DIAFORETICI

Enciclopedia Italiana (1931)

DIAFORETICI (dal gr. διαϕωρητικός "eccitante la sudorazione")

Giacomo Tellera

Farmaci dotati della proprietà d'aumentare la secrezione del sudore, che può essere modificata agendo sull'irrorazione delle ghiandole sudorifere, o sui loro nervi secretori, o sui centri nervosi che presiedono a questa funzione. Le applicazioni calde cutanee (impacchi, stufe, ecc.), i mezzi che favoriscono l'irradiazione del calore e aumentano l'afflusso di sangue alla pelle (pozioni calde, alcooliche) determinando una vasodilatazione cutanea riflessa e una conseguente iperfunzione delle ghiandole sudorifere, rappresentano i primi e più semplici diaforetici. Altri diaforetici comunemente usati sono: la pilocarpina (cloridrato di pilocarpina gr. 0,005-0,01 pro dose per via sottocutanea), l'infuso di jaborandi (all'i %) associato ad altre droghe, la fisostigmina (assai di rado). Questi farmaci agiscono prevalentemente eccitando le terminazioni nervose secretorie: sono queste di natura sicuramente simpatica e purtuttavia risentono deciso l'influsso di farmaci, come questi, noti per il loro predominante tropismo parasimpatico. La pilocarpina, prima di svolgere la sua azione eccitante generale sulla sudorazione, che può portare a una perdita d'acqua di due litri e più in due ore circa, esplica un'azione stimolante locale, nella zona d'iniezione, azione che può anche, per piccole dosi, restare circoscritta. La pilocarpina inoltre è in grado di portare la sua azione eccitante sui centri spinali della sudorazione, assomigliando in questo ad altri veleni eccitanti del midollo, come la stricnina, la picrotossina, la canfora, ecc., per i quali però la diaforesi rappresenta un epifenomeno. Come diaforetici agiscono inoltre i salicilici (salicilato sodico a dosi di 2-4 gr. nelle 24 ore, l'acido acetilsalicilico gr. 0,50-1,50 nelle 24 ore).

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