HARTMANN, Eduard von

Enciclopedia Italiana (1933)

HARTMANN, Eduard von

Antonio Banfi

Filosofo, nato a Berlino il 23 febbraio 1842, morto il 5 giugno 1906 nel sobborgo di Gross-Lichterfelde, nel cui tranquillo soggiorno, lungi da ogni rapporto accademico, sviluppò i principî del suo sistema filosofico, gia nettamente disegnato sino dal 1868. Tale sistema vuol essere "il risultato speculativo di un metodo scientifico-induttivo"; in realtà esso, presentandosi come lo sviluppo, in funzione dei concetti del vitalismo biologico, di una concezione metafisica, in cui sono ripresi motivi di Hegel, Schelling e Schopenhauer, ha il significato di una reazione neoromantica contro il realismo materialistico delle scienze naturali e l'idea ottimistica del progresso.

L'assoluto Principio della realtà non può essere concepito che come l'Inconscio, in cui si fondono e si oppongono insieme i momenti del volere e dell'intelligenza. Dal primo deriva l'irrazionale esistenza del mondo; il male e il dolore che si annida nella finità di ogni essere; dalla seconda gli aspetti di armonia finalistica del reale e il senso stesso unitario del suo sviluppo, che mira a dissolvere l'esistenza degli esseri finiti in uno stato di non esistenza, libero da ogni dolore, che noi possiamo definire solo negativamente. Il mezzo per cui nella realtà stessa si compie tale liberazione è la coscienza e in particolar modo la coscienza umana e la vita culturale che da essa si sviluppa. L'etica, come superamento dei fini individuali, la contemplazione estetica, come certezza dei principî d'ideale armonia della realtà sopra l'irrazionale potenza del volere, la religione, come aspirazione della coscienza a sciogliersi dai vincoli dell'essere finito, la filosofia, come raggiunta universale libertà della coscienza stessa, sciolta dagl'inganni dell'esistenza e conscia del fine della realtà tutta, in essa e per essa stessa operante, sono i gradi del processo di redenzione, in cui, attraverso il dramma delle esistenze individuali, l'Assoluto, Dio stesso, si libera dal principio irrazionale che lo ha trascinato alla creazione del mondo e del dolore, che è il suo stesso dolore, e si pacifica nella riconquistata assoluta unità. Dall'indirizzo generale del sistema sono influenzate tutte le particolari ricerche del Hartmann, tra cui degne di nota, oltre a quelle di storia della filosofia, sono quelle di logica e gnoseologia, sulla base di un realismo trascendentale; di filosofia della religione, con netto atteggiamento critico verso il cristianesimo; di teoria delle scienze, come critica all'indirizzo meccanicistico, e infine gli studî sullo spiritismo e sulla medianità. Tra i pensatori ispiratisi alle idee del Hartmann sono da ricordare Max Schneidewin, Arthur Drews, Leopold Ziegler.

Opere principali: Philosophie des Unbewussten, Berlino 1869; 2a ediz., Sachsa 1904; ediz. pop. rid., Lipsia 1913; Phänomenologie des sittlichen Bewusstseins, Berlino 1879; 2a ediz., 1886; Religionsphilosophie, Berlino 1882; 3a ediz. 1906-1907; Der Spiritismus, Lipsia 1885; Ästhetik, Berlino 1886-1887; Das Grundproblem der Erkenntnistheorie, Berlino 1889; Die Geisterhypothese des Spiritismus und seine Phantome, Lipsia 1891; Kategorienlehre, Berlino 1896; Geschichte der Metaphysik, Berlino 1899-1900; Die moderne Psychologie, Berlino 1901; Die Weltanschauung der modernen Physik, Lipsia 1902; 2a ediz., 1909; Das Problem des Lebens, Sachsa 1906; System der Philosophie in Grundriss, voll. 8 Sachsa 1906-1909. Vedi una completa bibliografia in ordine cronologico, per opera di Alma v. Hartmann, in Kantstudien, XVII, 1912, p. 501 segg.

Bibl.: F. Bonatelli, La filosofia dell'Inconscio di Ed. v. H., Roma 1876; A. Faggi, La filosofia dell'Incosciente, Firenze 1891; A. Drews, Ed. v. H. philosophisches System in Grundriss, 2a ed., Heidelberg 1906; L. Ziegler, Das Weltbild H., Lipsia 1910.