DROGA

Enciclopedia Italiana - IV Appendice (1978)

DROGA

Eugenio Paroli

Al significato scientifico di d., inteso come materiale naturale provvisto di proprietà farmacologiche, si è affiancato in anni recenti quello, popolare, sinonimo di stupefacente (v. stupefacenti, XXXII, p. 896; App. II, 11, p. 924; III, 11, p. 862, e in questa App.). Derivato probabilmente dall'olandese droog o dal tedesco troken (secco), il termine si applicava originariamente ai materiali vegetali più diversi, con carattere di spezie, importati allo stato secco e utilizzati dalla medicina occidentale come "semplici" o principi naturali medicamentosi. Alcune d. (aconito, mandragora, belladonna) richiamano già nel Rinascimento l'interesse della criminalità per essere provviste di effetti neuro e cardiotossici in grado di essere sfruttati a fini delittuosi, un impiego che conferisce al termine d. il significato peggiorativo di tossico insidioso, d'intruglio, di strumento di veneficio, poi conservatosi nel linguaggio corrente.

Peraltro, in altre aree geografiche per la natura botanica della flora che vi alligna, il concetto di d. richiama quello di un materiale che altera le funzioni sensoriali, che dà oblio, che sopprime sensazioni sgradevoli o conferisce eccezionali energie o capacità. L'eccezionalità degli effetti è adombrata dalle terminologie indigene. Per gli Arabi, hashish (erba) è l'erba per eccellenza; nell'ideografia sumerica il papavero è la "pianta della gioia" (hul gil); l'oppio per i Greci è "il succo" (ὀπός); per gl'indigeni messicani i funghi sacri allucinogeni contenenti psilocibina sono "teomanacati" (carne di Dio). In America e in Asia le d. acquistano, inoltre, una collocazione culturale identificando gruppi sociali o etnici, rituali o appartenenze religiose. I coqueros sono le popolazioni della Bolivia e del Perù che masticano foglie di coca; i peyotisti sono i membri della Native American Church che usano il peyote allucinogeno nei riti sacri in Messico e nelle regioni del Rio Grande, ecc.

Penetrate nei paesi occidentali come mezzo di evasione, apprezzato da un'élite intellettuale (come testimoniato dalle Confessioni di un mangiatore di oppio di Th. De Quincey e dai Paradisi artificiali di Ch. Baudelaire), le d. si diffondono presto tra ceti meno sofisticati sino a divenire un pesante problema medico-sociale intorno alla metà del 19° secolo. Vi concorrono, con la migliore comprensione delle conseguenze patologiche della tossicomania, diversi fattori di ordine economico, sociale, culturale e terapeutico che tendono a dilatare l'abuso delle droghe. L'impiego incontrollato di morfinici tra i veterani delle molte guerre, la volgarizzazione della psicoanalisi e della psicosomatica (abuso di ipnotici e poi di tranquillizzanti), le tensioni sociali ed economiche delle due guerre mondiali, il proibizionismo americano (solventi, cocaina), la pratica del doping (anfetamine), la moda delle cure dimagranti (anoressizzanti, psicostimolanti) e, intorno agli anni Sessanta, lo sperimentalismo e il rifiuto di tradizionali regole di vita promossi da alcune comunità giovanili (hippies, blousons noires, teddy boys, ecc.) e da certi campus universitari che favoriscono l'esplosione dell'uso di anfetaminici o di allucinogeni a scopo psichedelico. Per generalizzazione d. diviene sinonimo di prodotto chimico diretto a ottenere, senza alcun lecito fine curativo, effetti psichici abnormi, talora dissennanti, di detrimento per l'individuo e la società.

