E.T. the Extra-Terrestrial

Enciclopedia del Cinema (2004)

E.T. the Extra-Terrestrial

José Maria Latorre

(USA 1982, E.T. l'extra-terrestre, colore, 115m); regia: Steven Spielberg; produzione: Steven Spielberg, Kathleen Kennedy per Universal; sceneggiatura: Melissa Mathison; fotografia: Allen Daviau; effetti speciali: Industrial Light and Magic; montaggio: Carol Littleton; scenografia: Jackie Carr; costumi: Deborah Scott; realizzazione di E.T.: Carlo Rambaldi; musica: John Williams.

Alcuni extraterrestri decollano dalla radura di un bosco a bordo della loro astronave e, nella fretta di abbandonare il pianeta, dimenticano a terra un compagno. Questo, impaurito dal fatto di essere rimasto solo e inseguito dalla polizia, si rifugia in una casa nelle vicinanze, dove vive Mary con i suoi tre figli Michael, Elliott e Gertie. A scoprirlo nel suo nascondiglio sarà Elliott, che decide di proteggerlo per evitare che venga catturato e, come il ragazzo teme, sottoposto a vivisezione. Ma Elliott non tarda a condividere il suo segreto con i fratelli e tutti si uniscono nella protezione dell'extraterrestre. Quest'ultimo mantiene una particolare forma di comunicazione soprattutto con Elliott, che gli insegna alcune parole della sua lingua e tenta di farlo comunicare telefonicamente con il suo mondo. Una sera l'extraterrestre scompare dalla radura da cui i ragazzi tentano di effettuare la chiamata e Michael lo ritrova nell'acqua, in gravi condizioni. Le autorità decidono di incaricarsi di lui e lo trasportano in un laboratorio. Quando sembra ormai morto, l'extraterrestre miracolosamente si riprende ed Elliott progetta un piano per farlo fuggire, aiutato da Michael e da alcuni amici. L'extraterrestre viene trasportato di nascosto in bicicletta fino al bosco; quando la polizia, che insegue i ragazzi, sta per circondarli, grazie ai poteri dell'extraterrestre le biciclette prendono magicamente il volo. L'astronave atterra nuovamente per recuperare il compagno disperso. E.T. ed Elliot si dicono addio, mentre tutti i ragazzi assistono emozionati alla partenza.

Come tanti altri film di fantascienza, E.T. the Extra-Terrestrial inizia con una panoramica che mette in relazione il cielo stellato con la terra. Le immagini che seguono sono magnifiche: una concertazione di suoni intensi e turbolenti movimenti di macchina ci mostra un'astronave extraterrestre nascosta tra gli alberi, qualcosa che si muove in mezzo alla vegetazione, alcune auto che arrivano con i fari accesi, un coniglio spaventato dall'improvvisa apparizione della luce artificiale, i piedi di varie persone che calpestano il suolo sguazzando nel fango, torce che si accendono e, soprattutto, la presenza di qualcuno che si nasconde e la partenza dell'astronave. Quanto basta a far capire che uno dei membri dell'equipaggio è rimasto a terra e a creare quindi atmosfera e tensione. Stabilendo così una relazione tra l'abbandono e la solitudine di E.T., fin dall'inizio Steven Spielberg descrive la situazione dal punto di vista di quest'ultimo, situando la macchina da presa alla sua altezza. E.T. è una creatura sperduta in un mondo estraneo, ostile (e fa pensare al personaggio di The Wonderful Visit di H.G. Wells, che diviene più grande quando scopre di essere, in realtà, un essere quasi angelico). La seconda scena, tuttavia, introduce un altro punto di vista: quello del piccolo Elliott, futuro protettore dell'extraterrestre sperduto (e non meno angelico di lui), che ricopre un ruolo simile a quello del vicario Hylier nel romanzo di Wells. La narrazione assume allora lo sguardo di Elliott, con opportuni interventi da parte di E.T.; si tratta, quindi, di un film a due voci, con due punti di vista e due protagonisti. Il fatto che tali punti di vista corrispondano a quello di un affettuoso extraterrestre e di un ragazzino forza, a sua volta, lo sguardo dello spettatore, obbligandolo a situarsi in una prospettiva simile, come in una sorta di rievocazione dell'infanzia. E qui non rimane più alcuna traccia della lucida ironia critica di Wells, ma viene dato spazio ai buoni sentimenti, benché il doppio discorso di fondo del film resti inquieto: lo sguardo di E.T. esprime il timore nei confronti degli esseri umani in generale, quello di Elliott il timore nei confronti degli adulti in particolare. La commistione che ne risulta è profondamente evocativa, dato il tono adottato da Spielberg e la mai occultata natura 'religiosa' del racconto, che si spinge più oltre di quanto facesse Close Encounters of the Third Kind (Incontri ravvicinati del terzo tipo, 1977) e le cui origini non vanno rintracciate nelle leggende medievali, quanto piuttosto nel concetto giudaico-cristiano della redenzione. C'è una creatura che arriva sulla terra come rappresentazione dell'innocenza perduta, che vive per un certo periodo tra gli esseri umani osservandoli, per poi resuscitare e infine salire al cielo dopo aver lasciato il seme del suo messaggio, mentre i testimoni del suo passaggio aprono gli occhi con perplessità, cadono in ginocchio davanti al fenomeno o esclamano: "Rimani con noi". In questo senso non è un caso che dall'altura dove si trova la casa in cui vive Elliott con la sua famiglia si scorga un'ampia veduta della città, simbolo del mondo, o che la fuga di E.T., resa possibile dai bambini, acquisisca un carattere miracoloso (le biciclette che si alzano in volo sugli inseguitori che le accerchiano). Gli extraterrestri di Close Encounters of the Third Kind sono tornati perché Spielberg possa portarne a termine il ritratto, in precedenza soltanto abbozzato, di creature pacifiche.

