CERIO, Edwin

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 23 (1979)

CERIO, Edwin

Federico Di Trocchio

Nato a Capri il 28 giugno 1875 da Ignazio ed Elisabeth Grimmer, studiò all'istituto nautico di Napoli e all'università di Genova, dove si laureò in ingegneria navale e meccanica. Trasferitosi in Germania a Kiel nel 1900, lavorò come progettista di navi da guerra e sommergibili per la ditta Krupp; successivamente soggiornò in Spagna, Inghilterra, Argentina, Brasile, Uruguay, Paraguay e Cile. Sposò a Buenos Aires nel 1907 Elena Hosmann, collaboratrice dei giornali La Prensa e Americas e autrice di Ambiente de Altipiano (Buenos Aires 1945), dalla quale ebbe un'unica figlia, Laetitia. Nel corso del soggiorno nell'America del Sud progettò la prima ferrovia transandina da Buenos Aires a Santiago, e navi corazzate per le repubbliche brasiliana e argentina. Tornato in Italia nel 1913, brevettò e vendette al governo italiano un lanciasiluri girevole a tiro multiplo per sommergibile e iniziò a collaborare alla Rivista marittima, mentre lavorava per la ditta Ansaldo in Roma. Dal 1915 fu, assieme a N. Albini, direttore de La Marina mercantile italiana, e pochi mesi dopo assumeva la direzione della Società italiana brevetti e della Compagnia italiana per i traffici con l'Oriente. Trasferitosi a Torino nel 1918, lavorò per la Fiat e fondò, nel '19, Il Giornale d'oggi che ebbe breve vita.

A partire dal 1918 abbandonò progressivamente l'attività tecnica e si trasferì a Capri dove, raccogliendo l'eredità spirituale del padre, si dedicò ad illustrare e avvalorare le bellezze naturali, la storia, il significato scientifico e culturale dell'isola natale, e dove assunse una posizione di primo piano nella stravagante vita culturale di "quella Capri che fu e non sarà più, paradiso di stranieri bizzarri e geniali, di italiani cosmopoliti, di artisti, di scrittori, di scienziati e di matti" (P. Monelli, La Capri che fu, in La Stampa, 5 sett. 1951). Morì a Capri il 24 genn. 1960.

Sindaco negli anni 1920-23, si interessò soprattutto della tutela del paesaggio combattendo decisamente l'espansione edilizia speculativa e il diffondersi di modi architettonici estranei al tormentato paesaggio caprese (Il paesaggio di Capri e la sua tutela legislativa, Napoli 1922; La casa di Capri ed il regolamento edilizio, ibid. 1922); su tali temi organizzò nel 1923 un convegno internazionale (cfr. Il convegno del paesaggio, ibid. 1923). La sua attività di architetto (progettò più di trenta ville) riaffermò la tradizione e lo stile dei "fabbricatori" locali; mirabili esempi ne restano "La casa solitaria", "La casa romita" ed "Il rosaio".

Nel 1922 aveva fondato la rivista Pagine dell'isola dedicata alla vita culturale di Capri, che ebbe però vita brevissima (sette numeri) pur giovandosi della collaborazione di firme quali A. Negri e F. Brett Young. Abbandonata definitivamente l'attività di ingegnere (il suo ultimo scritto tecnico risale però al 1935: Per la pesca meccanica d'alto mare in Italia, in Atti del V congresso internazionale di pesca, Roma 1935, pp. 2-18), intraprese quella di scrittore umorista e di romanziere. In Aria di Capri (Napoli 1927; trad. inglese That Capri Air, London 1927; seconda ediz. ampliata in due volumi, Napoli 1936) con umorismo pungente presenta una galleria di luoghi e personaggi tipici dell'isola; non meno felici, ma di minor successo, Cose di Capri (Capri 1928), Manicomio tascabile (Milano 1934), Guida inutile di Capri (Roma 1946). Alla stessa vena umoristica appartiene Flora privata di Capri (Napoli 1939), volume divulgativo e aneddotico che si propone di "guardare la flora dell'isola senza alcuna preoccupazione botanica" (p. 35). Con intento scientifico lavorò, invece, raccogliendo molto materiale, intorno ad una Flora photographica caprese, che però non giunse a pubblicare, e in due collaborazioni all'Archiviobotanico di A. Béguinot: Note sulla flora caprese (V[1939], pp. 134-147) e Forme macrosomatiche nella flora caprense (ibid., pp. 219-233) nelle quali corregge il catalogo di M. Guadagno, Flora Capraearum nova (ibid., VII-VIII[1931-32], pp. 7-38, 145-176, 244-273) a proposito del genere Myrtus e descrive fenomeni di gigantismo dovuti ad influssi ambientali; mentre nell'opuscolo Coleotteri di Capri (Capri 1923) aveva illustrato i contributi di P. Luigioni alla classificazione della fauna entomologica dell'isola.

