COSOLA, Demetrio

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 30 (1984)

COSOLA, Demetrio

Franca Dalmasso

Figlio di Luigi e Rosa Capello, nacque a San Sebastiano da Po presso Chivasso (prov. di Torino) il 25 sett. 1851, penultimo di sei fratelli. All'età di sette anni si trasferì con la famiglia a Chivasso e tra Chivasso e Torino trascorse la sua esistenza. Nel 1869 entrò all'Accademia Albertina di Torino, dove divenne allievo di E. Gamba per il disegno, di A. Gastaldi per la pittura e di G. Tamone per la plastica. Durante gli anni di accademia ebbe modo di conoscere il Fontanesi (ivi insegnante dal 1869): fu un contatto importante perché, se non si tradusse in influenze stilistiche precise, lo accostò al più vivo ambiente artistico che Fontanesi aveva creato intorno a sé.

Nel 1873 iniziava la partecipazione alle mostre della Promotrice torinese con L'acquasantino, acquistato dalla duchessa di Genova e riprodotto nella cartella ricordo della Società. Dal 1873 alla morte espose annualmente alla Promotrice e al Circolo degli artisti. Ma, nonostante queste partecipazioni regolari nelle due più importanti sedi artistiche torinesi e malgrado la stima dello stesso Fontanesi e l'amicizia di M. Calderini, scarsi e tardivi furono i riconoscimenti di pubblico e critica.

Passò tre anni sotto le armi e in questo periodo eseguì numerosi disegni e bozzetti a olio, tra cui: Barbiere al campo (propr. F. Parigi, Chivasso), Soldati al campo (propr. Pugliese Levi, Milano). Nel 1884 fu nominato assistente all'Accademia del Gastaldi e poi dopo la morte di questo nell'89, di P. C. Gilardi.

La vita abbastanza breve del C. non fu segnata da fatti salienti, né privati né pubblici: il suo carattere modesto e timido trova riscontro nella parte migliore della sua produzione, caratterizzata da un intimismo delicato che non cede neppure in composizioni corali, a sfondo sociale, come La vaccinazione (Chivasso, Municipio). La sfortuna critica che lo accompagnò anche dopo la morte. si riflette ancor oggi, mancando tuttora una completa revisione della sua opera che lo possa porre tra i maggiori pittori dell'ultimo '800 piemontese. Difficile è la sistemazione cronologica delle opere, la maggior parte di esse non essendo datate, né allo stato attuale databili; così dicasi per i numerosissimi bozzetti (molti per quadri mai eseguiti). In tal senso sono perciò utili i cataloghi delle esposizioni della Società Promotrice di belle arti, dei Circolo degli artisti e quello dell'Esposizione nazionale di belle arti di Milano del 1881.

I suoi quadri sono per la maggior parte sparsi in collezioni private (a Torino, Chivasso, Carignano, Milano, Firenze). Pochi si trovano in collezioni pubbliche: Visite alla piccola morta, esposto alla Promotrice nel 1880 (Roma, Galleria naz. d'arte moderna); La morticina (Ascoli Piceno, Pinacoteca); Giorno di riposo al campo (noto anche con il titolo Il riposo dei bersaglierial campo), esposto a Milano nel 1881 (Milano, Galleria d'arte moderna). Un piccolo ma scelto gruppo di dipinti e disegni è nella Galleria d'arte moderna di Torino. Si tratta di quattro quadretti a olio: Giardino, firmato e datato 1879; Rive del Pio, 1882; Pascolo; Studio di nudo, 1890 (su tavoletta) e un pastello, Ildettato, firmato, 1891, una delle sue opere più impegnative e rappiesentative: di grande formato (cm 95, 185), è un bell'esempio delle notevoli qualità cromatiche dei C.; le sottigliezze luministiche che si riscontrano nei suoi quadri migliori sono qui messe in evidenza dal mezzo tecnico all'artista congeniale perché particolarmente indicato a esprimere quel mondo di delicati affetti e familiare intimità che è la nota più autentica della sua pittura. La stessa Galleria possiede inoltre ventiquattro disegni a matita, notevoli per la sensibilità vibratile del segno. Fa parte del nucleo un piccolo acquerello con la data 1886.

Tra le sue opere esistenti a Torino in coll. privata, si ricordano: Idillio al Musinet, 1882; Mercato di Chivasso di cui esistono vari bozzetti e un'altra versione definitiva (propr. D. De Micheli, Milano); Ricordo di Venezia o La Punta della Dogana (propr. Circolo degli artisti); Verso il mercato (propr. F. Gagna); Collina torinese (propr. M. Leumann); Visite ai canottieri Cerea, 1890 (propr. Soc. Canottieri Cerea). Infine va segnalato l'importante gruppo di ventitré bozzetti a olio e cinquantasei disegni di propr. P. Rambaudi.

