Don

Enciclopedia Dantesca (1970)

Don (Tanai)

Adolfo Cecilia

Fiume della Russia meridionale; nasce dal lago Ivan e sbocca nel Mar d'Azov.

I toponimi greco e romano erano rispettivamente Τάναις e Tanais, derivati probabilmente dall'iranico dānu (= fiume), donde anche il russo antico Donǔ. Il toponimo Tanai, con le varianti Tanay, Tanais, Thanais, era ancora in uso nel Medioevo; in tale periodo il fiume veniva considerato, ripetendo una concezione dell'antichità classica, come il limite orientale dell'Europa. Anche la relativa didascalia del planisfero del Vesconte esprime tale concetto (Revelli, Italia 55). Diffusa anche l'idea di una posizione del fiume più settentrionale di quella reale, e della sua origine dagli inesistenti Monti Rifei (Buti, Landino, Vellutello; v. RIFE, MONTAGNE). Da notare inoltre che, mentre la maggior parte dei commentatori colloca il fiume nella Scizia (Benvenuto, Daniello) o nella Tartaria (Graziolo, Ottimo), regione questa i cui incostanti confini giunsero a toccare nel basso Medioevo a ovest il Mar Nero e a est l'Oceano Pacifico, l'Anonimo stranamente lo definisce " lago nella Magna che n'esce con gran fiume che si chiama il Rodano e corre per mezzo la Proenza ". Per il Lana, poi, " Tanai si è una contrada ov'è lo mare sopraditto " [mar de la Tana].

D. nomina il fiume in If XXXII 27 per meglio illustrare lo spessore del ghiaccio della Caina: Non fece al corso suo sì grosso velo / di verno la Danoia in Osterlicchi, / né Tanaï là sotto 'l freddo cielo, / com'era quivi; che se Tambernicchi / vi fosse sù caduto, o Pietrapana, / non avria pur da l'orlo fatto cricchi. Egli potrebbe aver ripreso l'idea delle acque del fiume gelate nei mesi più freddi da Virgilio (Georg. IV 517-519 " solus Hyperboreas glacies Tanaimque nivalem / arvaque Riphaeis numquam viduata pruinis / lustrabat ").

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