Distrofia

Dizionario di Medicina (2010)

distrofia


Alterazione del trofismo di singoli tessuti o dell’intero organismo, che si manifesta con atrofia e degenerazione di alcuni elementi cellulari e con ipertrofia di altri. In genere si modifica anche la morfologia delle parti affette. Le cause sono varie e non sempre chiare (disturbi dell’apporto nutritivo, lesioni dei centri nervosi trofici, deviazioni dello sviluppo embrionale, ecc.). Si distinguono d. congenite e acquisite. Il termine si applica a vari quadri morbosi anatomo-clinici: d. adiposo-genitale (o sindrome di Fröhlich), d. muscolare progressiva, ecc. D. del bambino: nel lattante può essere secondaria a cause d’origine materna (infettive, tossiche, alimentari, malattie metaboliche) o essere acquisita (dispepsie protratte, gastroenteriti, ecc.); il lattante distrofico, in contrapposto all’eutrofico, ha aspetto sofferente, cute arida e poco elastica, sottocutaneo scarso, accrescimento deficiente o stazionario, il tutto congiunto agli altri segni della causa determinante; nei bambini di maggiore età, manifestazioni distrofiche di vario tipo possono essere dovute a malattie intestinali, da carenza, endocrine, ecc. D. miotonica: malattia a carattere familiare, caratterizzata da atrofia che prevale in alcuni muscoli della faccia e nei segmenti distali degli arti; è detta anche miotonia atrofica.

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