DOURO LITORAL

Enciclopedia dell' Arte Medievale (1994)

DOURO LITORAL

M.L. Real

Regione storica del Portogallo settentrionale, posta tra le valli dei fiumi Duero (portoghese Douro) e Ave, limitata a E dalle montagne del Marão.Alcuni monasteri dell'interno, sia benedettini sia cistercensi, possedevano lungo il litorale grange e depositi per il rifornimento di sale e pesce. La città di Vila do Conde si sviluppò attorno a un convento di Clarisse che oltre a proprietà fondiarie aveva importanti interessi legati ai magazzini del porto.Durante il Medioevo, Porto (l'antica città romana di Cale, nota fino al sec. 5° con il nome di Portucale), centro principale della regione, divenne la seconda città del paese; donata nel 1120 dalla regina Teresa al vescovo francese Ugo, si secolarizzò agli inizi del sec. 15°, quando il potere economico della città e il peso sociale degli abitanti erano già rilevanti. Ciò avvenne grazie ai rapporti commerciali, sempre più intensi, con le regioni dell'Europa settentrionale e del Mediterraneo, alla partecipazione della popolazione ai momenti decisivi della crisi dinastica del 1383-1385 e all'inizio dell'espansione portoghese nel continente africano e nell'Atlantico.La prima sede vescovile del D., nata come diramazione della sede metropolitana di Braga (Bracara Augusta), si costituì a Meinedo nel sec. 6° durante l'occupazione degli Svevi (il primo vescovo, Viàtor, sottoscrisse gli atti del concilio di Braga nel 572); successivamente, ai tempi del re Miro (m. nel 589), la sede si trasferì a Porto; durante il governo del primo vescovo Costanzo il potere politico passò nelle mani dei Visigoti.A Meinedo, nella fattoria dei Padrões, sono venuti alla luce importanti resti romani e altomedievali, tra cui diversi capitelli decorati con foglie di acanto, mentre scavi archeologici, effettuati recentemente nella chiesa parrocchiale, hanno rivelato l'esistenza di un edificio di culto con terminazione triconca analoga a quella di São Martinho di Dume presso Braga.La guerra civile che segnò la fine del regno svevo, alla fine del sec. 6°, ebbe come conseguenza il rafforzamento dell'importanza strategica di Porto, situata sul mare nel punto di passaggio obbligato per le strade che congiungevano Braga e Lisbona (Olissipo).Gli scavi archeologici condotti nella città di Porto hanno evidenziato scarsi resti di strutture abitative, sistemate tutte presso le mura, riferibili al 3°-4° secolo. Rare sono anche le testimonianze artistiche: da ricordare la notizia che riferisce al re visigoto Teodomiro la costruzione di São Martinho di Cedofeita, riportata da un'iscrizione moderna posta sul timpano del portale occidentale della chiesa.Al sec. 9° è da riferire la prima fase della Sé, documentata solo da alcuni capitelli a foglie di acanto appartenenti all'edificio fatto ricostruire dai vescovi Giusto (881) e Gomado (908-915). A questo periodo sono pertinenti anche un arco di finestra (ora in una casa di via Armenia) e un'imposta del sec. 9°-10°, entrambi provenienti dalla chiesa di São Pedro de Miragaia, nonché i capitelli in calcare dell'arco trionfale di São Martinho di Cedofeita.Nell'interno della regione sono da ricordare i resti delle chiese di Lagares (Penafiel) e di Monte de Córdova (presso Santo Tirso), tutte riferite al 9° e 10° secolo.Con l'avanzare della Reconquista cristiana verso S si rese necessario procedere alla riorganizzazione amministrativa e militare della regione; il territorium di Portucale costituiva una unità geografica i cui limiti coincidevano quasi con l'attuale litorale del D. ed erano già allora individuabili anche i territoria di Braga e di Coimbra. Ai limiti della regione si svilupparono le città di Anegia e di Santa Maria, la cui funzione principale era quella di difendere il corso inferiore del Duero. Scopo difensivo avevano pure il castello di Santa Maria de Feira, di cui si conservano vari elementi dell'originaria struttura di fortificazione (la porta con arco a ferro di cavallo e le torri quadrangolari si rifanno a modelli di ispirazione araba), e, a N del territorio, il castello di Vermoim, posto a controllo della valle del fiume Ave, che costituì anche una postazione difensiva avanzata contro le invasioni normanne e di guardia della città di Guimarães, dove risiedevano i conti di Portucale.L'ultimo quarto del sec. 11° fu molto importante dal punto di vista artistico, poiché coincise con il periodo della restaurazione della diocesi di Braga, l'ingresso nella regione della riforma di Cluny e il passaggio