Covid-19

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Forma abbreviata di Coronavirus disease 2019, denominazione attribuita dall'Organizzazione Mondiale della Sanità nel febbraio 2020 alla malattia respiratoria provocata dall’agente patogeno 2019-nCoV, un nuovo ceppo di Coronavirus (temporaneamente denominato ncp, Novel coronavirus pneumonia, dalla National Health Commission della Cina, e successivamente definito SARS-CoV-2) causa di un focolaio di casi di polmonite ad eziologia non nota registratosi dal dicembre dell'anno precedente nella città di Wuhan (prov. dell’Hubei, Cina), e successivamente diffusosi, con morbilità e mortalità variabili, in vari Paesi del mondo. Corrispondendo ai tre criteri di elevata contagiosità, tasso di mortalità significativo e diffusione su scala mondiale in assenza di immunizzazione specifica nell’uomo, nel marzo 2020 l'OMS ha caratterizzato Covid-19 come pandemia. Nel dicembre dello stesso anno è stata avviata in Gran Bretagna, Canada e Stati Uniti la somministrazione di un vaccino a RNA messaggero sviluppato da Pfizer e BioNTech, che nelle fasi di sperimentazione clinica ha dimostrato un'efficacia del 95%, mentre in Europa l'uso dello stesso farmaco è stato approvato in via condizionale dall'Agenzia europea per i medicinali, essendone convalidata la commercializzazione  - sotto la denominazione di Comirnaty - dalla Commissione europea; l'inizio della campagna vaccinale europea è stato fissato alla data del 27 dicembre 2020, giorno di somministrazione in Italia delle prime 9750 dosi del farmaco. Dal maggio 2021, per la denominazione di alcune varianti del virus ritenute "di preoccupazione" (VOC, Variant of Concern), l'OMS ha adottato l'uso di lettere greche, attribuite sulla base dell’ordine cronologico in cui tali varianti sono state identificate come potenziali minacce, abolendo tutte le denominazioni geografiche, ritenute non corrette e discriminatorie. Nel maggio 2023 l'OMS ha posto fine all’emergenza sanitaria globale, invitando tutti i Paesi a gestire il Covid-19 - che ha prodotto sette milioni di morti accertati -  come malattia  infettiva endemica. Dal settembre successivo si è registrato un netto incremento dei contagi, con un'incidenza settimanale dei casi in Italia pari a 36 su 100.000 abitanti e prevalenza della variante EG.5, o Eris, mutazione di Omicron; in ragione dell'incremento di tali varianti, vaccini aggiornati sono stati sviluppati da Pfizer (approvato nel settembre da EMA e AIFA) e Moderna (approvato dall'EMA) per la campagna di prevenzione 2023-24.

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