CROTALI

Enciclopedia Italiana (1931)

CROTALI (κρόταλα; crepitacŭla)

Guido LIBERTINI
Ugo Enrico PAOLI

strumento a percussione, corrispondente in certo modo alle nostre nacchere o castagnette. I cròtali potevano essere di argilla, di legno (di bossolo, secondo Properzio), di rame o anche di avorio, e qualche volta erano costituiti da due conchiglie. La forma più comune che avevano nell'età greca era quella di due piastrelle rettangolari, rastremate a un'estremità, con la quale venivano impugnate e tenute verticalmente: così esse appaiono in molte rappresentazioni vascolari, specialmente del secolo V a. C., dove figurano danzatrici o menadi in agitati movimenti di danza, di cui questo strumento scandiva il ritmo. La stessa forma appare in qualche statuetta etrusca. Talora i crotali sono di forma rotonda, qualche volta un po' convessa. Ogni coppia di crotali veniva per solito tenuta insieme da una correggia che si assicurava al polso.

Questo strumento ebbe un posto anche in qualche leggenda mitologica greca, in quanto, secondo un'antica versione di Pisandro da Camiro (Paus., VIII, 22, 4), col suono di crotali in rame, fabbricati da Efesto e donatigli da Atena, Eracle avrebbe cacciati gli uccelli della palude Stinfalia.

Da Omero i crotali non sono nominati, ma il verbo κροταλίζειν è usato metaforicamente per indicare lo scalpitio dei cavalli. L'uso di questo strumento per accompagnare le danze seguitò anche in età romana.

I crotali sono usati anche oggi per segnare e marcare il ritmo delle danze e sono costituiti da un manico di legno molto leggiero, a cui sono attaccate per mezzo di una cerniera due tavolette mobili (di legno o anche di metallo) che col movimento impresso dal sonatore si urtano fra di loro.

La crotalistria. - È, presso i Romani, la ballerina che canta ed eseguisce agili e lascive danze accompagnandosi con i crotali. Le crotalistrie erano schiave belle e giovani, spesso riunite in una troupe, che sotto la guida di un magister che le faceva istruire e le sfruttava, trovavano il loro pubblico specie nei banchetti signorili. Anche nelle bettole vi era di solito la crotalistria che offriva spettacolo di danza e amore. Provenivano dall'Egitto, dalla Siria e soprattutto da Cadice: le puellae Gaditanae sono infatti particolarmente ricordate.

Bibl.: Becker-Göll, Gallus, Berlino 1882, II, p. 374; H. Blümner, Die römischen Privataltertümer, Monaco 1911, p. 412.

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