DISENTIS

Enciclopedia Italiana (1932)

DISENTIS (A. T., 20-21)

Fritz GYSIN
H. Tii.

Abbazia di benedettini nel Cantone dei Grigioni (nel 766 Desertina, nel 960 ecclesia Disentinensis, nel 10zo abbatia Disentinentis), in romancio: Mustèr "monastero". Il convento ebbe grande importanza nel Medioevo, trovandosi allo sbocco dei passi del Lucomagno e dell'Oberalp. Secondo una tradizione, sarebbe stato fondato nel 614 da san Sigisberto, discepolo di Colombano, con l'aiuto di san Placido, reto. Il documento più antico che parli del convento, è il testamento del vescovo Tello di Coira, del 15 dicembre 756, col quale questi fece grandi donazioni all'abbazia e costituì così il suo dominio nell'Oberland Grigione (l'odierna Cadi, da casa Dei). Carlomagno assegnò nell'806 il convento al vescovado di Coira, ma la sua posizione importante sulle strade dei passi suddetti indusse gli Ottoni a conferire ai monaci la facoltà di eleggere liberamente l'abate e a donar loro diversi beni. Il convento aveva allora una grande proprietà anche nell'Italia settentrionale. A contare dal 1020, l'abbazia fu per molti anni (fino al 1137) dipendente da quella di Bressanone, ma nel frattempo Enrico III le aveva conferito (1048) la dipendenza immediata dall'Impero, poi confermata da Lotario nel 1126. Risalgono a questi diplomi la dignità di principe dell'Impero conferita all'abate e il diritto di moneta da lui esercitato fino al 1729. Nel 1424 l'abate Pietro di Pontaningen partecipò alla fondazione della Lega Grigia, assicurandosi una posizione eminente. Il convento e il villaggio furono incendiati dai Francesi il 6 maggio 1799 e andarono distrutti la biblioteca e l'archivio.

Monumenti. - Il convento conserva vestigia di tre chiese dei secoli VII e VIII (in San Martino la cripta e molti frammenti della decorazione; in Santa Maria le tre absidi; nella cappella di S. Pietro la pianta rettangolare con abside), che nel 1685 lasciarono luogo all'attuale edificio monastico e alla bella chiesa barocca terminata nel 1712 su disegno del Moosbrugger.

Bibl.: Th. v. Mohr, Regesten der Bened. Abtei D., Coira 1833; G. Cahannes, Das Kloster D. (-1586), Stans 1899 (estratto da Studien und Mitteil. aus dem Benedict. u. Cisterc. Orden, XVIII, XIX); R. Hoppeler, Studien zur Gesch. d. Stiftes D., in Jahrb. der hist.-antiq. Gesellschaft von Graubüunder, XLI (1911); P. E. Martin, La Suisse à l'époque mérov., Ginevra 1910; Id., Les sources hagiogr. relatives aux Ss. Placide et Sigebert, ecc., in Mélanges F. Lot, Parigi 1925; Regesta Pontificum Roman. (ed. Kehr), Germania Pontificia, II, ii, Helvetia Pontificia (ed. Brackmann), Berlino 1927, pp. 103-107 (con bibl. completa).

Per i monumenti: E. A. Stückelberg, Die Ausgrabunger zu D., in Basler Zeitschr. für Gesch., VI (1907), p. 894 segg.; VII (1908), p. 220 sgg.; IX (1910), p. 36 segg.; id., Germanische Frühkunst, in Monatsh. f. Kunstw., II (1909), pp. 114-33; J. R. Rahn, in Anzeiger f. schweizer. Altertumskunde, 1908, p. 35 segg.

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