Die Ehe der Maria Braun

Enciclopedia del Cinema (2004)

Die Ehe der Maria Braun

Serafino Murri

(RFT 1979, Il matrimonio di Maria Braun, colore, 120m); regia: Rainer Werner Fassbinder; produzione: Michael Fengler per Albatros/Trio-Film/WDR; soggetto: Rainer Werner Fassbinder; sceneggiatura: Pea Fröhlich, Peter Märthescheimer; fotografia: Michael Ballhaus; montaggio: Franz Walsch [Rainer Werner Fassbinder], Juliane Lorenz; scenografia: Helga Ballhaus; costumi: Barbara Baum; musica: Peer Raben.

Germania, 1943. Durante la campagna di Russia lanciata dal regime nazista, la giovane Maria sposa rocambolescamente il sergente della Wermacht Hermann Braun, poco prima che questi parta per il fronte, mentre tutt'intorno i bombardamenti seminano scompiglio. Il tempo passa e la ragazza, che vive con la madre, si ingegna affannosamente per sopravvivere nella sfibrante attesa del ritorno del marito, cominciando a vendere di nascosto merci razionate al mercato nero. Quando giunge la notizia che Hermann sarebbe disperso in Russia, Maria, pur senza rassegnarsi, comincia a lavorare come entraîneuse in un locale da ballo gestito dall'esercito di occupazione statunitense. Qui conosce Bill, sergente americano di colore, con il quale intreccia, lentamente, una tenera ma al fondo disincantata relazione sentimentale, che non compromette però il suo sentimento di fedeltà verso il marito. La coppia semiclandestina ha un bambino, che muore poco dopo la nascita. Improvvisamente Hermann, rimasto prigioniero in Russia, torna a casa: Maria, per reazione, uccide con un colpo in testa Bill. All'arrivo della polizia, l'uomo si accusa del delitto per salvare la moglie, e viene condannato al carcere. Dopo quest'ennesimo atto d'amore estremo, Maria si sente sempre più la 'signora Braun', determinata a realizzare il suo sogno di felicità e benessere coniugale, a qualunque costo e con ogni mezzo. Sempre più decisa a farsi largo nella società, durante un viaggio in treno Maria conosce l'industriale Karl. Con un velocissimo passaggio di ruolo da segretaria ad amante, e grazie alla conoscenza dell'inglese (appreso da Bill), prende in mano con successo le redini della piccola ditta. Ma dopo la scarcerazione Hermann non torna a casa, e scompare. Qualche tempo dopo, Karl, gravemente ammalato, muore. È il 4 luglio del 1954, la Germania sta giocando la vittoriosa finale dei mondiali di calcio, quando Hermann arriva nella lussuosa casa di Maria: ha ricevuto di nascosto da Karl una grossa somma di denaro affinché attendesse la sua morte imminente prima di ricongiungersi alla moglie. La donna, sconcertata dall'emozione e dalla delusione, lascia (inavvertitamente?) aperto il rubinetto del gas: quando Hermann si accende una sigaretta, la casa esplode, ponendo fine al mai consumato matrimonio di Maria Braun.

Primo capitolo di una tetralogia al femminile sulla Germania dal nazismo alla ricostruzione (insieme a Lili Marleen, 1981, Lola, 1981, e Die Sehnsucht der Veronika VossVeronika Voss, 1982), Die Ehe der Maria Braun è l'opera in cui Rainer Werner Fassbinder è riuscito in maniera più compiuta a fondere le due matrici del suo cinema: il disperato melodramma sociale costruito intorno a un personaggio femminile, di ascendenza sirkiana, e la critica politica radicale al perbenismo della Germania contemporanea e alla sua rimozione del passato nazista. Il personaggio di Maria (per la cui interpretazione Hanna Schygulla è stata premiata come migliore attrice al Festival di Berlino del 1978) è da un lato un'immagine allegorica del miracolo economico della Germania nel dopoguerra, prostituita all'antico nemico in nome dei valori più tradizionali e piccolo-borghesi (incarnati dal matrimonio e dalla 'posizione' sociale); ma al contempo è il ritratto amaro di una donna stritolata da una società maschilista, che ne sfrutta la disinibizione sessuale e ne baratta il possesso mortificandone subdolamente la gioia di vivere e l'illusione di emancipazione e autonomia, caratteristica che rende Maria una delle tipiche vittime fassbinderiane del 'diritto del più forte'. È la società stessa, lucidamente criticata, che induce a questa doppiezza inconciliabile.

