MANET, Édouard

Enciclopedia Italiana (1934)

MANET, Édouard

Louis Gillet

Pittore e incisore, nato a Parigi il 23 gennaio 1832, ivi morto il 20 aprile 1883. Diciassettenne s'ingaggiò come mozzo su una nave mercantile e partì per il Brasile. Al ritorno entrò nello studio di T. Couture, e sebbene il M. vi rimanesse sei anni, non si stabilì mai perfetto accordo tra i due. Il M. già rivelava uno spirito semplificatore odiando il modellato a tondo, le mezze tinte, la volgare retorica; non poteva soffrire il convenzionalismo, il dramma, l'aneddoto, la pittura a tesi. Passava la maggior parte del tempo al Louvre, copiando i grandi Veneziani e le opere degli Spagnoli. Viaggiò, visitando Firenze, l'Austria, la Germania (1853), il Belgio, l'Olanda, l'Italia (1856). Il M. fu un pittore da museo. Appare evidente che le opere che sollevarono maggiore scandalo, la Colazione sull'erba (Musée des arts décoratifs) e l'Olimpia (1863, Louvre) si fondano su esempî classici e che la loro origine è ben più dovuta allo studio dei maestri che all'osservazione diretta della natura. Fino intorno ai quarant'anni non produsse un'opera che avesse uno spunto proprio e di cui non si possa indicare la fonte. Il M. si preoccupò sempre solamente della soluzione di qualche problema pittorico, del tema plastico o pittoresco da trattare e da rinnovare. Di qui il suo stile e la sua tecnica così affascinante. Appare forse nel M. per la prima volta il pensiero della "pittura pura"; il resto, chiarezza della tavolozza, costumi moderni, verità nell'imitazione, passa in secondo piano. Pochi hanno avuto il suo senso dello stile, il dono di nobilitare quanto trattavano, ed ecco perché egli poté tanto agire sui pittori.

Ogni sua opera si può dire ha provocato una battaglia: se il Guitarrero (1861), prima opera esposta al Salon, fu abbastanza bene accolto, la lotta non tardò a scoppiare (1863) quando il pittore espose alla galleria Martinet 14 quadri, tra cui Lola di Valencia, Ballo spagnolo, i Gitani, il Vecchio musicista, Musica alle Tuileries, e specialmente per Colazione sull'erba rifiutato al Salon ufficiale e che comparve solo al Salon dei rifiutati dove provocò una sommossa, sebbene il soggetto, come notò E. Chesneau, fosse tratto da una stampa di Marcantonio e dal Concerto campestre di Giorgione. L'Olimpia provocò una tempesta uguale al Salon del 1864. Cominciò allora un periodo in cui il M. fu considerato come offensore della morale e del buon gusto, come bestia nera della scuola accademica, e l'ostracismo durò dieci anni. Il M. aveva però trovato conforto nell'amicizia prima del Baudelaire, poi dello Zola, che lo difese in uno scritto pubblicato nel 1867; si strinse quindi in intima solidarietà con il Mallarmé e ne illustrò l'Après-midi d'un faune. Trovò ammiratori tra artisti eletti: Fantin-Latour dopo il 1857, Th. Degas dopo il 1860 e cominciò allora a divenire il centro d'attrazione dei giovani; Fantin lo riprodusse nel 1864 nel piccolo gruppo d'artisti e poeti dell'Omaggio a Delacroix, nel 1870 il M. divenne il personaggio principale del gruppo di pittori d'avanguardia (C. Monet, Bazille, Renoir) rappresentato dallo stesso Fantin nell'Atelier aux Batignolles. Le opere principali del M. durante questo periodo sono: Torero morto (Filadelfia), Cristo con Angeli (Museo di New York, 1864), Piffero (Louvre, 1866), Esecuzione di Massimiliano (due varianti, Boston e Mannheim, 1867), Colazione (Monaco, 1868), Il Balcone (Louvre, 1869), Il buon bock (Filadelfia, 1873). M. si era recato in Spagna nell'estate del 1865, si recò a Venezia nel 1874.

