DRY-FARMING

Enciclopedia Italiana (1932)

DRY-FARMING (dall'ingl. dry "secco" e to farm "coltivare")

Alessandro Vivenza

Parola adottata negli Stati Uniti d'America per significare un sistema d'agricoltura adatto a regioni con scarse piogge; viene anche usata l'espressione arid-culture, aridocoltura. Alcune di tali pratiche, antichissime nei paesi a clima arido, furono descritte e consigliate da Magone Cartaginese, da Catone, Varrone, Columella, Plinio e Virgilio. I cultori delle moderne scienze agronomiche per molto tempo hanno ritenuto irrazionali le tradizionali pratiche d'aridocoltura e soltanto nel secolo passato, prendendo in più attento esame l'agricoltura dei paesi aridi, ebbero l'opportunità di riconoscerne il pregio. In tal genere di studî gli Stati Uniti d'America hanno preceduto gli altri paesi, spinti dal grande interesse di trovare la migliore valorizzazione agricola delle immense estensioni aride della parte occidentale del loro territorio. Pioniere del dry-farming fu l'americano Yethro Tull (1675-1741), ma i suoi speciali metodi di lavorazione del suolo si diffusero notevolmente soltanto dopo la metà del secolo XIX. I sistemi d'aridocoltura sono diversi, secondo che si tratta di zone a clima arido-caldo o di zone a clima arido-freddo; di climi a scarsa precipitazione acquea o invece a precipitazione acquea non scarsa, ma distribuita male nell'annata; di terreni più o meno argillosi, oppure più o meno sabbiosi. Per farsi un'idea dell'importanza dell'aridocoltura, basta considerare che circa la metà della superficie terrestre coltivata o coltivabile si trova sotto climi a scarsa precipitazione acquea; dove, escluse le limitate aree irrigue, la vegetazione è regolata principalmente dalla quantità d'acqua che i vegetali possono utilizzare.

Le pratiche d'aridocoltura favoriscono l'immagazzinamento dell'acqua nel terreno, rendono minime le dispersioni dell'acqua stessa sia per diretta evaporazione dalla superficie del suolo sia, in casi speciali, per percolazione sotterranea; proporzionano convenientemente la densità delle piante coltivate alle risorse idriche del terreno. Il primo scopo si raggiunge rimovendo fino a una certa profondità i terreni poco permeabili prima dell'epoca delle piogge. Il secondo scopo si raggiunge mantenendo, mediante frequenti sarchiature, la superfi. cie del suolo continuamente polverulenta (mulch degli Americani) in modo da interrompere i meati capillari per mezzo dei quali l'acqua del suolo iisale alla superficie; nei terreni molto permeabili può anche convenire ostacolare il disperdimento dell'acqua in basso, mediante tempestiva compressione del terreno con rulli o attrezzi speciali come il sottocompressore Campbell. Il terzo scopo si raggiunge coltivando le piante più o meno rade. Pratica fondamentale e tipica dell'aridocoltura è quella del maggese, che di regola ha lo scopo di ben preparare il terreno per la coltura del frumento, dell'orzo o dell'avena, che costituiscono le più importanti colture erbacee dei paesi aridi. Consiste in una serie di lavori fatti al terreno nel corso d'un'intera annata, cominciando dal mese di gennaio e continuando fino all'autunno, quando è tempo di seminare i cereali. Naturalmente il maggese completo implica la rinuncia al prodotto per un anno; è perciò pratica d'agricoltura estensiva, che trova convenienza soltanto dove la coltura granaria s'alterna con il riposo a pascolo per uno o più anni e dove la precipitazione acquea è scarsissima, sempre inferiore a 500 mm. annui. Con l'attenuarsi dell'aridità del suolo si tende a passare dalla coltura discontinua alla colturd continua, sostituendo al maggese completo o nudo il mezzo maggese con 2-4 lavorazioni eseguite da maggio in poi, dopo avere effettuato una raccolta d'erba per foraggio. Oppure al maggese nudo si sostituisce il maggese coltivato, per lo più, con fava o altra leguminosa da granella. In climi più umidi, dove il fattore dominante della produzione del suolo non è più l'acqua ma l'insolazione, i principî del dry-farming non hanno più valore.

Bibl.: W. Macdonald, Dry-farming, Londra 1909; id., The conquest of desert, Londra 1913; W. Smithe, The conquest of arid America, New York 1914. A Costantina si pubblica la rivista Le dry-farming nord-africain.

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