GIOVANNI d'Austria, Don

Enciclopedia Italiana (1933)

GIOVANNI d'Austria, Don

Nino Cortese

Figlio naturale di Carlo V d'Austria e di Barbara Blomberg, nato in Ratisbona il 24 febbraio 1545 e allevato in segreto da Luigi de Quejada, fu riconosciuto come fratello da Filippo II nel 1559. Sul principio destinato alla carriera ecclesiastica, rivelò pronunciatissime tendenze militari, che indussero il monarca ad affidargli incarichi di fiducia; ed egli finì per divenire il più famoso, se non il più valente, ammiraglio e generale del suo tempo, e uno dei maggiori collaboratori del sovrano spagnolo nello sviluppo della sua politica interna ed estera. Capitano generale della flotta del Mediterraneo nel 1568, combatté i barbareschi tra Orano, Algeri e Mazalquivir. Poi, l'anno seguente, fu nominato generalissimo nella lotta contro i Moriscos del Mezzogiorno della Spagna, diretti da Muley Mohamed Abenhumeya e poi da Abenaboo: nel 1571 i Moriscos furono internati e dispersi nella Castiglia. La lotta contro il mondo musulmano fu continuata nello stesso anno su di un teatro più vasto dalla lega contro il Turco, organizzata da papa Pio V e formata dalla Spagna, da Venezia e dalla Santa Sede: G. ebbe il supremo comando della flotta degli alleati, e la vittoria gli arrise a Lepanto il 7 ottobre del 1571. Seguì, per opera sua, la sottomissione di Tunisi, ma fu trionfo di breve durata, ché nel 1574 La Goletta cadde nelle mani dei Turchi. Più volte in questi anni condottiero della flotta spagnola nel Mediterraneo e anche luogotenente generale in Italia, nel 1576 fu nominato governatore e capitano generale nelle Fiandre, dove fedele alla Spagna non era rimasto che il Lussemburgo. Ottenne (17 febbraio 1577) la stipulazione dell'editto perpetuo o pacificazione di Gand (v.), che restituì agli Asburgo la parte cattolica dello stato; poi riprese la guerra contro coloro che non avevano voluto accettare l'accordo e già la sorte delle armi volgeva favorevole agli Spagnoli che comandati da Alessandro Farnese, vincevano a Gembloux (3 febbraio 1578) gl'insorti, quando la morte colpiva improvvisamente G. il i° ottobre del 1578 a Bouges (Namur). Non furono né sono provate le accuse che gli furono rivolte di aver pensato di rendersi indipendente dal fratello per crearsi un proprio dominio.

Bibl.: Cfr. in genere B. Porreño, Historia del señor D. Juan de Austria, 1899; W. Havemann, Das Leben des D. Juan, Gotha 1865; L.-P. Gachard, Don Juan d'Autriche, Bruxelles 1868-69; A. Desplanques, Don Juan d'Autriche, Parigi 1869; W. Stirling-Maxwell, Don John of Austria, Londra 1883; Cartas, in Documentos escogidos del Archivo de la Casa de Alba, Madrid 1891; G. Boglietti, D. Giovanni d'Austria, Bologna 1894; Lettere a Giov. Andrea Doria, ed. A. Doria, Roma 1896; Cartas, ed. A. Rodríguez Villa, in Revista de archivos, bibliotecas y museos, 1897. Sulla madre cfr. P. Herre, Barbara Blomberg, Lipsia 1909. Sulla guerra contro i Moriscos, v. moriscos e Corresp. sobre la guerra contra los moriscos de Granada, in Colección de documentos inéd. para la hist. de España, XXVIII. Per la battaglia di Lepanto, v. lepanto. E per la campagna nelle Fiandre, oltre la voce fiandra, cfr. F. Barado y Font, D. Juan de Austria en Flandes, Madrid 1901; e H. F. M. Huybert, Don Juan van Oostenrijk, Utrecht 1913.