Deambulazione

Dizionario di Medicina (2010)

deambulazione


Maniera con cui si compie la locomozione consueta nell’uomo. È̀ detta anche andatura o cammino ed è̀ realizzata dal movimento alterno e ritmico di propulsione dei due arti pelvici. Il cammino si compone di passi; nel passo si distinguono la lunghezza e la durata, dalle quali dipende la velocità del cammino; nello scambiare del passo il centro di gravità del corpo subisce grandi e rapidi spostamenti, che comportano oscillazioni di tutta la massa corporea; a questi movimenti si accompagna un’inclinazione ritmica in avanti del tronco e della testa.

Patologie della locomozione

Alterazioni patologiche della d. possono insorgere per danni a uno o più livelli della catena nervomuscolo- tendine-articolazione-ossa. Per es., il quadro clinico dell’osteomalacia include debolezza muscolare e alterazioni della mineralizzazione ossea, con conseguenti deformità scheletriche, che portano nell’infanzia all’incapacità di camminare senza supporto e nei pazienti adulti ad adottare un’andatura ‘antalgica’, necessaria per contrastare i dolori dell’articolazione dell’anca. Per es., nella spondilosi, malattia degenerativa della colonna vertebrale con prevalente insorgenza negli anziani, la compressione nervosa porta a modificazioni della marcia con incrocio delle ginocchia (movimento a forbice), circonduzione bilaterale e piedi striscianti. Nell’emiparesi, affezione provocata da un danno ischemico di un emisfero cerebrale, si assiste a un movimento di circonduzione dell’arto colpito durante la fase di supporto dell’arto controlaterale, con inclinazione compensatoria del tronco in direzione opposta. Il paziente affetto da parkinsonismo produce passi brevi con ginocchia flesse e piedi che ‘raschiano’ il terreno, mentre a velocità più alta l’andatura è ‘festinante’, con passi rapidi e tendenza a cadere. Nella sclerosi laterale amiotrofica, l’andatura viene definita ‘steppante’ e presenta un’esagerata flessione del ginocchio, adottata per evitare al piede di toccare il terreno (piede cadente) a causa della debolezza muscolare. Le più significative alterazioni della d. si presentano nelle malattie del cervelletto e sono caratterizzate dall’atassia. In postura eretta genera la ‘titubazione’, un grossolano tremore in senso anteroposteriore del tronco, mentre nella marcia il paziente barcolla e devia verso il lato corrispondente alla lesione unilaterale dell’emisfero cerebellare.

Deambulazione assistita

Un importante capitolo nella d. riguarda l’utilizzo di dispositivi ortopedici e protesi, i primi rivolti ad assistere il movimento di arti intatti, le seconde ideate per rimpiazzare segmenti amputati per motivi traumatici o degenerativi. Gli avanzamenti tecnologici nella realizzazione di protesi per gli arti inferiori (sopra e sotto il ginocchio) rendono possibile una d. sempre più simile a quella fisiologica, anche se con una spesa metabolica superiore.