COSTA RICA

Enciclopedia Italiana - IX Appendice (2015)

COSTA RICA.

Anna Bordoni
Giovanni Agostinis

– Demografia e geografia economica. Storia.

Costa Rica

Demografia e geografia economica di Anna Bordoni. – Stato dell’America Centrale istmica. Per la lunga tradizione democratica e l’alto livello di stabilità sociale, la C. R. (4.301.712 abitanti al censimento del 2011, 4.937.755 secondo una stima UNDESA, United Nations Department of Economic and Social Affairs, del 2014) è uno dei Paesi più sviluppati del-l’America Centrale. I programmi governativi a sostegno della spesa pubblica (cui annualmente è destinato il 20% del PIL) hanno assicurato agli abitanti accesso a educazione, assistenza sanitaria, acqua potabile ed elettricità. La popolazione straniera rappresenta il 9% del totale, con una prevalenza di immigrati (legali e illegali) dal Nicaragua. Produttore di caffè, banane, ananas, canna da zucchero e cacao, il Paese si sostiene soprattutto grazie alle esportazioni di prodotti non tradizionali (microprocessori, strumenti tecnici ed elettromedicali) e a un settore di servizi molto sviluppato (call-center, software, banche). Inoltre, con il suo notevole numero di biodiversità il Paese può contare su un fiorente ecoturismo.

Indicatori economico-sociali

Storia di Giovanni Agostinis. – Le elezioni del febbraio 2006 segnarono l’inizio di una fase di transizione politica in C. R., caratterizzata dall’erosione del bipartitismo e dalla frammentazione del sistema politico. Alla presidenza del Paese, con il 40,9% deivoti, fu eletto Óscar Arias, già capo dello Stato dal 1986 al 1990 e candidato del Partido de liberación nacional (PLN), uno dei due principali partiti nazionali; mentre Ottón Solís del Partido de acción ciudadana (PAC) si fermò al 39,8%. Nonostante Arias fosse stato dato a lungo in vantaggio di oltre 20 punti percentuali sui rivali, la contesa elettorale si rivelò di fatto la più combattuta della storia del Paese centroamericano. I risultati misero in evidenza il declino del conservatore Partido unidad social cristiana (PUSC), a lungo al governo del Paese, ma travolto da pesanti scandali di corruzione, e l’affermazione del PAC, nato nel 2000 da una scissione in seno al PLN e portatore di visione critica verso la corruzione dei partiti tradizionali e le politiche economiche neoliberali portate avanti dal duopolio PUSC-PLN.

Il tema chiave del governo Arias fu l’approvazione del DR-CAFTA (Dominican Republic-Central American Free Trade Agreement), l’accordo di libero scambio tra gli Stati Uniti e i Paesi centroamericani, che provocò una netta spaccatura nella società costaricana: da una parte, le forze liberalconservatrici, tra le quali il partito di governo, favorevoli all’accordo; dall’altra, i sindacati, le organizzazioni ambientaliste e le università pubbliche rappresentate in Parlamento dal PAC, contrari. La polarizzazione portò il governo a indire un referendum popolare che si svolse il 7 ottobre 2007. Prevalse di poco il voto favorevole all’accordo (51,5%), con un seguito di accuse e polemiche.

Le elezioni del 2010 videro l’affermazione della candidata di governo, Laura Chinchilla, che divenne così il primo presidente donna della storia del Paese. L’amministrazione Chinchilla cominciò il mandato con gli obiettivi di continuare le politiche liberali di Arias (estendendo la rete di accordi di libero scambio e liberalizzando settori strategici quali energia e telecomunicazioni), di investire nell’educazione e di combattere il traffico di droga con l’appoggio degli Stati Uniti. Tuttavia, il governo fu colpito da numerosi scandali di corruzione legati alla gestione di grandi opere pubbliche; scandali che, sommati al crescente malcontento verso le politiche neoliberali, provocarono un crollo della popolarità della presidente Chinchilla.

Nel 2012 il PLN elesse come candidato presidente l’ex sindaco di San José Johnny Araya, nel tentativo di superare la crisi di consenso. Tuttavia, le elezioni del febbraio 2014 confermarono il declino di PUSC e PLN e furono segnate dall’ascesa al potere del PAC, con la vittoria di Luis Guillermo Solís nelle presidenziali. Solís – professore universitario ed ex membro del PLN – vinse le elezioni grazie a una campagna elettorale incentrata sulla lotta alla corruzione e in favore di una piattaforma economica alternativa al modello neoliberale. Il nuovo presidente annunciò un Piano di sviluppo nazionale ambizioso basato sulla riforma del sistema fiscale e sulla lotta all’evasione, finalizzate a finanziare le politiche sociali per ridurre la povertà e la disoccupazione.

In politica estera, la C. R. continuò a espandere la rete di accordi commerciali che garantivano al Paese un’integrazione profonda nell’economia mondiale. A causa di una disputa territoriale, rimasero tuttavia tese le relazioni con il Nicaragua, accusato di violare la sovranità della C. R. nelle operazioni di dragaggio del fiume San Juan. Nel 2010 la C. R. portò il caso alla Corte internazionale di giustizia.

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