Classificazione. - Le d. suscettibili d'indurre tossicomania possono essere classificate nei gruppi dei narcotici comprendenti l'oppio, i suoi costituenti naturali (morfina e codeina) e loro derivati (eroina, metadone, meperidina, ecc.); i depressivi o sedativi che comprendono numerosi ipnotici (barbiturici, la glutetimide, l'etclorovinolo, il metaqualone, la paraldeide, il cloralio idrato, ecc.), vari tranquillanti che si comportano per lo più come le sostanze depressive (clordiazepossido, diazepam, meprobamato); gli stimolanti come la foglia di coca e il principio attivo cocaina, le anfetamine e i numerosi analoghi psicoattivi (metilamfetamina, metilfenidato) e anoressizzanti usati a scopo dimagrante (fenmetrazina, fendimetrazina, ecc.); gli allucinogeni come la marihuana (specie la sua più potente preparazione hashish), la dietilamide dell'acido D lisergico (LSD), i semi di Rivea corymbosa (morning glory), l'STP o DOM (4 metil 2,5 dimetossianfetamina), la mescalina, il DMT (dimetiltriptamina), la psilocibina (principio della Psylocibe mexicana), la bufotenina (5 idrossi NN dimetiltriptamina), l'ibogaina (dalle radici, dalla corteccia e dallo stelo di Tabernauthe Iboga), lo smash od olio di canape indiana con hashish, l'LBJ (N metil 3 piperidil benzilato cloridrato), il THC (o delta 9 tetraidrocannabinolo), la noce moscata, la bufotenina (dai baccelli di Piptademia peregrina), la belladonna e lo stramonio. Inoltre sono da considerare d. le bevande alcoliche specie ad alta gradazione, i numerosi solventi volatili per aeromodellismo, l'etere, la benzina, ecc., che per inalazione producono effetti euforizzanti o narcotici. Una seconda classificazione tiene conto dell'attitudine delle d. a indurre dipendenza, elemento distintivo della tossicomania (v. tossicomania, in questa App.). Secondo tale criterio le d. sono "molli", come marihuana e anfetamina quando sono scarsamente suscettibili d'indurre dipendenza, o "dure", come cocaina, oppio, oppioidi, determinati ipnotici, alcool che inducono intenso stato di dipendenza.

Il materiale usato e le modalità di somministrazione seguite variano con il tipo di droga. Tra i narcotici, l'oppio può essere fumato attraverso una pipa con una lunga cannuccia o ingerito attraverso preparazioni medicinali. L'eroina viene assunta per iniezione specie per via endovenosa ma nei paesi orientali può essere fumata con diverse tecniche indicate da termini slang (ack ack, cannone antiaereo, fumare il dragone, suonare l'organo). Raramente i narcotici vengono usati per via orale. Le anfetamine vengono assunte per bocca ma più frequentemente per via endovenosa, più pericolosa per gli effetti cardio e neurotossici. La metilanfetamina (speed) viene usata in tavolette o in fiale. La cocaina può essere introdotta per annusamento o iniettata per via endovenosa. Gl'ipnotici barbiturici, la glutetimide e il metaqualone sono i farmaci espressivi più usati come droghe. Vengono assunti per bocca, per via rettale o per via endovenosa. La glutetimide è spesso ingrediente di tossicomanie plurime, talora svolgendo la funzione di attenuare effetti indesiderati di altre d. o di smorzare i sintomi dell'astinenza. L'abuso di grandi dosi di ipnotici è praticato dai tossicomani che ricercano un particolare tipo di euforia associato a uno stato neurotossico e allucinatorio (downers). Tra i depressivi, i solventi per aeromodellismo, i cosiddetti freons (fluoroclorocarburi), l'etere, la benzina, i solventi industriali delle vernici, ecc., vengono inalati spesso con tecniche pericolose (bag snuffing) cui segue la morte improvvisa per arresto cardiaco. La resina della marihuana può essere separata, estratta e assunta con il tè o inclusa in pasticcini e bombons. La marihuana viene fumata in sigarette di varia foggia o con la pipa. Il cosiddetto "olio di canapa" distillato della resina, e il principale costituente della canapa, il Δ-9-tetraidrocannabinolo, vengono assunti per diverse vie e con varie modalità. Lo LSD viene generalmente usato per bocca prelevandolo dai vari materiali veicoli del traffico illecito (zollette di zucchero, francobolli, biglietti del tram, ecc.). Altri allucinogeni come i semi di Rivea corymbosa vengono preparati come polvere per il tè o masticati; l'EST e il DOM, correlati chimicamente alla mescalina, sono assunti per bocca o in tavolette, la mescalina viene aggiunta al tè, caffè o soda; la bufotenina viene annusata o iniettata per via endovenosa.

Glossario della droga. - È l'espressione del particolare livello culturale e della solidarietà associativa che largamente caratterizzano i consumatori della droga.

