TRENTACOSTE, Domenico

Enciclopedia Italiana (1937)

TRENTACOSTE, Domenico

Palma Bucarelli

Scultore, nato a Palermo il 20 settembre 1859, morto a Firenze il 18 marzo 1933. Studiò dapprima in patria col Delisi che lo avviò alla plastica; più tardi con D. Costantino. Nel 1878 si recò a Firenze, dove lo attirava l'ammirazione per gli antichi maestri e dove si stabilì più tardi definitivamente, insegnando negli ultimi anni al R. Istituto di belle arti. Nel 1880 era a Parigi, e si collocò dapprima nello studio del Lanzirotti, poi in quello del Ciribelli. Presto si fece notare esponendo al Salon una Testa di vecchio. Da allora partecipò frequentemente alle mostre parigine. Nel 1891, a Londra, la Cecilia fu acquistata dalla principessa di Galles e gli procurò fama anche in Inghilterra. Ma l'opera con cui si affermò in Italia fu Derelitta che, esposta nel 1895 alla prima Biennale di Venezia, ebbe il primo premio per la scultura e fu acquistata dal Museo Rivoltella di Trieste. Nei primi anni si era dedicato quasi esclusivamente al ritratto, che rimane sempre la parte più copiosa della sua produzione; ma soprattutto nelle opere di fantasia, meno legato al vero, il T. rivela pienamente la squisita personalità della sua arte che della forma reale si giova soltanto per esprimere un proprio spirituale tormento, un'ansiosa aspirazione di vita. Arte pervasa di sentimento profondo e sincero, quasi sempre velato di malinconia, espresso attraverso una forma pura e armoniosa "che fa pensare a uno scultore antico animato da un delicato sentimento moderno". Nascono così Ofelia, Pia dei Tolomei, il Raccoglimento, statua funebre per la tomba della sorella nel cimitero di Palermo; la Niobide, il Frammento per una fontana. La Galleria naz. d'arte moderna di Roma possiede di lui Alla fonte, La dormente e il Caino; quest'ultimo concepito sotto l'influsso di Rodin. Insigne medaglista, molte opere sue in questo campo figurano accanto a quelle dei più celebri artisti francesi al Museo del Lussemburgo. Delle sue ultime opere vanno ricordati il S. Francesco e la statua di Monsignor Bonomelli. Fu accademico d'Italia.

Bibl.: N. Fleres, Arte contemporanea, D. T., in L'Arte, I (1898), p. 439; L. Callari, Storia dell'arte contemporanea italiana, Roma 1909, p. 69; A. Borzelli, Prime linee di una storia della scultura italiana nel sec. XIX, Napoli 1912, p. 186; U. Ojetti, Ritratti d'artisti italiani, Milano 1921-1923, I, pp. 163-77; V. Pica, Mostra individuale di D. T., Galleria Pesaro, ivi 1920; G. Vigezzi, La scultura italiana dell'Ottocento, ivi 1932; Emporium, II (1895), pagina 72; IX (1899), p. 242; XVIII (1903), p. 400; A. Colasanti, La Galleria nazionale d'arte moderna in Roma, s. a.; V. Guzzi, La morte di D. T., in Nuova Antologia, 1° aprile 1933, pp. 470-472.

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