In quanto al tono, E.T. the Extra-Terrestrial resta probabilmente il film più enfatico di Spielberg, e quello dove maggiormente risulta evidente una delle caratteristiche del cinema di questo regista, cioè il gusto di portare all'estremo la natura infantile del racconto; relativamente al primo punto, si pensi alla successione di primi piani ripresi da diverse angolazioni nel momento in cui Elliott si trova di fronte l'extraterrestre (forma presa in prestito dall'Hitchcock di The Birds ‒ Gli uccelli, 1963, nonostante il suo significato sia molto diverso); rispetto al secondo, si pensi al modo in cui Elliott attrae l'attenzione di E.T e ne conquista la fiducia, prima con le caramelle, poi con i giocattoli.

Interpreti e personaggi: Dee Wallace (Mary), Henry Thomas (Elliott), Peter Coyote (Keys), Robert MacNaughton (Michael), Drew Barrymore (Gertie), K.C. Martel (Greg), Sean Frye (Steve), C. Thomas Howell (Tyler), David M. O'Dell (allievo), Richard Swingler (professore di scienze), Frank Toth (poliziotto), Robert Barton (tecnico in ultrasuoni), Michael Durrell (uomo della camionetta), David Berkson, Susan Cameron, David Carlberg, Will Fowler Jr., Barbara Hartnett, Milt Kogan, Rhoda Makoff, Alexander Lampone, Diane Lampone, Robert Murphy, Tom Sherry, Mary Stein, Mitchell Suskin (medici), Erika Eleniak (bella ragazza).

Bibliografia

[T.Mc]Cart[hy], E.T., The Extra-Terrestrial, in "Variety", May 26, 1982.

Ph. Strick, E.T., The Extra-Terrestrial, in "Films and Filming", n. 339, December 1982.

R. Combs, E.T., The Extra-Terrestrial, in "Monthly Film Bulletin", n. 587, December 1982.

B. Krohn, J. Narboni, 'E.T.' de Steven Spielberg, in "Cahiers du cinéma", n. 342, décembre 1982.

M. Tessier, Les petites fugues de E.T., in "La revue du cinéma", n. 378, décembre 1982.

G.E. Turner, Steven Spielberg and 'E.T., The Extra-Terrestrial', in "American Cinematographer", n. 1, january 1983.

Speciale 'E.T.', in "Cineforum", n. 221, gennaio-febbraio 1983 (con interventi di E. Martini, S. Zambetti, F. La Polla).

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