decolonizzazione Processo attraverso cui un territorio sottoposto a regime coloniale acquista l’indipendenza politica, economica e tecnologica dal paese ex-colonizzatore. In particolare, il processo storico, iniziato con la
1. Il processo di decolonizzazione
La d. trasse il primo avvio dallo svolgimento stesso della colonizzazione: l’azione per lo sviluppo economico dei territori soggetti, intrapresa dai governi coloniali (anche se diretta all’interesse metropolitano), e la connessa promozione sociale provocarono un profondo mutamento delle strutture sociali tradizionali, determinando la formazione di élite culturalmente evolute che divennero l’elemento propulsore delle rivendicazioni politiche. Inoltre la politica coloniale della Gran Bretagna, e in qualche misura/">misura anche quella di altre potenze, avviò, sia pure con lenta gradualità, i territori coloniali verso una sempre più ampia autonomia amministrativa, premessa per l’ulteriore progresso verso l’indipendenza politica; a questo risultato pervenne egualmente la politica, tipica della
Nella
Negli incontri internazionali preparatori dell’assetto politico internazionale postbellico, le istanze decolonizzatrici furono sostenute, con motivazioni e prospettive diverse, dalle due massime potenze mondiali, USA e URSS, e trovarono espressione nella Carta dell’ONU (1945): il cap. XI fissava i principi direttivi e alcuni precisi obblighi cui dovevano attenersi i governi che amministravano «territori non autonomi»: i capitoli XII e XIII creavano l’istituto dell’«amministrazione fiduciaria», il cui scopo era esplicitamente indicato nell’autogoverno o nell’indipendenza e la cui applicazione era prevista per i territori già sotto mandato, ed eventualmente per quelli sottratti agli Stati vinti e per quelli che le potenze responsabili volessero liberamente sottoporre al nuovo regime.
Sul piano giuridico, la nascita di questi nuovi Stati favorì, negli anni seguenti, l’adozione di solenni dichiarazioni di principi, quali la Dichiarazione sulla concessione dell’indipendenza ai paesi e ai popoli coloniali (1960). L’ingresso nell’ONU dei paesi di nuova formazione sancì la fine del predominio numerico degli Stati occidentali, l’acquisto della maggioranza nell’organo plenario dei paesi in via di sviluppo e l’esigenza di garantire una più equa rappresentanza degli Stati appartenenti alle differenti aree geografiche. Sulla spinta del processo di d. si formarono inoltre nuove aggregazioni, quali il movimento dei paesi non allineati (➔) e il gruppo dei 77 paesi in via di sviluppo, basate su fattori di carattere politico ed economico. Per parte loro, al crollo dei rispettivi imperi coloniali, i paesi europei reagirono in maniera differente: mentre il Regno Unito mantenne stretti legami economici con i paesi decolonizzati attraverso il Commonwealth (➔), altri paesi (Francia, Olanda e
La d. diede luogo alla nascita di Stati formalmente indipendenti e sovrani, ma ancora condizionati dal passato coloniale. Essi, specie in Africa, ereditarono i confini delle antiche colonie, che spesso non tenevano conto degli elementi geografici, sia fisici sia umani. Sono così risultati politicamente divisi territori unitari per motivi naturali o etnici, determinando coabitazioni forzate di gruppi umani diversi e rivali o un frazionamento di gruppi legati da storia e cultura comune e da economie complementari. In taluni casi le risorse hanno continuato a essere utilizzate dagli antichi dominatori o da altri paesi che si sono a essi sostituiti ( neocolonialismo). Vari tentativi di rinnovamento (per es., l’abbandono di colture agrarie di tipo speculativo o i cambiamenti di sede delle capitali) hanno rivelato la tendenza a una nuova organizzazione territoriale che rifletta la reale indipendenza dei paesi.
In Asia la d. precedette, nell’insieme, l’analogo processo nel continente africano. Nell’Asia mediterranea già parte dell’Impero ottomano, la
Nel continente africano la d. prese avvio con la decisione dell’Assemblea generale dell’ONU sulla sorte delle ex colonie italiane: la
Nel corso degli anni 1970 si compì la cosiddetta seconda indipendenza dell’Africa, conquistata dai territori già portoghesi con la lotta armata: nel 1974, Guinea
4. La d. in America e
In America e Oceania, la d. ha riguardato territori con superfici ed entità demografiche esigue e solo in alcuni casi con importanza strategica o economica. Nell’America Centrale e Meridionale sono giunti all’indipendenza: nel 1962,
5. Le colonie ancora esistenti
Dei vasti domini coloniali di un tempo resta ben poco, ove si prescinda dai territori antartici, che, per il fatto di essere pressoché totalmente disabitati, non possono essere considerati alla stregua degli altri possedimenti. La Gran Bretagna amministra una dozzina di colonie (alcune con autonomia interna); la Francia amministra 9 tra dipartimenti e territori d’oltremare. Ai