della contea portucalense a Enrico di Borgogna.I documenti menzionano importanti istituzioni monastiche, come Paço de Sousa, Leça, Rio Tinto, Pendorada, São Salvador di Moreira, São Pedro di Rates, Santo Tirso; di alcune di queste, cancellate dalle grandi trasformazioni dell'epoca moderna, non si conservano che resti isolati. Fanno eccezione i monasteri benedettini di Rates e di Paço de Sousa.Della chiesa di Paço de Sousa, probabilmente in origine a croce latina e navata unica con decorazione molto semplice e di carattere geometrico, rimangono solo le estremità del transetto.São Pedro di Rates è uno dei pochi monasteri benedettini direttamente dipendenti da un priorato francese, la Charité-sur-Loire, a cui fu donato nel 1100 dal medesimo conte Enrico di Borgogna, nipote del Conte di Semur patrono della Charité. Al momento della donazione la chiesa era già costruita, almeno in gran parte; si conservano tracce della navata nord e numerose sculture della prima fase, alcune reimpiegate nella costruzione del sec. 12°, altre conservate nel Mus. parrocchiale. L'edificio era costituito da un impianto trinave a cinque campate e terminazione absidale, con transetto di dimensioni analoghe a quelle attuali; nella decorazione predominano motivi geometrici ed elementi figurativi.L'influenza benedettina si sviluppò, più o meno simultaneamente, a Travança e a Rates, dove vennero progettate chiese a terminazione triabsidata con pseudo-transetto. A São Pedro di Rates questo progetto non venne però portato a termine, sicché oggi l'edificio si presenta come un amalgama di due modelli architettonici e con il segno di successivi adattamenti per rendere compatibili opere compiute in epoche differenti.La scultura di Rates presenta motivi di ispirazione autoctona vicina al romanico di Braga, ma si distingue per l'introduzione di modelli figurativi importati dalla regione del nivernese (animali rampanti affrontati, maschere feline con tralci vegetali); compaiono inoltre leoni e tetramorfi, telamoni di origine italo-provenzale e il motivo a beak-head di origine anglosassone. Tale incontro di influenze stilistiche è l'indizio della vitalità dell'Ordine benedettino portoghese, a sua volta promotore della larga diffusione di questi motivi in tutto il territorio nazionale, dal fiume Lima al Mondego, dal litorale al Tras-os-Montes.In contrasto con questa tendenza, la regione di Porto costituì una barriera per la diffusione del romanico bracarense; fattori sociali e religiosi spiegano la maggiore apertura del D. ai contatti con la Galizia. Dopo la ricostituzione del vescovado di Porto, la diocesi diventò, infatti, appannaggio del francese Ugo, arcidiacono di Santiago de Compostela, vicino al vescovo Gelmirez di Santiago e alleato di quest'ultimo nella lotta contro il metropolita di Braga. Al suo seguito erano diverse famiglie nobili che vivevano nella regione e che da sempre avevano stretti legami con la vicina Galizia e con il regno di León. La testimonianza artistica di tali contatti si ritrova per es. in un capitello di Amorim, in un altro di Paço de Sousa e nelle terminazioni delle chiese di Arnoso e di Rio Mau, entrambe della metà del 12° secolo.In quest'epoca venne iniziata la costruzione della nuova cattedrale di Porto; si trattava di un'opera di grande ampiezza, il cui piano comprendeva una terminazione con cripta e deambulatorio, cappelle radiali, transetto con due absidi, tre navate a cinque campate e torri di facciata. È da notare, anche se le motivazioni non sono ancora chiare, come la prima fase di costruzione abbia subìto l'influenza, più o meno diretta, del Romanico francese della regione di Limoges; in seguito, a partire dal 1180, venne ingaggiato il maestro Soeiro Anes, precedentemente attivo a Coimbra. Da questo momento di svolta derivò una chiara evoluzione verso le forme tipiche dell'arte di Coimbra, come testimoniano i capitelli alti delle navate e il portico occidentale, per il quale, attraverso i pochi elementi conservati, è possibile stabilire un parallelo con il portico della Sé Velha di Coimbra. Insieme a Soeiro collaborarono anche un maestro locale e un altro originario della città di Zamora, come mostrano l'alzato interno della parte absidale e il portale occidentale, prossimo alla porta del Vescovo della cattedrale di León. L'influenza del maestro Soeiro è inoltre rilevabile nelle chiese di São Martinho di Cedofeita e di São Pedro di Ferreira.La diffusione, all'interno del D., del formulario artistico caratteristico del romanico di Coimbra