CRISTINA di Francia, duchessa di Savoia

Enciclopedia Italiana (1931)

CRISTINA di Francia, duchessa di Savoia

Francesco Cognasso

Figlia del re Enrico IV e di Maria de' Medici, nacque il 10 febbraio 1606; sposò l'11 febbraio 1619 Vittorio Amedeo I di Savoia, allora ancora principe ereditario. Il matrimonio era stato conchiuso dal duca Carlo Emanuele I per procurare a sé e al figlio l'appoggio del fratello della sposa, il re Luigi XIII; ma quando la questione di Mantova e del Monferrato mise in grave contrasto i Savoia e la monarchia francese, C. di Francia non solo non fu di nessuna utilità alla corte di Torino, ma anzi fu causa di sospetti, temendosi in lei uno strumento della politica del Richelieu. Sotto Vittorio Amedeo I, invece, e dopo la pace di Cherasco (1631), C. fu effettivamente il trait d'union tra le Corti di Francia e di Savoia, pur non riuscendo ad ottenere quel titolo regio che ella stessa desiderava per vanità e Vittorio Amedeo I per politica.

Quando nel 1637 C. rimase vedova, assunse il governo del ducato come reggente per il figlio minorenne, Francesco Giacinto, e, dopo la morte di questi nel 1638, per il nuovo duca, il figlio cadetto Carlo Emanuele II. Rimase fedele alla politica francofila del marito e strinse col re Luigi XIII un nuovo trattato di alleanza (3 giugno 1638). Destò allora il più grave malcontento nei due cognati, il cardinale Maurizio e il principe Tomaso di Savoia Carignano, ambedue favorevoli alla Spagna e timorosi che C., volente o nolente, si facesse complice della politica del Richelieu tendente a sopprimere i Savoia e ad unire alla Francia gli stati sabaudi. Appoggiati dalle forze spagnole, i due principi assalirono nel 1639 Torino e se ne impadronirono, costringendo C. a rifugiarsi di notte nella cittadella e poi a ricoverarsi in Savoia. Con Luigi XIII e col Richelieu la reggente ebbe un convegno a Grenoble (23 settembre 1639), ove seppe mantenere l'integrità dello stato sabaudo e ottenere l'appoggio francese, che le permise di rioccupare Torino (1640). Per venire a pace C. acconsentì che la figlia Ludovica sposasse lo zio Maurizio, che depose allora la porpora cardinalizia (1648). Quando Carlo Emanuele II fu dichiarato maggiorenne, praticamente la duchessa madre continuò a governare lo stato, conservandosi fedele all'alleanza francese, tanto più che il Mazarino accennò a trattarla con minore ruvidezza che non avesse usato il Richelieu. Due aspirazioni aveva la duchessa: ottenere dal nipote Luigi XIV la restituzione di Pinerolo e dargli in sposa la figlia Margherita. Non riuscì né in quello né in questo intento; il Mazarino acconsentì che la duchessa conducesse a Lione la figlia e la presentasse al re, solo per affrettare le trattative che si svolgevano a Madrid per avere in sposa la figlia di Filippo IV. C. di Francia morì a Torino il 23 dicembre 1663. Non poche costruzioni sorsero in Torino per sua iniziativa: il castello del Valentino nella forma attuale, le chiese di Santa Cristina, di San Francesco da Paola e la villa sulla collina (ora Nigra o Diatto).

Bibl.: G. Claretta, Storia della reggenza di Cr. di Fr., Torino 1868-69; E. Ricotti, Storia della monarchia di Savoia, Firenze 1861-69, IV e V.

© Istituto della Enciclopedia Italiana - Riproduzione riservata

TAG

Vittorio amedeo i di savoia

Francesco giacinto

Carlo emanuele ii

Maria de' medici

Carlo emanuele i