La sua reputazione, sempre contestata dal pubblico, si era assodata presso gli artisti, raggruppati intorno a lui (Courbet era morto nel 1873, Millet e Corot dovevano spegnersi nel 1875). La prima esposizione del gruppo "impressionista" (v. impressionismo) ebbe luogo presso F. Nadar nel 1874; ne seguirono circa altre dieci sino al 1886, e tutte, rimaste celebri, raccoglievano i più arditi e innovatori fra i giovani: Degas, i paesisti C. Monet, Pissarro, Sisley, Renoir, Cézanne, Raffaelli. M., il più in vista del gruppo per talento, fascino e posizione sociale, passava per caposcuola, ma egli realmente seguì, più che non lo creasse, il movimento. I suoi concetti si rinnovano, la tavolozza si rischiara, il disegno diventa ancor più sintetico, i soggetti sono ora attinti direttamente alla realtà, le tonalità cercano di riprodurre non la luce dello studio ma gli effetti di "plein air". Risalgono a quell'epoca le sue opere più caratteristiche: Argenteuil (Tournai, 1874), il Bucato (Berlino, P. Cassirer, 1874), Nanà (Amburgo, 1877), Nella serra (Berlino, 1878), la Signora in rosa (Dresda, 1879), Dal nonno Lathuille (Tournai, 1879), Mescitrice di birra (Londra, Tate Gallery), Pertuiset, il Cacciatore di leoni (Breslavia, coll. Silberger, 1881) e il Bar delle Folies-Bergère (Londra, coll. Courtauld, 1882), l'ultima opera importante, forse il suo capolavoro. Nel 1880, ammalatosi, passò gran parte degli ultimi mesi in campagna a Bellevue, poi a Rueil, dipingendo nature morte e quadri di fiori; aggravatosi, gli si dovette amputare (1883) il piede sinistro; morì poco dopo l'operazione.

Si debbono al M. anche una quantità di ritratti eseguiti specialmente nella seconda metà della sua vita: Zola (Louvre, 1867), Clemenceau (Louvre), Rochefort, i musicisti Cabaner, Chabrier, il cantante Faure, che fu tra i primi collezionisti di Manet, lo scrittore inglese G. Moore, Mallarmé e deliziosi ritratti muliebri, Nina di Gallias (Louvre), Méry Laurent, Eva Gonzales. Fra questi i più belli sono quelli della cognata e allieva, Berthe Morizot. Il M. eseguì inoltre una sessantina d'acque forti e litografie. Un'esposizione postuma fu tenuta nel 1884 alla Scuola di belle arti, un'altra nel 1932 per il centenario della nascita, la quale lo ha posto definitivamente in prima linea tra i pittori del sec. XIX.

V. tavv. XVII e XVIII.

Bibl.: É. Zola, M., Parigi 1867; J.-K. Huysmans, L'art moderne, Parigi, 1883; G. de Nittis, Notes et souvenirs, Parigi 1895; S. Mallarmé, Divagations, Parigi 1897; Th. Duret, M., Parigi 1902; G. Moore, Confessions of a young man, Londra 1904; id., Erinnerungen an die Impressionisten, Berlino 1907; A. Proust, M. Souvenirs, Parigi 1913; Et. Moreau-Nélaton, M. raconté par lui-même, Parigi 1926; É. Manet, Lettres de jeunesse, Parigi 1929; M. L. Bataille, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XXIV, Lipsia 1930; J. E. Blanche, M., Parigi 1924; id., M. (Les arts plastiques), Parigi 1931; Fr. Tabarant, M. Histoire catalographique, Parigi 1931; P. Jamot e G. Wildenstein, M., voll. 2, 1932 (opera fondamentale); P. Valéry, Triomphe de Manet, Parigi 1932.

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