Doo-wop

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Tipo di canto affermatosi negli Stati Uniti nella seconda metà degli anni Cinquanta. Nel d. il ritmo sincopato del brano viene arricchito e scandito non solo dai cori, ma anche da un uso particolare della voce: il canto solista è accompagnato da suoni onomatopeici che imitano gli strumenti musicali (come doo wop per i fiati e rama-lama-ding-dong per le chitarre). Il d., infatti, è nato dalla creatività dei giovani afroamericani, che negli anni Quaranta reinterpretavano i brani dei più celebri gruppi vocali dell’epoca (gli Ink Spots e i Mills Brothers) tentando di riprodurre con la voce il suono di chitarre, bassi, fiati e così via. In una società ancora fortemente segregazionista, il d. ha incontrato qualche difficoltà; tuttavia, all’inizio degli anni Cinquanta ha fatto presa sulle giovani generazioni grazie a band come The Moonglows, The Flamingos e The Platters. Soppiantato dal rock, sul finire del decennio successivo è andato incontro a un rapido declino, pur rimanendo il simbolo di un’epoca: è stato spesso evocato dalla cinematografia hollywoodiana (si ricorda su tutti American Graffiti, 1973) e ha influenzato molti artisti contemporanei.

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