CAMBELLOTTI, Duilio

Enciclopedia Italiana (1930)

CAMBELLOTTI, Duilio


Scultore, pittore, decoratore nato il 10 maggio 1876 a Roma e ivi residente, non ebbe maestri e solo nel 1895 s'inscrisse al Museo artistico industriale. Esordì con la scultura, sua arte prediletta, che ha sempre continuato a esercitare, eseguendo medaglie, vasi di bronzo, statuette, decorazioni plastiche per architetture, tombe, ecc., cercando per primo di uscire dalla vecchia tradizione romana. Ricordiamo i monumenti ai caduti a Terracina, a Fiuggi e a Grimaldi (Calabria), che si staccano dal consueto tipo di fanti coronati da Vittorie per trattare motivi originali. Come pittore eseguì numerose vetrate e musaici. Sono sue le vetrate della cappella della Flagellazione in Gerusalemme, grandi tele a soggetti campestri destinate a scuole dell'Agro romano.

Ma la maggiore attività del C. si è volta alla decorazione del libro: ha illustrato Dante e D'Annunzio, S. Francesco e numerose pubblicazioni destinate ai fanciulli, le Favole di Trilussa e la Campagna Romana del Metalli, ediz. Maglione e Strini, ove ha effuso l'amore per le scene dell'Agro romano che sono la principale fonte d'ispirazione di ogni manifestazione dell'arte sua. Fu dei primi in Italia a trattare il cartellone con intenti artistici e a introdurre novità di forme nella scenografia; sono del C. gli scenarî della Nave del D'Annunzio e del Giulio Cesare di Shakespeare, nell'esumazione fattane nel 1905 all'Argentina. Da allora numerosi sono gli scenarî a lui dovuti, fra cui principalissimi quelli per le rappresentazioni classiche del teatro di Siracusa, iniziate nel 1914.

Bibl.: L. Càllari, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, V, Lipsia 1911 (con la bibl. precedente); F. Sapori, D. C., in Emporium, XIV (1919), pp. 75-85; G. Zucca, Un decoratore nostro, in Archit. ed arti decorative, I (1921-22), pp. 161-177; R. Papini, Vetrate, ibid., I (1921-22), pp. 470-72; R. Papini, Sulle arti a Monza, Bergamo 1923. V. Mariani, Vetrate italiane moderne in Palestina, in Boll. d'arte, IX (1929-30), pp. 433-37; id., Storia della scenografia italiana, Firenze 1930, pp. 103-05.

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