DE FILIPPO, Eduardo

Enciclopedia Italiana - IV Appendice (1978)

DE FILIPPO, Eduardo (App. II, 1, p. 762)

Roberta Ascarelli

Con Le voci di dentro (1948) si era delineata nel teatro di Eduardo una fase di più acuto pessimismo: ai modi del neorealismo si unisce il rimpianto mitico per un passato collocato, non storicamente, bensì culturalmente, nello strapaese della sua giovinezza e nella rivalutazione degli affetti più umili e spontanei. Le sue opere nascono dalla ribellione, più emotiva che razionale, all'ingiustizia e all'ipocrisia, e testimoniano dell'impegno etico dello scrittore (La paura numero uno, 1950; Amicizia, 1952; I morti non fanno paura, 1952; Mia famiglia, 1955; Il figlio di Pulcinella, 1958; Sabato, domenica e lunedì, 1959; Il sindaco del rione Sanità, 1960; Il contratto, 1967; Il monumento, 1970; Gli esami non finiscono mai, 1973). Un posto a sé nella produzione di questi anni occupa L'arte della commedia (1964), in cui si precisano le teorie drammatiche di Eduardo nell'identificazione tra teatro e vita. Nel 1972 ha ricevuto il premio Feltrinelli dell'Accademia Nazionale dei Lincei.

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