione". Il corrente piano economico ha la durata di 6 anni (1971-76) e ha come obiettivo principale la conquista delle più avanzate tecnologie e lo sviluppo delle industrie leggere per prodotti di largo consumo. L'agricoltura nord-coreana è stata collettivizzata a partire dal 1953; le cooperative agricole, che erano 16.032 nel 1957, sono state ridotte l'anno successivo a 3843. Le fattorie di stato coltivano solo il 6% dell'arativo, che nel 1963 era di circa 1,9 milioni di ha, per due terzi irrigabili, e pari circa al 16% della superficie territoriale. La produzione principale è quella del riso, la cui coltura copre 700 mila ha e dà un raccolto di poco meno di 30 milioni di quintali. La ricchezza del sottosuolo ha permesso di proseguire lo sviluppo delle industrie, che assorbono il 40% della manodopera. Nel 1972 l'acciaio era una delle produzioni più importanti (2,2 milioni di t), insieme con altri prodotti siderurgici, i tessili e i fertilizzanti.

Corea del Sud. - La struttura politica basata su regolari elezioni è cessata dal colpo di stato militare del maggio 1961; il funzionamento delle istituzioni è avallato dalla nuova costituzione del 1962, modificata nel 1970. La densa popolazione è cresciuta a un ritmo del 2,1% e al censimento del 1970 raggiungeva 31.469.132 ab., con una densità media di 319 ab. sulla superficie totale di 98.479 km2. L'incremento, provocato prevalentemente in passato dall'afflusso di immigrati dal nord, è ora del 2,0% all'anno ed è dato dalla forte natalità e dall'abbassamento della mortalità. La politica demografica iniziata dal governo ha come meta un indice d'incremento naturale inferiore all'1,3% annuo. La concentrazione urbana è già notevole per un paese asiatico, raggiungendo il 41%. La capitale Sŏul costituisce un aggregato urbano di 5,5 milioni di ab.; Pusan conta 1,8 milioni di ab. e altre 16 città superano i 100.000 abitanti.

L'economia è essenzialmente agricola e circa sei decimi dei lavoratori vi sono occupati, malgrado la forte urbanizzazione. La politica agraria seguita tende a rendere autosufficiente questo settore, cercando di raggiungere una crescita produttiva del 10% all'anno, ma la sua importanza sta declinando rispetto al prodotto nazionale lordo, di cui rappresenta solo il 28% (1969). La superficie dell'arativo copre circa un quarto del territorio, per metà coltivato a riso. Questo prodotto, per la sua importanza nel regime alimentare locale, è stato incrementato e ha la sua concentrazione maggiore sul versante occidentale della penisola; il raccolto supera i 40 milioni di quintali. Fra gli altri settori produttivi l'industria stenta ad affermarsi benché sia finanziata anche da forti capitali stranieri. Nel 1968 è stato posto un blocco all'investimento di capitale privato giapponese per il timore di un'eccessiva infiltrazione straniera nell'economia; contemporaneamente il settore terziario si è andato gonfiando in misura sproporzionata.

Bibl.: C. M. Lee, A study of agricoltural regions in South Korea, in Geographia Polonica, XIX (1970), pp. 147-70; D. C. Cole, P. N. Lyman, Korean Development, Cambridge (Mass.) 1971; P. M. Bartz, South korea, Oxford 1972; J. Suret Canale, Le développement économique de la République Populaire Démocratique de Corée, in Annales de Géographie, LXXX (1972), pp. 48-65.

Storia. - Repubblica popolare democratica di Corea (Chosŏn minjujuŭi inmin konghwaguk). - Nel periodo 1960-75 il potere è fermamente nelle mani di Kim Il-sŏng. Dopo le elezioni dell'assemblea suprema del popolo nell'ottobre 1962 si procede a una riorganizzazione degli organi di governo. Nel 1971 sette degli undici membri dell'ufficio politico del partito dei lavoratori vengono sostituiti. Presidente della repubblica è Ch'oe Yong-gun fino al 1972, quando una nuova costituzione permette a Kim Il-sŏng di diventare contemporaneamente presidente della Repubblica e del Consiglio dei ministri. La nuova costituzione dichiara il Nord C. uno stato socialista con capitale P'yŏngyang (art. 149), mentre prima il Nord considerava Sŏul la capitale di tutta la C. e P'yŏngyang un centro operativo temporaneo fino alla riunificazione.

