ECCHIMOSI

Enciclopedia Italiana (1932)

ECCHIMOSI (gr. ἐκχύμωσις)

Leone Lattes

Termine generico che designa la lesione anatomica costituita da infiltrazione di sangue fuoriuscito dai vasi, negl'interstizî dei tessuti. A seconda della loro sede si distinguono in superficiali (cutanee, sottocutanee, mucose) e profonde (viscerali, mucose, sierose). Secondo la loro forma, si distinguono in ecchimosi puntiformi, petecchie (ecchimosi lenticolari rotondeggianti), vibici (a forma di strie), suffusioni (a limiti indistinti, estese in superficie), ematomi (bozze circoscritte, in cui talora il sangue non infiltra il tessuto, ma è raccolto in massa compatta).

Varia può essere l'origine delle ecchimosi.

1. Ecchimosi traumatiche. - Dette anche contusioni, possono avvenire per trazione dei tessuti, oppure, più frequentemente, per compressione; quando l'ecchimosi è nello spessore del derma è di color nerastro, o violaceo a seconda che sia o no interessata l'epidermide; quando è sottocutanea è di color rosso bluastro livido (onde l'espressione lividura), che diventa poi verdastro e giallastro fino a scomparire. L'ecchimosi traumatica superficiale può manifestarsi in punti diversi da quelli colpiti, per scorrimento a distanza del sangue: p. es. palpebrale e congiuntivale nelle fratture della base cranica; quella al gomito nei traumi alla spalla. Le ecchimosi superficiali possono talora riprodurre la forma o la disposizione dello strumento vulnerante. Le ecchimosi traumatiche profonde possono aver sede nei muscoli, alla superficie, o nell'interno dei visceri. Degne di nota sono le ecchimosi meningee; le ecchimosi (contusioni) cerebrali, che possono aver luogo per effetto diretto del trauma o per contraccolpo al polo cerebrale opposto al trauma; le ecchimosi pericardio-cardiache; le ecchimosi polmonari, cui possono seguire localizzazioni infettive (polmonite contusiva); le ecchimosi dei visceri addominali. Le ecchimosi profonde possono esistere in assenza di qualsiasi lesione superficiale. Il danno funzionale delle ecchimosi è vario secondo gli organi colpiti; massimo agli occhi, ai testicoli, al cervello, al polmone, è minimo ai tegumenti dove esiste tendenza alla guarigione spontanea.

2. Ecchimosi asfittiche. - Sono ecchimosi puntiformi che compaiono nelle morti asfittiche (violente: impiccamento, strangolamento, ecc.; morbose: epilessia, morte da bolo). Esse sono dovute a fattori complessi: aumento della pressione sanguignȧ, alterazioni delle pareti vasali, diminuzione di coagulabilità del sangue, e hanno sede di predilezione là ove i vasellini delicati sono poco sostenuti: congiuntiva, mediastino, pleura.

3. Ecchimosi tossiche. - In molti avvelenamenti (fosforo, cianuri, arsenico, ecc.) sono dovute all'alterazione tossica delle pareti vasali.

4. Ecchimosi morbose. - Sono numerose le malattie in cui possono comparire stravasi ecchimotici nei visceri interni e anche nei tegumenti; essi debbono essere distinti dalle ecchimosi violente, per quanto talora siano dovuti a minimi traumi. Ciò avviene nelle malattie a diatesi emorragica (anemia perniciosa, leucemia, emofilia), nelle gravi sepsi (vaiolo nero, tifo petecchiale), nelle varie forme di porpora; in certe forme d'eritema (eritema contusiforme, talora erroneamente imputato a maltrattamenti).

5. Ecchimosi postmortali. - Quando il sangue rimanga fluido si possono determinare ecchimosi postmortali (spontanee o traumatiche) in regioni ove vi sia intensa ipostasi.

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