Egregio

Enciclopedia Dantesca (1970)

egregio

Vincenzo Valente

Tra i vari appellativi assegnati ai Romani, ‛ reverendi ', ‛ divini ', ‛ eccellentissimi ', ‛ nobilissimi ' (e in Mn II V 5 populus ille sanctus, pius et gloriosus), questo ha il senso di " valorosi ", avendo mente alle gesta gloriose di cui essi furono protagonisti: Sai quel ch'el [il sacrosanto segno, v. 32] fé portato da li egregi / Romani (Pd VI 43). Efficacemente annotava il Buti: " Ben si può dir de' Romani, che furono egregi, imperocché nell'opere virtuose, e prodezze dell'armi avanzarono tutti gli altri ".

Detto di nazione, ossia ‛ stirpe ', ‛ famiglia ', vale " illustre ", " nobile ": l'opere sozze / del barba e del fratel, che tanto egregia / nazione e due corone han fatte bozze (Pd XIX 137).

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