DIRADAMENTO

Enciclopedia Italiana (1931)

DIRADAMENTO (fr. éclaircie; sp. entresaca; ted. Lichtung; ingl. thinning)

Aldo PAVARI
Giovanni DALMASSO

In silvicoltura è l'operazione che serve a graduare lo spazio d'aria e di terreno di cui ogni albero della foresta deve godere, in proporzione alle crescenti sue esigenze di vita. I diradamenti consistono in tagli incrementali, interessanti una determinata percentuale degli alberi del soprassuolo e ripetuti a periodi più o meno lunghi, dallo stadio giovanile del bosco sino alla sua maturità cioè all'epoca del taglio definitivo. I diradamenti s'informano generalmente al principio di favorire in un primo periodo l'accrescimento in altezza degli alberi e la formazione di fusti cilindrici e senza rami, cioè mantenendo il bosco denso; in un secondo periodo di favorire l'accrescimento diametrale del fusto, facendo affluire maggior copia di luce. Essi hanno perciò, di regola, un'intensità via via crescente. Questo principio di massima è tuttavia soggetto a molte modificazioni, a seconda della specie legnosa, delle condizioni ambientali, del sistema di coltura del bosco e degli assortimenti legnosi che si vogliono ottenere. Quanto più frequenti e accurati sono i diradamenti, tanto maggiore è l'accrescimento legnoso del soprassuolo e perciò il grado d'intensificazione della silvicoltura è espresso principalmente dal modo e dal metodo col quale si effettuano i diradamenti.

In viticoltura il diradamento consiste nell'asportare i grappoli in eccesso d'una vite, o, più frequentemente, una parte degli acini d'un grappolo. Quest'ultimo è particolarmente importante per le uve da tavola, soprattutto di lusso. Sopprimendo dal 40 al 75%, degli acini d'un grappolo, quelli che rimangono ingrossano molto di più e il grappolo assume un aspetto assai più attraente. L'operazione si fa da 15 a 20 giorni dopo l'allegamento, servendosi di forbici speciali, lunghe e sottili, e aiutandosi con una stecca di legno biforcata a un'estremità, in modo da evitare di toccare i grappoli con le mani. Si tolgono soprattutto gli acini più piccoli, e quelli della parte mediana e inferiore del grappolo, cercando di correggere la cattiva distribuzione degli acini stessi, sì da ottenere un grappolo armonico in ogni sua parte.

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