diede origine al c.d. romanico di Paço de Sousa. Le tappe essenziali della formazione del nuovo stile sono rilevabili a Ferreira, São Pedro di Roriz, Pombeiro e São Vicente di Sousa. Il monastero di Paço de Sousa, con pianta di tipo benedettino a tre navate, è l'esempio più compiuto di questa corrente, la cui vitalità arriva fino alla metà del 13° secolo. La conclusione dei lavori a Roriz rientra ancora nell'orbita di questo movimento artistico, come è evidente nel rosone.Il mausoleo della famiglia reale dei Ribadouro, patroni del monastero di Paço de Sousa, addossato al lato nord del transetto della chiesa, fu demolito nel 18° secolo. Tra gli altri monumenti funebri, rilevanti sono i resti, appartenenti a due diverse fasi, della tomba di Egas Moniz (m. nel 1146), precettore del primo re del Portogallo, Alfonso Henriques; nonostante la disorganicità con cui sono stati riassemblati, essi costituiscono esempi notevoli dell'arte funeraria romanica; i lati sono istoriati e la loro interpretazione risulta difficile: la tesi più diffusa è che siano riferiti - soprattutto i pezzi del sec. 13° - al racconto dell'ambasciata di Moniz presso il re di León. Il resto della scultura funeraria della regione non è molto ricco; sono da ricordare alcune statue di giacenti, realizzate in granito, dei secc. 13°-14°, a Santo Tirso, Pombeiro, Ferreira, São Pedro di Cete, Vila Boa do Bispo.In calcare furono invece realizzati i sarcofagi di Rodrigo Sanches (m. nel 1245), conservato nel convento di Grijo, e di João Gordo nella Sè di Porto; il monumento del primo, figlio naturale del re Sancio I, fu commissionato dalla sorella Costanza agli artisti di Coimbra, il che spiega l'utilizzazione della pietra e la maggiore ricchezza iconografica. Oltre alla raffigurazione del giacente, attorniato da sei cherubini, il sarcofago presenta una decorazione scultorea sui tre lati: motivo centrale è la figurazione di Cristo in gloria, circondato dai quattro simboli degli evangelisti, e ai lati, inclusi in arcate, le figure dei dodici apostoli e quella di un re, a sottolineare il lignaggio del defunto. La tomba di João Gordo, tesoriere reale di Porto, è stata attribuita a maestro Pero scultore e datata al secondo quarto del sec. 14°; sulla fronte del sarcofago è raffigurata l'Ultima Cena.Gli Ordini mendicanti, insediatisi a Porto intorno al secondo quarto del sec. 13°, completarono i loro edifici solo alla fine del secolo; rimangono la chiesa di São Francisco - costruzione gotica a tre navate, dove sono conservate alcune sepolture di notabili della città - e il monastero di Santa Clara, fondato dal re Giovanni I (1385-1433), di cui si conserva in parte la struttura gotica originale.Nelle vicinanze di Porto, a Leça do Balio, si trovava la casa madre degli Ospedalieri; la sua chiesa, riedificata al tempo del priore Estevão Vasques Pimentel (m. nel 1336), presenta caratteri affini al São Francisco di Porto, mentre per il coronamento a merli presente sulla torre che affianca la facciata occidentale è avvicinabile alla Sé. All'interno è conservata una lastra di bronzo, prodotta nelle Fiandre, con l'epitaffio del priore Estevão.Più a N è il convento di Santa Clara di Vila do Conde, una fondazione di Alfonso Sanches, figlio illegittimo di re Dionigi (1279-1325) e di Teresa Martins; la chiesa, a una sola navata, è stilisticamente legata al gotico di Porto. Nei pressi di Vila do Conde si trova il ponte medievale di Lagoncinha, sul fiume Ave.Dal punto di vista dell'architettura militare spiccano le mura della città di Porto: della prima cinta, ricostruita nel sec. 12°, sussiste un breve tratto a N-E, mentre la seconda, che nella sua interezza si estendeva per m. 2600 ca., fu iniziata dal re Alfonso IV (1291-1357) e conclusa nel sec. 14° da Ferdinando I (1367-1383).Dell'importante produzione orafa di Porto sono conservati solo pochi esempi nella Casa-Mus. de Guerra Junqueiro. Nel Mus. Nacional de Soares dos Reis si custodiscono alcune sculture romaniche (provenienti da Cedofeita, Rates e Paderme), decorazioni in pietra (da edifici della città) e molti oggetti di arte decorativa. Nel Seminario maggiore, nei pressi della cattedrale, si trova una piccola collezione di sculture in legno (dei secc. 13° e 14°), quasi tutte provenienti da monasteri e chiese parrocchiali della regione.La Bibl. Pública Mun. è ricca di codici miniati dei secc. 12°-15°, originari della diocesi di Porto e, per gran parte, del monastero di Santa Cruz a Coimbra.

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