KALÉRGIS, Demetrio

Enciclopedia Italiana (1933)

KALÉRGIS (Kallérgēs), Demetrio (Δημήτριος Καλλέργης)

Angelo Pernice

Patriota greco; nacque nel 1803 in Creta da famiglia cristiana che aveva partecipato ai moti insurrezionali contro i Veneziani e contro i Turchi. Studiò a Pietroburgo e a Parigi. Nel 1820, prese parte alla guerra di liberazione della Grecia combattendo sotto Karaiskákēs e il filelleno Fabvier. Nel 1827 fu catturato dai Turchi nella battaglia di Falero e dovette la vita all'avidità dell'albanese cui era stato affidato. Parteggiò poi per il conte Capodistria (v.), del quale divenne aiutante di campo. Nel 1843 era colonnello di cavalleria in Argo quando, per il suo coraggio e per i suoi precedenti, egli fu scelto dai capipartito A. Metaxãs, A. Lóntos, Zográfos, a guidare un moto militare che aveva per scopo di abbattere la cricca bavarese alla corte e di costringere il re Ottone a concedere la costituzione. Trasferito in Atene, K. realizzò con molto tatto e senza spargimento di sangue il piano, nella notte fra il 3 e il 4 settembre del 1843, acquistandosi molta popolarità, ma anche l'odio del re. Questi, tuttavia, dovette nominarlo suo aiutante di campo e governatore militare di Atene. Nel 1845, battuto nelle elezioni politiche e caduto il ministero Maurocordato, dovette rinunziare alle sue cariche. Si ritirò prima a Corfù, quindi a Londra e a Parigi, dove, allo scoppio della guerra di Crimea, intrigò per far deporre il re Ottone che era favorevole alla guerra contro i Turchi. Occupato nel 1854 il Pireo dalle forze franco-inglesi, K. tornò in Grecia e fece parte del nuovo ministero Maurocordato, detto il "Gabinetto dell'occupazione", come ministro della Guerra. Vi si mantenne fino all'ottobre dell'anno seguente quando, per l'irriducibile avversione dei sovrani, Maurocordato fu costretto a dare le dimissioni. K. rimase qualche tempo in Grecia e da un partito rivoluzionario cretese fu anche sostenuta la sua candidatura come principe dell'isola, che avrebbe dovuto essere costituita in stato autonomo. Si ritirò quindi a Parigi, dove nel 1861 fu nominato ministro di Grecia. Qui tornò a intrigare contro il re Ottone e quando questi cadde partecipò alle trattative diplomatiche che portarono all'avvento di Giorgio di Danimarca sul trono di Atene. Morì il 24 gennaio 1867 in Atene.

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