Nel glossario diffuso in Italia ricorrono alcuni termini come "fumo" (fumo della marihuana) o "mary" (marihuana); l'hashish di varia provenienza e la marihuana sono indicati come "erba"; l'LSD come "acido". L'anfetamina è nota come "speed"; la mescalina è indicata come "mesca". Con riguardo alle forme di somministrazione, la "busta" corrisponde a una dose di eroina. Sinonimi d'iniezione di d. (specie di eroina) sono "pera", "buco", "fix"; la frode nella confezione di una d. è "la suola" o "suolata". Quanto alla qualità della d., il brown sugar è l'eroina pura (tipo IV) di provenienza orientale mentre la bianca è meno pura e di provenienza marsigliese. Le sigarette di tabacco e marihuana preparate con una sola cartina sono indicate come "spino" o "spinello". Anche nel glossario italiano sono penetrate espressioni anglosassoni come high e flash per indicare gli effetti dei morfinici per via endovenosa; trip (viaggio) è l'esperienza psichedelica con LSD e altri allucinogeni; il down indica l'euforia da rilassamento e atassia, da ipnotici o postuma dopo psicostimolanti; la "ruota", la sindrome di astinenza.

Traffico della droga.- Il traffico illegale è controllato da organizzazioni locali con diffusione mondiale. Il prodotto principale, per il grande profitto economico che ne deriva, è l'eroina, una sostanza esclusa ovunque dai formulari farmaceutici. La maggior parte dell'eroina proviene dall'oppio coltivato in Turchia, Afghānistān, Messico e Asia sudorientale. Sebbene la topografia del traffico di eroina sia relativamente condizionata da eventi politici di varia natura (per es., le aree di belligeranza nel Sud-Est asiatico) si possono identificare alcune vie principali nell'itinerario della droga. Il "triangolo d'oro" è l'area di produzione e smistamento della d. compresa tra Birmania, India e Pakistan donde la materia prima passa rispettivamente a Ceylon e in Iran. In Iran perviene anche la produzione di oppio della Turchia, presentemente sede di estrazione della morfina e trasformazione in eroina, in altemativa ai laboratori clandestini di Marsiglia. Altra area di diffusione dell'oppio comprende la Thailandia con il suo commercio verso Bangkok, Saigon e Singapore. Siria, Libano, Italia, Corsica e Iugoslavia sono prevalentemente aree di transito per l'Europa occidentale in particolare per la Francia meridionale dove si produce eroina, e per gli Stati Uniti cui perviene anche l'eroina del Messico. L'hashish nella preparazione "olio di canapa" proviene dal Medio Oriente ma anche dal Messico, dalla Colombia e dalla Jamaica. L'hashish solido è prodotto largamente in Marocco. Più diffusa è la fabbricazione di LSD, preparato con una certa facilità dai laboratori clandestini anche con attrezzatura limitata. Inoltre, la maggior parte delle d. di origine sintetica e, comunque, quelle che vengono impiegate in medicina, sono avviate al traffico illegale come materia prima o vengono ottenute da prescrizioni mediche illecite o contraffatte. Per tale motivo le legislazioni vigenti nei vari paesi fanno capo ad alcuni accordi internazionali come la Convenzione unica sugli stupefacenti adottata a New York (30 marzo 1961), il Protocollo di emendamento di Ginevra (25 maggio 1972) e la Convenzione di Vienna del 1971. Attraverso tali deliberazioni gli Stati firmatari hanno fissato in tabelle i tipi di d. e loro preparazioni che sono da controllare a livello di produzione, di prescrizione e di vendita.

La legislazione italiana (22 dicembre 1975, n. 685) ha incluso gli stupefacenti e le preparazioni medicinali che li contengono in 6 tabelle di ordine decrescente di pericolosità, fissando per ciascuna le modalità di controllo.

Pericoli biologici impliciti nell'uso delle droghe. - Possono essere rappresentati da tre tipi d'intervento lesivo. Il primo è costituito dallo stato di alterazione psichica in coincidenza dell'intossicazione periodica o della sindrome di astinenza (v. tossicomania, in questa App.). Il secondo, più intimo e grave sul piano biologico, è responsabile di alterazioni organiche e cellulari delle quali non è agevole definire l'esatto momento dell'inizio, né lo specifico concorso della d. rispetto a disposizioni genetiche o patologiche del soggetto. Tali le alterazioni genetiche da LSD; i teratomi da morfina o da ipnotici; l'epatosi da morfinici; la cirrosi alcolica; il decadimento intellettuale, la compromissione delle reazioni immunitarie, le lesioni precancerose polmonari da marihuana; l'ipospermia e la riduzione del tasso di cortisolo e di testosterone da morfinici e da marihuana; le psicosi persistenti, specie di tipo paranoide, da anfetaminici e da LSD. Il terzo tipo di danno può insorgere in rapporto alla dose, alla preparazione usata o alla modalità di assunzione della droga. Nei casi più gravi consiste nell'errata assunzione di dosi superiori all'assuefazione raggiunta, con la conseguenza di un'intossicazione acuta frequentemente mortale. In altri casi, reazioni cardiocircolatorie, infiammatorie, infezioni derivano rispettivamente da "contaminazioni" e "sofisticazioni" della d., da uso di miscele di d. con sinergismi tossici, dall'impiego di siringhe infette (epatite virale), infine dalla deliberata iniezione endovenosa di d. ottenute da preparazioni non iniettabili, come compresse, macerati, ecc. (granulomi, occlusione dell'arteria retinica, embolia polmonare, ecc.).

