INTERRENALE, CORPO od organo

Enciclopedia Italiana (1933)

INTERRENALE, CORPO (ingl. interrenal body) od organo

Vincenzo Diamare

Con questo nome Fr. M. Balfour (1878-1881) comprese, avendola meglio studiata, la formazione impari, situata tra i due reni (corpi di Wolff) o su questi, nei pesci cartilaginei, indicata da Retzius (1819) e oggetto di osservazioni molto superficiali o, solo sotto qualche rapporto, più esatte da parte di autori (Nagel, Stannius, Leydig), o erronee o non attendibili (Chevrel, Fusari). L'organo fu studiato da V. Diamare che, nel 1895, ne rilevò la disposizione, i rapporti e la struttura in numerose specie e in armonia coi fatti dello sviluppo. Il complesso di queste ricerche veniva ad appoggiare il punto fondamentale, che l'organo è un equivalente morfologico iniziale della capsula surrenale e propriamente della sostanza corticale.

Come risulta dalle figure, il Diamare (1896) distinse due tipi di organi, secondo che si tratta di Squalidi o Rajidi: negli Squalidi si trova sotto forma di lista o cilindro allungato, nei Rajidi è molto accorciato, spesso in forma di corpo ovoidale o rotondo (Torpedo, Trygon), frammentato (Raja) o tendente a frammentarsi (Myliobatis) o un tozzo cilindroide (Squatina). In Laeviraja si ha una condizione intermedia tra Squalidi e Rajidi, cioè è ingrossato posteriormente e si prolunga sottile anteriormente. L'organo non è visibile aprendo l'animale dal ventre, perché sta dorsalmente al rene (che è coperto dal peritoneo), e ha rapporti spiccatissimi con le vene cardinali, l'aorta addominale, i tronchi latero-aortici del sistema linfatico. Importante è il fatto della presenza di frammentazioni e quindi quella di corpi accessorî nei due gruppi di Elasmobranchi, potendosi giungere al caso (Trygon) di disseminazioni di pezzi d'interrenali su entrambi i reni, oltre al grosso organo impari. Siccome l'organo si sviluppa da un blastema mesodermale, contiguo al mesonefro, e che sembra essere pari inizialmente, così queste anomalie si spiegano come deviazioni dello sviluppo e sono riprova della parità originaria.

Per struttura l'organo interrenale negli Elasmobranchi fu dimostrato da Diamare un vero corpo epiteliale, risultante di un insieme di cordoni epiteliali pieni, con protoplasma granuloso, rinchiusi in una capsula connettivale dalla quale dipende un irregolare stroma che li unisce, ritenuto non giustamente come un sistema di veri setti, con una ricca rete vascolare che si distribuisce ai cordoni. Con quei corpi segmentati, annessi dei ganglî del cordone limitrofo del simpatico (cuori ascellari o corpi soprarenali di Balfour), l'interrenale non presenta che rapporti di vicinanza e strutturalmente ne differisce, pur essendo questi ancora da ritenersi corpi epiteliali (ma di origine neurale). Le cellule dell'interrenale contengono, oltre a granuli colorabili, un caratteristico materiale adipoide, analogamente al loro più alto equivalente morfologico, la corteccia surrenale. I materiali birifrangenti rilevati da Magalhaes-Ramalho (1917) sono in preponderanza cristallizzazioni solide (trigliceridi e acidi grassi), ma il Diamare (1921) ha dimostrato che vi sussistono, estraibili, corpi mielinici lipoidei come nella sostanza corticale surrenale; viceversa nei cuori ascellari si produce adrenalina come nel midollo surrenale (Sw. Vincent, 1897). All'organo giungono filetti nervosi che penetrano con i vasi nella capsula esterna, ma né nervi, né ganglî simpatici si trovano nell'interno, a differenza dei corpi soprarenali, i quali strutturalmente e geneticamente sono connessi al simpatico.

Dato questo valore morfologico e data la oscurità che regna sulle funzioni della sostanza corticale surrenale, sembrerebbe promettente campo lo sperimentare fisiologicamente su cotesto isolato e separato rappresentante corticale della capsula. Ma i corpi accessorî e le frammentazioni e i rapporti così stretti con le formazioni anatomiche importantissime aprono adito a molti dubbî sulle affermazioni delle aggressioni sperimentali sinora tentate.

I corpuscoli trovati da Stannius nel mesonefro dei Teleostei sono conformati, salvo lievi varianti, come l'interrenale: per struttura, per il posto che occupano, per i rapporti con i vasi, ed escluso un rapporto col simpatico, all'infuori di quelli di contiguità e innervazione, devono ritenersi come i rappresentanti dell'interrenale (Diamare, 1896).

Col nome d' "interrenale anteriore", fu descritto da Giacomini (1908), dapprima in anguilla e murenoidi, un complesso di lobuli epiteliali aventi una struttura più semplice dei corpuscoli di Stannius (interrenale posteriore) prossimi a elementi cromaffini, che si estendono in avanti sino all'estremo craniale del rene cefalico e quindi sulla porzione anteriore delle vene cardinali posteriori e sulla porzione posteriore delle cardinali anteriori. Ricerche recentissime (Diamare, 1932) hanno dimostrato che questi cordoni epiteliali pronefrici hanno inclusi cromaffini e la loro funzione perciò ha un nesso con quella midollare e non corticale, donde, pur essendo di genesi mesoteliale, avendo un valore a sé, non sono equivalenti di interrenali.

Chiarito che l'interrenale non si possa omologare ai residui regressivi siti nelle adiacenze della capsula surrenale dei Mammiferi, ma che esso è una vera ghiandola vascolare, emerse che strutturalmente, per i prodotti stessi che contiene, per l'origine, deve ritenersi come il rappresentante in questi pesci di una parte della capsula surrenale e propriamente della parte corticale. Di qui, e dopo che fu stabilito che i corpi soprarenali (cuori ascellari) sono i corrispondenti della parte midollare, ne risultò completa luce sul valore stesso della capsula surrenale, in quanto che essa, lungi dall'essere un organo rudimentale, risulta essere un organo nettamente e ben rappresentato da due costituenti (interrenale e soprarenali) separatamente esistenti già nelle forme infime e primitive (Pesci), successivamente più avvicinantisi (Anfibî e Rettili), intrecciantisi con i rispettivi cordoni (Uccelli) o accludentisi l'uno (midollo) nell'interno dell'altro (corteccia) (Mammiferi).

Bibl.: Fr. M. Balfour, A monograph on the development of elasmobranch fisches, Londra 1873; id., in Quart. Jour. of micr. Sc., Londra 1882; id., in Biol. Zentr., 1881-82; id., The Works, Londra 1885; V. Diamare, Ricerche intorno all'organo interrenale degli elasmobranchi ed ai corpuscoli di Stannius dei teleostei: contributo alla morfologia delle capsule surrenali, in Mem. Soc. it. delle scienze (detta dei XL), X (1896); id., in Anat. Anzeiger, XX (1902); id., in Archivio it. d'anat. ed embr., IV (1905); id., in Internat. Monatschr. f. Anat. u. Phys., Lipsia 1913; id., in Archivio di ostetricia e gin., 1921; E. Giacomini, Il sistema interrenale e il sistema cromaffine (sist. feocromo) nelle anguille, ecc., in Mem. R. Accad. Bologna, 1908; id., ibid., 1911, 1912, 1913; E. Grynfelt, Recherches anatomiques et histologiques sur les organes surrénaux des plagiostomes, in Bull. scient. de la France et de la Belgique, XXXVIII (1903).