I romanzi invece non furono accolti favorevolmente dalla critica. Ispirati alla vita isolana, si perdono nella descrizione fedele, ma epidermica di un modo di vivere del quale il C. ignora volutamente la profondità; nel complesso una sagra della sana mentalità paesana, a fronte dei personaggi stravaganti e tormentati che popolano i saggi umoristici. Nel primo dei suoi romanzi, L'Approdo (Napoli 1930), forse perché ampiamente autobiografico, il C. espresse il meglio di sé; la crisi spirituale di un archeologo di fama, al soldo di speculatori turistici (che è la crisi del C. ingegnere) riflette la crisi di valori della cultura occidentale: contro l'inquietudine e la frenesia industriale viene riproposto, intellettualisticamente, il ritmo umano della vita di Anacropoli (Anacapri) dove il protagonista può dire di "essere arrivato a qualcosa di primitivo, d'essenziale, d'elementare. Sono arrivato ad isolarmi; isolarmi nel senso che intendono i geologi quando arrivano a liberare un organismo dalla puddinga di scorie e di detriti che vi hanno accumulato i secoli ... ho trovato l'uomo: il fossile vivo della umanità" (pp. 321 s.).

Interessanti, ma poco consistenti, i suoi studi sulla storia dell'isola: La presa di Capri in un frammento raro di ms.,Capri, 1922; Un viaggiatore del '600 a Capri, in Circoli, IX (1939), pp. 1-12; Indice dei nomi, luoghi, cose di Capri nel Seicento, Capri 1934; meditò di riunire il materiale raccolto con queste ed altre indagini in una collana storica della quale giunse però a pubblicare solo Capri nel Seicento, Capri 1934.

Il carattere mutevole gli aveva allontanato molto presto la moglie che, colpita da una grave malattia, si trasferì in Svizzera: sposò così nel 1954 con rito religioso Clara Wiedermann, dalla quale ebbe una seconda figlia, Sylvia, e che gli restò accanto fino alla morte.

La bibliografia completa del C., molto vasta, è in corso di compilazione presso il Centro caprense di vita e di studi I. Cerio. Oltre gli scritti citati, si ricordano: Privilegi di Capri e Anacapri, Capri 1902; L'avvaloramento archeologico di Capri, ibid. 1921; La vita e la figura di un uomo: Ignazio Cerio, Roma 1921; Il giardino ela pergola nel paesaggio di Capri, Capri 1922; La casa nelpaesaggio di Capri, ibid. 1922; Capri alla Commissione di cooperazioneintellettuale, ibid. 1922; Vannicola ultimo bohémien d'Italia, Napoli 1923; Visione rapida di Capri, Capri 1923; Aspetti pittoreschi di Capri, ibid. 1923; Introduction à Capri, ibid. 1929; Conserve e affini, Napoli 1932; Il matrimonio di Melanie, Capri 1933; Il caso della signorina Springfield, Napoli 1936; Zucchero e amore, ibid. 1937; Il miracolo del baccalà, ibid. 1938; L'ora di Capri, ibid. 1950; Capri, ein kleines Welttheater im Mittelmeer, München 1954; The masque of Capri, London 1957.

Bibl.: Necr. in La Stampa, 26 genn. 1960; Il Tempo, 27 genn. 1960; N. Douglas, Capri. Materials for a description of the Island, Firenze 1930, pp. 51-319 passim;G. Brindisi, C. uomo di Capri, Napoli 1937; G. Artieri, L'uomo di Capri, in Nuova Stampa sera, 21 sett. 1951; Id., Funiculì funiculà, Milano 1957, pp. 259-82; R. Kromer, Der König von Capri, in Der Standpunkt, 16 ag. 1957; P. Neruda, Confieso que he vivido, Barcelona 1974, pp. 294-301.

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