Per quanto riguarda la politica estera, si nota in questo periodo un certo legame con le vicende politiche della Cina e dell'Unione Sovietica. Nella disputa ideologica comunista, la C. del Nord si sforza di mantenere nel quindicennio 1960-75 una posizione di equilibrio fra le due grandi potenze, in un alternarsi di tendenze filo-cinesi e filo-russe. Intrattiene rapporti diplomatici con tutti i paesi socialisti e dal 1972 anche con paesi neutrali. Nel maggio 1972 è ammessa nell'organizzazione mondiale per la sanità e come 'osservatore' all'ONU.

La situazione della R. p. d. di C. va valutata tenendo presente che le uniche notizie sulle vicende interne del paese sono quelle selezionate e diffuse all'estero dalle agenzie di informazioni nordcoreane.

Repubblica di Corea (Taehan min'guk). - Il periodo 1960-75 vede la progressiva presa di potere da parte di Pak Chŏng-hŭi. Dopo la caduta del governo Yi Sŭmg-man (Syngman Rhee) in seguito a una rivoluzione studentesca, nel luglio 1960 è eletto presidente Yun Po-sŏn, ma il 16 maggio 1961 il potere passa nelle mani dei militari. L'artefice del colpo di stato militare, Pak Chŏng-hŭi, assume la presidenza della Repubblica nel maggio 1962 ed è rieletto alle elezioni del 3 maggio 1967 e 27 aprile 1971. Una nuova costituzione, intesa a rafforzare il potere nelle mani del presidente, è fatta approvare dopo la prima elezione, emendata dopo la seconda e sostituita con una nuova dopo la terza: con quest'ultima i poteri del presidente vengono ancor più ampliati e la durata in carica portata da 4 a 6 anni, senza limitazioni per il numero delle rielezioni. Durante il 1974 e i primi mesi del 1975, movimenti antigovernativi da parte di studenti, religiosi e intellettuali sono duramente repressi. Il 15 agosto 1974 un attentato contro il presidente Pak costa la vita alla moglie.

In questo periodo la politica estera sudcoreana è strettamente legata a quella statunitense. Vengono inviate truppe in Sud Vietnam (55.000 uomini nel 1967) in appoggio a quelle americane, mentre le truppe americane in C. del Sud ammontano a 64.000 uomini fino al 1970. Nel 1971 esse vengono ridotte a 43.000 effettivi e i sudcoreani iniziano il ritiro delle proprie truppe dal Vietnam. Nei confronti del Giappone un trattato per la normalizzazione dei rapporti viene firmato nel 1965.

Rapporti Nord-Sud Corea. - Per tutto il periodo 1960-75 continuano a Panmunjŏm le riunioni della commissione militare per l'armistizio e quelle della commissione di supervisione delle nazioni neutrali, ma con scarsi risultati sulla via della distensione. Principale motivo di attrito fra le due parti è la presenza delle truppe americane nel Sud. Nel 1971, con l'inizio dei colloqui delle delegazioni della Croce Rossa, le due C. per la prima volta trattano direttamente e il 4 luglio 1972 rendono pubblica una dichiarazione congiunta sugli accordi raggiunti per la riunificazione e la pace. Nel 1973 la 28a sessione dell'Assemblea generale dell'ONU discute la questione coreana e delegazioni del Nord e del Sud partecipano ai dibattiti; l'Assemblea delle Nazioni Unite, ammettendo che la riunificazione della C. dev'essere raggiunta indipendentemente e in modo pacifico, dissolve l'UNCURK (la Commissione delle Nazioni Unite per l'Unificazione e la Riabilitazione della Corea). Nessun successo è invece raggiunto dai tentativi di far ammettere la C. all'ONU, principalmente per il fatto che il Sud propone di ammettere le due Coree separatamente, mentre il Nord propone di ammettere una sola "Repubblica confederale di Koryŏ". Nel 1976 per la prima volta in 28 anni la questione coreana è stata tolta dall'agenda delle Nazioni Unite.

Bibl.: G. Paresce, La Korea nella competizione internazionale in Estremo Oriente, Milano 1966; B.-y. Choy, Korea, A History, Rutland 1971; Akademija Nauk SSSR, Istorija Korei, 2 voll., Mosca 1974.

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