droga In farmacologia, ogni prodotto naturale, vegetale o animale, contenente uno o più principi attivi (alcaloidi, glicosidi, saponine,
Nel linguaggio corrente viene chiamata d. qualsiasi sostanza capace di modificare temporaneamente lo stato di coscienza o comunque lo stato psichico dell’individuo; rientrano pertanto fra le d. gli stupefacenti, gli allucinogeni, i barbiturici e gli altri psicostimolanti, nonché alcune sostanze atte ad aumentare le energie e il rendimento fisico, soprattutto nelle competizioni sportive. In tale quadro il termine d. è molto generico poiché comprende sostanze con proprietà diversissime e spesso indica in senso restrittivo composti esclusi per legge dal prontuario farmaceutico quali l’eroina, la cocaina, l’LSD. Solitamente si fa distinzione tra d. leggere e d. pesanti (oppure, per traduzione dell’ingl. hard e soft, tra d. dure e d. morbide), distinzione fondata soprattutto sulla considerazione dei danni che le varie d. possono produrre sull’organismo di chi ne fa uso, e sulla condizione di dipendenza che esse tendono a indurre.
Per gli aspetti medici, morali, sociali e giuridici connessi con l’uso, l’abuso, la disponibilità, la prevenzione della d. ➔ stupefacente e tossicodipendenza; per l’uso della d. in ambienti sportivi ➔doping.