Du '

Enciclopedia Dantesca (1970)

du '

Riccardo Ambrosini

Avverbio relativo di luogo, attestato soltanto in Pd XV 51 Grato e lontano digiuno, / tratto leggendo del magno volume / du' non si muta mai bianco né bruno, / solvuto hai, figlio; ma l'uso non ne è sconosciuto nell'italiano antico (cfr. Guittone Lo dolor e la gioi 10 " agio / e loco date me, du ' pienamente / dimostro voi, s'eo son bon o malvagio "; Paganino da Serzana Contra lo meo volere 9 " né giorno non anotta - là du' apari ").

La variante testuale u' registrata in tre codici è lectio facilior, perché u' era assai diffuso, specialmente nel toscano occidentale antico, e più frequente con funzione relativa (nella quale si usava anche a u' per indicare " dove " con funzione di moto a luogo; cfr. R. Ambrosini, in " Ann. Scuola Norm. Sup. Pisa " XXI [1952] 285) che con quella interrogativa. Non si esclude, perciò, che con du', più che significare " dove ", riprendendo il precedente del magno volume (" dal libro del destino ", " dalla volontà divina "), D. intendesse che " da questo " (du' sarebbe quindi in contrasto semantico con u' e presupporrebbe una fase d'u', resa graficamente con du') nulla mai si può alterare.