CARAZZI, Davide

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 19 (1976)

CARAZZI, Davide

Baccio Baccetti

Nacque a San Bonifacio (Verona) il 27 genn. 1858 da Bartolommeo e Giulia Grassi. Si laureò in scienze matematiche fisiche e naturali a Padova nel 1883. Fu dapprima professore di liceo a La Spezia (ove si occupò soprattutto di faunistica e curò anche il locale Museo di storia naturale), Voghera e Vicenza, poi aiuto dello zoologo E. Giglioli, nell'università di Firenze, dal 1895 al 1898. In questo periodo approfondì la preparazione istologica, lavorando essenzialmente sui Molluschi marini. Dette alle stampe un apprezzato manuale di tecnica microscopica e si recò poi per un triennio a Napoli, presso la Stazione zoologica, per condurre più profonde ricerche di embriologia sui Molluschi. A Napoli rimase fino al 1902, allorché divenne professore di zoologia a Sassari e poi (1907) a Padova. In questi anni pubblicò edizioni rivedute del proprio manuale di tecnica, e si dedicò, con alcuni allievi (fra i quali spiccano R. Grandori, Migliardi O' Riordan, G. Teodoro) a studi sul plancton ed a ricerche di bachicoltura. Si occupò poi anche di parassitologia, inserendosi nella allora scottante polemica sulla soluzione del problema malarico, e pubblicò un ben riuscito manuale di Parassitologia animale (1913). Nel 1918, resasi vacante la cattedra di zoologia degli Invertebrati all'università di Firenze, si fece trasferire in questa città, nella quale molti ricordi lo chiamavano. A Firenze fondò e diresse una rivista, la Rassegna delle scienze biologiche, che uscì dal 1919 al 1923, interrompendosi con la sua morte, che lo colse repentina, il 18 gennaio del 1923, fra le braccia del figlio Ugo.

Il C. è una singolare figura di biologo. Raggiunse la cattedra universitaria dopo una lunga trafila quale insegnante di liceo e museologo, che arricchì la sua esperienza e la sua preparazione nei più disparati campi. Pur dotato di una tecnica notevole, raggiunta la meta che si era prefissa, volle in particolare inserirsi nei più scottanti problemi teorici della sua epoca e, dalle pagine della sua rivista, non si stancò mai di polemizzare contro tutte quelle posizioni che gli sembravano degne di censura. È così che i suoi ultimi anni lo videro praticamente assente dalla ricerca, ma vivissimo nella cronaca scientifica, più politico, in fondo, che laboratorista. Come biologo generale, si impegnò sul fronte dell'evoluzionismo, criticando imparzialmente creazionisti e darwinisti, lamarckisti e ologenisti, e prendendosela anche con Mendel e con l'allora nascente eugenetica. Non risolse, in questo settore, alcun problema, ma certamente stimolò l'altrui spirito critico ed insegnò la cautela. Come morfologo, lui, citologo provetto, rifiutò la istologia classica per sostenere una impostazione chimico-fisica dei problemi della cellula: cosa che, se non gli consentì alcun risultato pratico, suscitò però idee innovatrici in più di un laboratorio. Come zoologo applicato, ed in particolare parassitologo di lunga esperienza, fino dai tempi della tesi di laurea, inseritosi nelle dispute sul problema malarico, polemizzava con Battista Grassi nella ricerca, soprattutto, di concrete soluzioni ai più impellenti problemi pratici. Come uomo di scuola, vivendo in un periodo in cui l'università andava incontro a drastiche trasformazioni, non manco di prendere a più riprese la parola in tema di riforma universitaria, facendo della sua rivista un vero teatro di progetti di rinnovamento didattico ed organizzativo degli studi superiori, in cui molte soluzioni, quali il tempo pieno, un eventuale triennio comune fra medicina e scienze biologiche, ecc., erano esposte con acume notevole. Tutto questo lavoro di cronista e critico rimase, sul momento, sterile, per il difficile carattere del C., troppo battagliero ed impaziente per potere concretamente difendere ed attivamente realizzare le proprie idee. Di lui rimangono soprattutto il nucleo di lavori giovanili sulla embriologia dei Molluschi (esempio impeccabile di studio sulle genealogie cellulari) ed i due validissimi trattati, sui quali si sono andate formando intere generazioni.

Opere: Tecnica di anatomia microscopica, Milano 1894; Contributo all'istologia e alla biologia dei Lamellibranchi, I, Ricerche sulle ostriche verdi. Nota preliminare, in Mon. zool. ital., VII (1896), pp. 169 ss.; Contributo all'istologia ed alla biologia dei Lamellibranchi, I, Ricerche sulle ostriche verdi, in Mitteil. a. d. Zool. Stat. zu Neapel, XII (1896), pp. 381-431; Contributo all'istologia ed alla biologia dei Lamellibranchi, II, Ricerche sull'assorbimento del ferro dell'Ostrea edulis. Nota preliminare, in Mon. zool. ital., VIII (1897), pp. 117 ss.; Contributo all'istologia ed alla biologia dei Lamellibranchi, III, Ricerche sull'assorbimento del ferro nell'Ostrea edulis L., in Intern. Monatsschrift für Anat. u. Phys., XIV (1897); Manuale di tecnica microscopica, Milano 1899 (2 e 3 ediz. in collaborazione con il prof. G. Levi, Milano 1911 e 1916); L'embriologia dell'Aplysia limacina L., in Anat. Anzeiger, XVII (1900), pp. 77-102; Sull'embriologia dell'Aplysia limacina L., in Mon. zool. ital., XI (1900), pp. 124-27; Parassitologia animale, Milano 1913; Le scienze biologiche e la riforma universitaria, in Rass. di sc. biol., I (1919), pp. 65-74; Costituzione del protoplasma e strutture cellulari,ibid., pp. 116-26; Il dogma dell'evoluzione. Discorso inaugurale per l'anno accad. 1919-1920, in Annuario d. R. Istit. di studi superiori di Firenze,1919-1920, pp. 13-37; Ancora sulla struttura del protoplasma, in Rass. di sc. biol., II (1920), pp. 17-20; Il problema della malaria,ibid., pp. 129-53; La lotta antimalarica in Italia,ibid., IV (1922), pp. 1-15; Riforma universitaria e scienze biologiche,ibid., pp. 129-34.

Bibl.: F.. Raffaele, Per ricordare D. C., in Rass. di sc. biol., V (1923), pp. 1-10; A. Senna, D. C., in Monit. zool. ital., XXXIV (1923), pp. 35 s.

© Istituto della Enciclopedia Italiana - Riproduzione riservata

CATEGORIE