Il film compone un grande affresco storico di dieci anni cruciali della Germania, narrato con grandi ellissi cronologiche, e fonde inscindibilmente in ognuno dei suoi sfaccettati personaggi romanticismo e cinismo, coraggio e viltà, in un orizzonte crudo di sopravvivenza, dove non esiste redenzione. Di fatto, ogni possibile giudizio morale è messo in scacco: in questo l'intatta attualità e forza del film. Il successo commerciale ottenuto dall'allora trentaduenne Fassbinder ha reso Die Ehe der Maria Braun uno degli esiti più rappresentativi dell'ondata del nuovo cinema tedesco degli anni Settanta, ampiamente riconosciuto a livello internazionale. Prodotto a costo medio-alto attraverso la FilmVerlag des Autoren, cooperativa attorno a cui orbitavano i maggiori giovani cineasti tedeschi dell'epoca (da Wim Wenders a Werner Herzog), con il determinante apporto collettivo di un gruppo di attori e di collaboratori rodato da oltre dieci anni di attività comune nel teatro e nel cinema (sul modello della 'compagnia' bergmaniana, incentivato dall'avanzatissimo sistema di finanziamento statale dello spettacolo in Germania), il film si giova della fotografia suggestiva di Michael Ballhaus, che ricostruisce con cromatismi sbiaditi e colori neutri il sentimento di un'epoca cupa e ambigua, accentuato dalle musiche romantiche rielaborate da Peer Raben. Die Ehe der Maria Braun rappresentò inoltre per Fassbinder uno spartiacque stilistico tra il verboso radicalismo estetico di derivazione teatrale della prim'ora, e una nuova modalità espressiva, meno brechtiana nello straniamento della vicenda passionale. La narrazione appare marcatamente 'cinematografica', dunque più accessibile al pubblico, con espliciti accenti hollywoodiani classici, e per questo in netta controtendenza rispetto alla esasperata spettacolarizzazione di genere della New Hollywood: sono le basi dello stile a un tempo rivoluzionario e rétro che caratterizzerà l'ispirazione sempre più 'decadente' di Rainer Werner Fassbinder negli anni a venire.

Interpreti e personaggi: Hanna Schygulla (Maria Braun), Klaus Löwitsch (Hermann Braun), Ivan Desny (Karl Oswald), Gisela Uhlen (madre di Maria), Elisabeth Trissenaar (Betti Klenze), Gottfried John (Willi Klenze), Hark Bohm (Senkenberg), George Byrd (Bill), Claus Holm (medico), Günter Lamprecht (Hans Wetzel), Anton Schiersher (nonno Berger), Sonja Neudorfer (crocerossina), Volker Spengler (controllore), Isolde Barth (Vevi), Bruce Low (ufficiale americano), Günther Kaufmann (soldato americano in treno), Karl-Heinz von Hassel (pubblico ministero), Kristine Hopf-de Loup (cancelliere), Hannes Kaetner (ufficiale di stato civile), Michael Ballhaus (avvocato), Peter Berling (Bronski), Rainer Werner Fassbinder (venditore), Martin Häussler (giornalista), Horst-Dieter Klock (uomo nell'auto), Lilo Pempeit (signora Ehmke), Rolf Bührmann, Norbert Scherer, Arthur Glogau (guardie).

Bibliografia

Y. Lardeau, Le mariage de Maria Braun, in "Cahiers du cinéma", n. 308, février 1980.

M. Sesti, I livelli di trasgressione, in "Filmcritica", n. 302, febbraio 1980.

J.-Ph. Domecq, Comment désire la femme au temps du miracle allemand, in "Positif", n. 228, mars 1980.

R. McCormick, The Marriage of Maria Braun, in "Cineaste", n. 2, spring 1980.

L. Stefanoni, Un 'monumento' che si basa sulla capacità di oscillare, in "Cineforum", n. 194, maggio 1980.

R.C. Reisner, Memories from the Past. A Study on Rainer Werner Fassbiner's 'The Marriage of Maria Braun', in "Journal of Popular Film and Television", n. 3, fall 1981.

A. Kaes, History, Fiction, Memory: Fass-binder's 'The Marriage of Maria Braun', in "Persistence of Vision", n. 2, fall 1985.

M.B. Haralovich, The sexual politics of 'The Marriage of Maria Braun', in "Wide Angle", n. 1, January 1990.

CATEGORIE