THOMAS, Dylan Marlais

Enciclopedia Italiana - II Appendice (1949)

THOMAS, Dylan Marlais

Salvatore Rosati

Poeta inglese, nato nel Galles nell'ottobre 1914.

Le caratteristiche della sua lirica, quali apparvero nella prima raccolta 18 poems (1934) mostrano un non comune dominio della lingua, uno stile tenuto volontariamente sopra un piano di estrema retorica, un deliberato compiacimento per il suono e il colore delle parole fino a una sorta di ebbrezza in cui, talvolta, è la lingua a dominare il poeta. Questa posizione nasce da una reazione all'intellettualismo e al "classicismo" di cui erano accusati W. H. Auden e i poeti del suo gruppo. Iniziatore, con alcuni altri giovanissimi, di un "nuovo romanticismo", il Th. contrappose all'opera di quei poeti una forma di automatismo verbale, in cui l'espressione segue gl'impulsi del subconscio, col risultato d'una sorta di surrealismo psichico. Codesta posizione sostanzialmente freudiana portò, in talune liriche, a complessi d'immagini ossessionate dal sesso e dalla morte. Ma nelle raccolte successive: 25 poems, 1936; The map of love: verse and prose, 1939; Deaths and entrances, 1946, il Th., per l'esperienza della guerra e per naturale maturazione, è andato progressivamente dominando i suoi mezzi nel senso che, pur non rinunziando al tono acceso della sua retorica e all'amore delle parole di bel suono, è passato dalla verbosità iniziale a una notevole economia d'espressione.

Nelle sue liriche quasi sempre in versi e strofe tradizionali, sembra prevalere una nota dolente con vaghe risonanze cosmiche, in cui è agevole avvertire le caratteristiche del temperamento celtico. Insidiata da un continuo pericolo di disintegrazione, priva di ogni nesso logico, con una resa fantastica non sempre adeguata alla ricchezza delle immagini e con una posizione sostanzialmente polemica alla sua radice, l'opera poetica del Thomas ha nondimeno possibilità di sbocco ed esercita certamente una fortissima influenza sulla poesia britannica contemporanea.

Bibl.: S. Spenders, Poetry since 1939, Londra 1946, pp. 44-47.