EDUCAZIONE

Enciclopedia Italiana - V Appendice (1992)

EDUCAZIONE

Mauro Laeng

(XIII, p. 490; App. IV, I, p. 642)

Scienze dell'educazione. - Con questa denominazione si designano le discipline appartenenti a vari settori delle scienze filosofiche, storiche, antropologiche, sociologiche, psicologiche, nonché giuridiche, politologiche, economiche e statistiche, che svolgono ricerche attinenti ai fatti educativi.

La locuzione sostituisce oggi sempre più spesso il termine ''pedagogia'', di derivazione classica, che ha avuto fortuna soprattutto negli ultimi due secoli, situandosi nell'ambito delle discipline filosofiche. Tale collocazione ha posto tuttavia il problema epistemologico se la pedagogia debba intendersi come filosofia ''seconda'' o ''applicata'', oppure come disciplina dotata di propria autonomia. Poiché la pedagogia si occupa della formazione armonica ed equilibrata della persona umana nel suo contesto sociale, sembra innegabile il suo legame privilegiato con la filosofia; tuttavia essa deve incorporare anche numerosi dati empirici, e persegue un intento non solo teoretico ma anche pratico, che l'avvicina ad arti come la medicina o la politica. Di qui uno status epistemologico complesso, che ne sottolinea da un lato l'origine composita, che aspira a una sintesi interdisciplinare senza pervenirvi completamente, e, dall'altro, una destinazione applicativa.

Lo sviluppo recente delle ricerche nelle scienze umane a partire dalla seconda metà del secolo 19° ha messo a disposizione un'ingente quantità di dati e di costrutti teorici, soprattutto nello studio psicologico delle prime fasi dell'età evolutiva, che si fanno partire dall'opera fondamentale di W. Preyer (Die Seele des Kindes, 1882), anche se la stessa era stata preceduta da almeno una ventina di diari di osservazioni di una certa importanza, come il Journal tenuto dal 1601 al 1628 a cura di J. Héroard, medico del futuro re di Francia Luigi xiii. Negli ultimi decenni del 19° secolo e nei primi del 20° una legione di ricercatori ha pubblicato centinaia di lavori sperimentali e di sintesi teorica come quelli di A. Binet, O. Decroly, W. Stern, A. Gesell, H. Wallon, S. Hall, Ch. Buhler, fino a J. Piaget. Ciò consentiva già nel 1893 la proposta, avanzata da O. Chrisman negli USA, poi ripresa da I. G. Rossolimo in URSS negli anni Venti e infine largamente accolta in Belgio e in Svizzera fino alla seconda guerra mondiale, di costituire una nuova scienza, la pedologia. Negli stessi anni M. Montessori parlava di antropologia pedagogica ed E. Claparède proponeva di distinguere due parti o momenti della scienza pedagogica, uno conoscitivo o pedagnostico e uno d'intervento o pedotecnico. Va subito detto che quasi nessuna di queste proposte terminologiche ha avuto fortuna duratura. Ma l'idea di fondo è rimasta valida e oggi la disciplina si è affermata in inglese come developmental psychology, in francese come psychologie du développement (psychologie génétique nella scuola piagetiana), in tedesco come Entwicklungspsychologie, e da noi come psicologia dell'età evolutiva.

Benché il nucleo psicologico-evolutivo sia il più consistente delle nuove discipline, anche la psicanalisi infantile (o pedanalisi), particolarmente ad opera di A. Freud e M. Klein, la psicologia dell'apprendimento ad opera di E.L. Thorndike, E.R. Guthrie, C.L. Hull, B.F. Skinner, E.C. Tolman, la modificazione del comportamento di A. Bandura, non meno della psicologia della personalità e della psicologia sociale di E.H. Erikson, H.J. Eysenck, N.D. Feshbach e altri, hanno contribuito a delineare una rifondazione del discorso sull'educazione.

Del resto, altri settori della ricerca hanno arrecato ulteriori contributi; così, in parallelo al concetto di personalità, le scienze biomediche hanno introdotto il concetto di costituzione come sintesi dei caratteri somatopsichici correlati alla stretta connessione fra sistema nervoso centrale, sistema nervoso autonomo e sistema umorale, governato dalle costellazioni endocrine, che è alla base della dinamica dei bisogni, delle pulsioni, delle emozioni e dei sentimenti, degli interessi e quindi delle motivazioni, che hanno importanza decisiva nei processi educativi. Mentre queste ricerche illuminano il lato biopsichico individuale e soggettivo, altre forniscono indicazioni sul lato psicosociale e collettivo: come le ricerche sociologiche sui gruppi primari e secondari, sul controllo e sul conflitto sociale, che si esercitano in misura rilevante anche sui fenomeni educativi e in particolare sull'istituzione-scuola e sui fenomeni di selezione e di riproduzione di classe che in essa hanno luogo. Anche l'economia e la statistica concernono aspetti di queste problematiche. Dalla psicotecnica e dalla statistica discendono oggi le teorie e tecniche della valutazione che fanno capo alla cosiddetta docimologia (v. in questa Appendice). Aspetti rilevanti forniscono anche le ricerche linguistiche e sociolinguistiche, che incidono sul mezzo principe di comunicazione, cui si aggiungono oggi le teorie e tecniche delle comunicazioni di massa. Televisione e fumetti sono fenomeni tutt'altro che marginali, che interessano milioni di bambini in tutto il mondo.

In conclusione, quasi tutte le scienze umane e sociali hanno rilevanti interessi ai problemi dell'infanzia e possono quindi entrare in dialogo fruttuoso con la pedagogia: che, senza rinunciare a impostare un discorso unitario in rapporto a una concezione generale del mondo e della vita che potremmo ancora chiamare ''filosofia'', deve ormai avvalersi dei contributi utili da qualunque parte provengano. È ozioso chiedersi se convenga chiamare a questo punto scienze ''ausiliari'' della pedagogia tutte quelle che possono arrecare contributi a un chiarimento dei processi educativi; è più importante sottolineare il carattere ormai francamente interdisciplinare della cooperazione scientifica a tal fine; l'unità non eclettica ma funzionale è garantita dal riferimento ''forte'' a un impegno di chiarificazione teoretica e d'intervento per realizzare un uomo migliore in una società migliore.

Bibl.: C. Metelli di Lallo, Analisi del discorso pedagogico, Padova 1966 (rist. parz. 1978); M. Debesse, G. Mialaret, Trattato delle scienze pedagogiche, 7 voll., trad. it., Roma 1973 ss.; Psicologia pedagogica, a cura di R. Titone, ivi 1976; A. Visalberghi e altri, Pedagogia e scienza dell'educazione, Milano 1978; G. Ballanti, Discorso e azione nella pedagogia scientifica, in collaborazione con L. Fontana, Roma 1981; Id., Modelli di apprendimento e schemi di insegnamento, ivi 1988; D. Izzo, L'educazione tra filosofia e scienza, ivi 1988; Enciclopedia pedagogica, 6 voll., Brescia 1989-; R. Massa e coll., Istituzioni di pedagogia e scienze dell'educazione, RomaBari 1990.

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