Coup de torchon

Enciclopedia del Cinema (2004)

Coup de torchon

Sandra Marti

(Francia 1981, Colpo di spugna, colore, 128m); regia: Bertrand Tavernier: produzione: Adolphe Viezzi per Les Films de la Tour/Little Bear/Antenne 2; soggetto: dal romanzo Pop. 1280 di Jim Thompson; sceneggiatura: Jean Aurenche, Bertrand Tavernier; fotografia: Pierre-William Glenn; montaggio: Armand Psenny; scenografia: Alexandre Trauner; costumi: Jacqueline Moreau; musica: Philippe Sarde.

1938, Africa Occidentale francese. Lucien Cordier è l'unico poliziotto di un villaggio coloniale. Quando il suo superiore Chavasson, un militare razzista, lo spinge a prendere coscienza della propria mediocrità, l'uomo si trasforma in un giustiziere ispirato da Dio e decide per prima cosa di sbarazzarsi dei due sfruttatori di prostitute del luogo (Le Péron e Leonelli), organizzando le cose in modo da far credere che il duplice omicidio sia stato commesso dal suo superiore in grado. Lucien ha un'amante, Rose, sposata a Mercaillou: quest'ultimo è la vittima successiva. Vendredi, un abitante del villaggio, è a conoscenza della relazione adulterina: Lucien lo uccide per impedirgli di parlare. Nono, che si finge fratello di Huguette, la moglie di Lucien, per esserne l'amante con più facilità, sospetta che tra Rose e il poliziotto sia in corso una tresca. Insieme a Huguette si reca a casa di Rose. Per difendersi dalle accuse dei due, Rose li elimina. Lucien, che ha assistito di nascosto alla scena senza muoversi, ha finalmente ottenuto il proprio scopo: sbarazzarsi di tutti coloro che lo disgustavano. Rose si rende conto della mostruosità del suo amante mentre viene dato l'annuncio della dichiarazione di guerra.

Il romanzo da cui è tratto Coup de torchon si svolge durante gli anni Quaranta nel sud-est degli Stati Uniti, regione che fa da sfondo a molti altri libri di Jim Thompson. Nel racconto originale si parla di afroamericani, di problemi legati al razzismo e di sceriffi; il testo poneva dunque grandi problemi a Bertrand Tavernier, che non sapeva dove ambientare la storia. A corto di idee, chiese persino a Bertrand Blier di realizzarne un adattamento. Poi l'ispirazione arrivò il giorno in cui il regista rilesse Voyage au bout de la nuit, in cui Céline descrive la vita coloniale. Per Tavernier fu un'illuminazione: aveva finalmente trovato l'equivalente del mondo di Thompson. Per evocare l'Africa coloniale e il periodo precedente la guerra, come collaboratore alla sceneggiatura il regista pensò subito a Jean Aurenche, che conosceva bene gli anni Trenta e il continente africano. Le voyage au Congo di Gide e Les reportages di Simenon completano il quadro delle fonti d'ispirazione. Rimaneva da risolvere un altro problema: come rendere in immagini lo stile di Thompson. Il regista trovò una via d'uscita ricorrendo a un'ambientezione straniata già nei primi minuti del film, con l'eclissi di sole iniziale (uno dei numerosi contributi di Tavernier all'adattamento del romanzo), che conferisce un clima soprannaturale (la scena dell'eclissi fu risolta tecnicamente da Alexandre Trauner e Pierre William Glenn, filmandola attraverso alcuni specchi su cui erano riprodotte le lune e accelerando la velocità di ripresa). L'idea di questo incipit deriva dalla volontà del cineasta di ambientare la vicenda 'altrove': un altrove da intendere in senso sia geografico sia drammatico. L'eclissi ci fa immediatamente capire che non ci troviamo in un 'film normale', in un 'mondo normale'. In questo modo Tavernier riesce a trasporre immediatamente nel proprio universo una delle costanti dell'opera di Thompson, ovvero la portata metafisica. È un'esigenza che lo scrittore traduce concretamente attraverso l'utilizzo di frasi in corsivo poste tra parentesi, con le quali viene contraddetto, prolungato o commentato ciò che è appena stato affermato nel testo.

