Nekrošius, Ejmuntas

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Regista teatrale lituano (Pažobris, Kaũnas, 1952 - Vilnius 2018); è considerato tra i più famosi registi teatrali affermati a livello internazionale. Nei suoi spettacoli, espressivi e visuali, N. ha dedicato particolare attenzione non solamente all'interpretazione emozionale degli attori, ma anche all'utilizzo degli oggetti sul palcoscenico che si trasformano quasi in un racconto autonomo.

Vita

Diplomato presso l'Istituto d'arte Lunačarski di Mosca, si è messo in luce come direttore e regista del Teatro dei giovani di Vilnius e quindi al Teatro drammatico di Kaũnas. Nel 1993 è stato nominato regista del Festival internazionale di teatro lituano (LIFE) e nel 1998 ha fondato il centro artistico indipendente Meno fortas. Gli spettacoli di N. hanno partecipato con successo di pubblico e critica a molti festival teatrali internazionali e hanno ottenuto importanti riconoscimenti: nel 1996 gli è stato consegnato il premio Ubu per il migliore spettacolo teatrale straniero presentato in Italia; nel 2001 la critica russa gli ha assegnato il Premio Konstantin Stanislavskij.

Opere

Artefice di un teatro visionario e antinaturalistico, ha creato spettacoli di inconsueta ricchezza vitalistica e varietà d'invenzione che, fondati su una metaforica e talvolta vorticosa stratificazione espressiva, combinano la logica ipnotica dei sogni e della poesia e le gags ludiche e clownesche del circo: Medaus skonis  «Sapore di miele» di S. Delaney (1976), Ivanovas  «Ivanov» di A. P. Čechov (1978), Pirosmani, Pirosmani di VadimKorostylëv (1981), Ilga kaip šimtmečiai diena  «Un giorno come un secolo» di Č. Ajtmatov (1983), Dédé Vanja  «Zio Vanja» (1986), Nosis  «Il naso» di N. V. Gogol´ (1990), Mocartas ir Saljeris. Don Chuanas. Maras  «Mozart e Salieri. Don Giovanni. Peste» di A. S. Puškin (1994), Trys seserys  «Tre sorelle» (1995). La scarnificazione del testo, la scenografia barbarica, arcaica ed essenziale, e la valorizzazione simbolica e rituale di pochi elementi scenici e testuali (il ghiaccio, la terra, l'acqua) caratterizzano la sua interpretazione della trilogia shakespeariana (Hamletas  «Amleto» 1997; Makbetas  «Macbeth», 1999; Otelo «Otello», 2000). Nel 2000 ha diretto anche Žuvėdra di A. P. Čechov. Nel 2005 ha invece realizzato l'opera di L. Desjatnikov The children of Rozental e nel 2007 Die Walkure  «La Valchiria» di R. Wagner. Tra le regie teatrali più recenti, in cui ha rinnovato la potenza dell'elemento visivo, punto nodale della sua pratica teatrale, si ricordano: Faust  di J. W. Goethe (2006), testo che N. ha tradotto in uno spettacolo realizzato con scene di forte impatto abitate da oggetti simbolici e immagini essenziali e folgoranti; Anna Karenina di L. Tolstoj (2008), dove l'immagine, il gesto, il paesaggio sonoro riducono l'importanza della parola recitata nella creazione di un mondo verosimile, in cui, tra atmosfere dense e sospese, il tempo si dilata per accogliere le azioni nel suo moltiplicarsi visionario.

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