A Chivasso, l'altro centro in cui si trovano numerose opere del C., si ricordano, di proprietà M. Rodolfa: Dolori inattesi, grande pastello, firmato, esposto alla Promotrice nel 1895, stilisticamente vicino a Ildettato; La toilette del padroncino, firmato, esposto alla Promotrice nel 1888, esempio, purtroppo non unico, di un naturalismo abbastanza banale e di un virtuosismo tutto esteriore, in qualche modo affine alla pittura di G. Grosso (il C. era in relazione col Grosso di cui eseguì un ritratto), e inoltre il Ritratto della signora Gallo. Diproprietà F. Parigi sono, oltre al citato bozzetto a olio su carta, Ilbarbiere al campo, dieci disegni a matita di vario soggetto. Un bozzetto per il Mercato di Chivasso (studio per il citato quadro propr. De Micheli, Milano), un po' alla Delleani; tre bozzetti con Paesaggi di montagna, stilisticamente affini al precedente; una vedutina di Chivasso dalla campagna;un Mercato della verdura, più altri quattro Paesaggi sono di propr. P. Rava.

Sempre a Chivasso, nel Municipio, si trovano diverse opere del C.: Ritratto del padre, datato 1875, firmato; Ritratto della madre; un'altra opera giovanile, databile agli anni dell'Accademia (un Nudo maschile); un Ritratto del prof. G. Basso, oltre alla citata Vaccinazione, databile 1894. Il quadro, firmato, di grande formato (cm 240 × 145), è da mettere in relazione con Il dettato, oltre che per la medesima tecnica, per il naturalismo schietto e accostante, per la setosità dei colori su cui scorre una luce morbida. La vaccinazione è interessante anche per l'assunto sociale: Chivasso fu il primo comune a istituire in Piemonte la vaccinazione obbligatoria. Di questo dipinto (che presenta sulla sinistra parti non finite) esiste, oltre a numerosi disegni e a un bozzetto a olio (Torino, propr. privata), un'altra redazione a formato ridotto (cm 98 × 66) con qualche variante, a olio su tela, nell'ospedale Maria Vittoria di Torino.

Con La vaccinazione, con Dolori inattesi e con Ildettato il C.sembrava aver trovato, come si è detto, nel pastello il suo mezzo più congeniale, capace di reggere anche la grande composizione.

Purtroppo la sua attività fu troncata bruscamente dalla morte, avvenuta in seguito a polmonite il 27 febbraio del 1895 a Chivasso. Nel 1895 fu allestita a Torino una mostra postuma. Altre personali si ebbero a Ivrea nel 1947, a Chivasso nel 1951, a Ivrea-Torino nel 1951.

Fra i quadri perduti o di ubicazione ignota ricordiamo una S. Zita per una chiesa di Torino (Berta, 1894-95, p. 799).

Fonti e Bibl.: Necrol. in Natura e arte, IV (1894-95), 1, p. 916; L'Illustr. ital., 24 marzo 1895, p. 186; G. Costa, L'arte all'Espos. di Milano, lettere agli artisti, in Fanfulla della domenica, III (1881), n. 34, p. 3; A. De Gubernatis, Diz. d. artisti ital., Firenze 1889, p. 145; A.Stella, Pittura e scultura in Piemonte, Torino 1893, pp. 505 s.; E. A. Berta, D. C. ..., in Natura e arte, IV (1894-95), 2, pp. 793-800 (con elenco dei quadri esposti nelle varie Promotrici); A. Rambaudi, Immortali dimenticati (due glorie chivassesi), Torino 1905, pp. 73-102; A. Dragone, Ipaesisti piemontesi dell'Ottocento, Milano 1947, p. 200; Id., Mostra di D. C. pittore nel centen. della nascita (catal.), Torino 1951 (con bibliografia); Mostra del centen. della Società Promotrice di belle arti in Torino 1842-1942, Torino 1952, p. 50;L. Mallé, Idipinti della Gall. d'arte moderna di Torino, Torino 1968, p. 114; Musei e gallerie di Milano. Galleria d'arte moderna, L. Caramel-C. Pirovano, Opere dell'Ottocento, I,Milano 1975, p. 44; Catal. Bolaffi dei pittori italiani dell'Ottocento, 9, Torino 1980, p. 58; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, VII, p. 507.

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