DRONE

Enciclopedia Italiana - IX Appendice (2015)

DRONE

Costante De Simone

Aeromobile a pilotaggio remoto (APR), dall’inglese propriamente «fuco», «pecchione» e per estensione «ronzio», per via del fatto che i d. in volo sono particolarmente silenziosi e da terra sono percepiti soltanto per un brusio. Con questo termine si indicano varie categorie di velivoli sia ad ala fissa (aeroplani) sia ad ala rotante (elicotteri) con sistemi di propulsione a elica o a reazione e con motori a combustibile o elettrici. Nati per scopi militari, i d. si sono diffusi in molteplici attività civili e la loro classe, estremamente estesa, spazia dai velivoli da combattimento sino agli aeromodelli, tutti uniti dalla comune caratteristica di poter essere teleguidati da terra.

Nel corso della sua evoluzione questa classe di aeromobili ha avuto diverse denominazioni, tra cui ROA (Remotely Operated Aircraft), RPA (Remotely Piloted Aircraft), RPAS (Remotely Piloted Aviation Systems), RPV (Remotely Piloted Vehicle), UAV (Unmanned Aerial Vehicle), UVS (Unmanned Vehicle System) per citarne soltanto alcune. Il

d. è nato in ambito militare, con compiti di sorveglianza in ambiente ostile, per missioni di ricognizione pericolose per i piloti a bordo e di lunga durata, sino a oltre 24 ore. Nel corso del suo sviluppo militare oltre ai sensori ottici e infrarossi è stato dotato di armamenti per gli scopi bellici, sino a divenire un sistema d’arma di alta precisione, potendo portare in territorio nemico strumenti sofisticati in grado di colpire il bersaglio con un’accuratezza superiore a ogni precedente dispositivo offensivo con il solo rischio della eventuale perdita del velivolo senza danni per il personale.

I recenti sviluppi della tecnologia informatica e delle telecomunicazioni insieme a una corrispondente riduzione dei costi, hanno proiettato i d. nel mondo civile per una serie di impieghi sempre più vasti, iniziati con il monitoraggio ambientale ed estesisi a una innumerevole quantità di scopi quali, per es., il supporto alla pubblica sicurezza, la ricerca archeologica, le indagini sulla fauna stanziale nei parchi e migratoria.

Ovunque sia necessario poter osservare dall’alto una scena, l’uso dei d. è un supporto alla conoscenza e al controllo. Tali aeromobili sono guidati a distanza mediante la stazione di controllo a terra (GCS, Ground Control Station) e sono assistiti da sistemi di comando automatico a bordo. Il pilota a terra nella GCS dispone di schermi che mostrano le immagini, trasmesse in tempo reale, riprese dalle telecamere imbarcate a bordo del d. e ne segue il volo e lo controlla come se fosse effettivamente alla sua guida seduto all’interno del velivolo. L’attività di guida da terra diviene particolarmente importante nei due principali momenti critici, durante le fasi di decollo e atterraggio, quando il pilota può assumere il controllo totale escludendo i sistemi automatici di pilotaggio. Dopo il decollo il d. può seguire un piano di volo programmato, senza la necessità di essere telecomandato. Il sistema di navigazione satellitare GNS (Global Navigation System) basato sul sistema di localizzazione satellitare GPS (Global Positioning System) fornisce al velivolo le indicazioni spaziali di posizione, velocità e quota istante per istante. Informazioni che vengono elaborate dal computer di bordo che ne guida la traiettoria secondo quanto programmato a terra o deciso dal pilota nella sua postazione remota.

Per i d. militari più avanzati la propulsione è in genere affidata a turboreattori che garantiscono velocità subsoniche dell’ordine di Mach 0,9; la grande apertura alare assicura rilevante autonomia ad alta quota. Il carico utile comprende sistemi di navigazione, sensori per ricognizione e radio ricetrasmittenti per inviare e ricevere con continuità le informazioni raccolte e la guida da terra; l’avionica include, oltre al computer principale di navigazione e controllo, la ricetrasmittente per il controllo da terra, il ricevitore per il sistema GPS, un sistema di navigazione inerziale, sensori all’infrarosso e, per i d. impiegati nei combattimenti, le varie armi tra cui missili aria-terra, cannoni automatici e bombe a guida laser.

L’enorme sviluppo dei d. ha investito in modo massiccio l’aviazione civile di tutto il mondo, tanto da rendere necessaria la promulgazione di una nuova specifica normativa per la regolamentazione delle attività di volo di tali velivoli con particolare attenzione alla sicurezza. L’Organizzazione per l’aviazione civile internazionale (OACI/ICAO, International Civil Aviation Organization), agenzia specialistica dell’ONU, nel suo documento fondante (Convenzione di Chicago sottoscritta il 7 dicembre 1944) stabilisce che nessun aereo in grado di volare senza pilota deve sorvolare il territorio di uno Stato senza autorizzazione e non conformemente con i termini di tale autorizzazione. Con specifico documento (ICAO Cir 328, anno 2011), relativamente ai d. denominati Unmanned aircraft systems (UAS), l’ICAO ha definito le linee guida per le normative nazionali e i termini di impiego. A questa direttiva fanno riferimento in sequenza discendente la normativa dell’Unione Europea che denomina i d. remotely piloted aviation systemse per l’Italia l’ENAC (Ente Nazionale per l’Aviazione Civile).

L’ente italiano stabilisce per i d. l’assoluta necessità di volare sotto autorizzazione (permesso di volo) e che la guida sia affidata a un pilota dotato di specifico brevetto di volo per il d. che dirige. Nel giugno 2011 l’associazione dei produttori di RPA, UVS International, ha classificato i d. mediante alcuni parametri quali la quota di volo, la durata del volo e la massima massa al decollo.

Sitografia: Federal aviation administration, USA: https:// www. faa.gov/uas/; Organizzazione per l’aviazione civile internazionale: http://www.icao.int/Meetings/UAS/Documents/Circular%20328_en.pdf; Commissione europea: http://ec.europa. eu/transport/newsletters/2014/04-11/articles/speech-remotelypiloted_en.htm; UVS International: http://uvs-international.org/ index.php?option=com_content&view=article&id=204&Itemid=284.

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