Echinococcosi

Dizionario di Medicina (2010)

echinococcosi


Malattia provocata dalla tenia echinococco nella sua fase cistica larvale (cisti idatidea).

Ciclo idatideo

Gli embrioni, resisi liberi nell’intestino umano dalle uova pervenute con l’acqua o con gli alimenti, possono penetrare, attraverso la mucosa intestinale, nei vasi sanguigni del circolo portale o nei vasi linfatici, ed essere trasportati nel fegato o nel circolo venoso generale e nei capillari polmonari. La larva esacanta si fissa e si trasforma in cisticerco; la cisti, spesso unica, ma talora multipla, durante il suo sviluppo comprime e atrofizza il tessuto nel quale ha sede, provocando fenomeni reattivi che si estrinsecano con la formazione del pericistio.

echinococcosi

Clinica

I sintomi dell’e. si manifestano quando la cisti ha raggiunto un certo volume o quando, per la sua speciale sede, provoca disturbi funzionali più o meno gravi e vari secondo la sede. L’e. provoca spesso manifestazioni d’orticaria, per il riassorbimento del liquido idatideo. Un’e. del fegato può provocare dolenzia e pesantezza all’ipocondrio destro con irradiazione alla spalla destra e frequenti disturbi gastro-enterici. Le localizzazioni cerebrali dell’e. provocano sintomi focali e generali, analoghi a quelli delle neoplasie cerebrali. Se queste non sono multiple e se la sede lo consente, l’ablazione neurochirurgica ne costituisce la terapia radicale. Nelle localizzazioni polmonari si hanno sintomi respiratori vari e, fra l’altro, spesso emottisi.

Diagnosi

La presenza di una cisti d’echinococco è confermata dall’esame radiologico, da ecografia e TAC , e da particolari esami di laboratorio (eosinofilia del sangue, intradermoreazione di Casoni, deviazione del complemento di Ghedini- Weinberg). Il decorso della e. è molto lento, anche di anni. Gli esiti sono o l’involuzione spontanea della cisti o la sua rottura. La prima avviene per morte del parassita, la seconda per progressivo aumento di volume della cisti e conseguente distensione della sua membrana, o per trauma, e può effettuarsi nelle vie biliari, in peritoneo, nella cavità pleurica, nei bronchi; può essere associata a shock anafilattico.

Terapia

La terapia chirurgica consiste o nella asportazione della cisti o, se non è possibile, nella incisione della parete cistica, previa iniezione nella sua cavità di una soluzione capace di uccidere i parassiti, e nello svuotamento del suo contenuto tramite aspirazione ecoguidata. Importante è la profilassi che consiste nell’evitare il contatto con cani delle zone endemiche e nell’incenerire le carni degli animali infetti per impedire l’infestazione dei cani stessi. In terapia medica si fa uso del mebendazolo e analoghi.

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