Società e droga. - Nei paesi più progrediti sia in Oriente sia in Occidente viene respinto l'uso non medico di d. in quanto esso rappresenta l'asservimento a una pratica tossicologica di detrimento per l'individuo, una condizione di auto-emarginazione dal tessuto sociale e di elusione degli obblighi della partecipazione e della solidarietà civiche, l'incentivazione di imprese criminose come il traffico e lo spaccio di stupefacenti e di altri reati che vi sono connessi, una causa di diffusione di malattie infettive (epatite, sifilide, ecc.) o di altre forme di patologia, compresi l'evenienza o il rischio di danni alla prole, la disposizione alle malattie psichiatriche, la riduzione della vita media. Inoltre la d. comporta un elevato costo economico, per lo stato invalidante di intossicazione cronica che produce.

Le misure adottate per contenere il fenomeno della d. hanno, tuttavia, subito di volta in volta con l'evolvere dell'interpretazione delle cause della tossicomania, rielaborazioni e adattamenti nei vari paesi. Un atteggiamento eminentemente repressivo nei confronti del consumatore di d. ha caratterizzato un lungo periodo storico nel quale l'abuso di d. è stato considerato essenzialmente sotto il profilo di un comportamento vizioso, riprovevole e pericoloso per il "proselitismo" e i crimini connessi. Attraverso leggi dirette a perseguire con la stessa severità tanto il tossicomane che lo spaccio e il traffico di d. la società ha limitato l'intervento legislativo a una sorta di "cordone sanitario" inteso a fronteggiare il fenomeno della d., al pari di altri attentati alla salute e alla morale della collettività, prescindendo da ogni approfondimento delle motivazioni dell'abuso e dalla preoccupazione di ricuperare il tossicomane.

Successivamente, la migliorata conoscenza della personalità premorbosa del soggetto dedito alla d., la valutazione del peso motivante di esperienze psicologiche pregresse, specie infantili, della abnorme reattività a situazioni familiari compromesse (broken family), ecc., hanno indotto a riconsiderare sotto una fisionomia diversa l'inclinazione verso gli stupefacenti. Di seguito, il "bisogno" e la servitù nei confronti della d. sono stati oggetto della ricerca farmacologica, anche in modelli sperimentali (scimmie, ratti, topi), nei quali è stato possibile riprodurre il processo dell'autosomministrazione incontrollata che si osserva nelle tossicomanie e sono stati evidenziati i fenomeni patologici che seguono l'astinenza da morfinici, ipnotici, tranquillanti e alcool, fenomeni che solo le d. specifiche sono in grado di alleviare. È stata così acquisita la nozione della natura biologica di certi comportamenti impulsivi che si associano all'uso di stupefacenti. Ne è emersa una valutazione prima che etica, fisiopatologica, della dedizione alle d. e l'opportunità, più consona allo sviluppo civile e scientifico della società, di accreditare il tossicomane come vittima di una malattia; pertanto, di soccorrerlo anziché di punirlo. Questo atteggiamento risulta altresì giustificato dalla constatazione che non pochi traumatici squilibri dell'ambiente sociale possono motivare, in particolari soggetti, un tentativo di difesa nell'artificioso isolamento prodotto dalla droga.

Su queste posizioni di princjpio, tutti i paesi riservano i massimi rigori della legge al traffico e allo spaccio di stupefacenti. Secondo la legge italiana al drogato non viene contestato il possesso della dose abituale di d. ma viene sancito l'obbligo del suo assoggettamento e della sua cooperazione ai programmi di trattamento medico di disintossicazione e riabilitazione messi in atto dalla comunità per il recupero sociale delle vittime della droga.

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