Come in seguito avrebbe fatto anche in La passion Béatrice (Quarto comandamento, 1987), ambientato nella Francia medievale del 1360, in Coup de torchon Tavernier sceglie di evocare un periodo di transizione (segnato in Coup de torchon dalla colonizzazione e in La passion Béatrice dalle crociate), dove si assiste alla caduta degli ideali portatori di civiltà. Lucien è corrotto, ma al tempo stesso soffre perché si rende conto che non può assolutamente fare ciò che vuole. Si accorge di non poter applicare la legge perché, in un certo senso, essa è fatta per non essere applicata. Molte persone sfuggono alle maglie della giustizia e paradossalmente (o logicamente) si tratta sempre dei pesci più grossi, quelli in grado di nuocere molto più degli altri. Lucien decide quindi di rifarsi vendicandosi sui miseri abitanti del villaggio sotto la sua responsabilità. Crede così di essere l'angelo sterminatore e vuole dimostrare a tutti che ognuno è libero di scegliere "tra il male e il male". In breve tempo la vita al villaggio diventa infernale e si potrebbe affermare che il film se ne compiaccia cinicamente: un'impressione a cui contribuisce anche il carattere meschino e interessato di tutti i personaggi. Ma troviamo anche delle componenti umoristiche, ad esempio le espressioni verbali di Nono: "una maniera di parlare che sarebbe piaciuta a Queneau, con parole completamente inventate", come afferma lo stesso Tavernier. Il modo in cui i personaggi vengono ripresi rafforza il loro carattere instabile. Quasi tutte le scene furono girate con la cinepresa a spalla o con la steadycam, producendo l'impressione che gli attori non si muovessero su un terreno fermo. Una fotografia piuttosto morbida, quasi priva di contrasti, la luce di un'Africa percepita da chi ci vive e non esce nel primo pomeriggio, contribuiscono a conferire al film un aspetto poco convenzionale.

Un thriller a tempo di tango: così Philippe Sarde, autore delle musiche di Coup de torchon, descrive il film. "La partitura doveva essere anch'essa un personaggio, con un proprio linguaggio bizzarro e inaspettato. Doveva far parte di quella follia dolce, disturbante, imprevedibile, con costanti rotture di tono". L'accoglienza del film da parte della critica fu calorosa. Uno degli omaggi più toccanti è la lettera di Jerry Bick (produttore americano amico di Thompson) che Bertrand Tavernier ricevette il 16 maggio 1982: "Per due ore ho sentito parlare Jim. Ho riconosciuto la sua voce, il suo umorismo tagliente, il suo calore, la sua ferocia, la sua angoscia e soprattutto la sua pietà. Lei gli ha reso giustizia".

Interpreti e personaggi: Philippe Noiret (Lucien Cordier), Isabelle Huppert (Rose Mercaillou), Jean-Pierre Marielle (Le Péron/suo fratello), Stéphane Audran (Huguette Cordier), Eddy Mitchell (Nono), Guy Marchand (Marcel Chavasson), Irène Skobline (Anne), Michel Beaune (Vanderbrouck), Victor Garravier (Mercaillou), Gérard Hernandez (Leonelli), Abdoulaye Diop (Fête Nat), Samba Mane (Vendredi), Jean Champion (prete), Daniel Langlet (Paulo), François Perrot (colonnello Tramichèle), Raymond Hermantier (cieco).

Bibliografia

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S. Le Péron, Raid sur Bourkassa, in "Cahiers du cinéma", n. 330, décembre 1981.

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J.-C. Raspiengeas, Bertrand Tavernier, Paris 2001.

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