ELEFANTINA

Enciclopedia dell' Arte Antica (1994)

ELEFANTINA (egiziano Ibw, «il paese degli elefanti», greco Έλεφαντίνη; ν. anche vol. I, p. 746, s.v. Assuan)

E. Bresciani

La più grande isola del Nilo, di fronte ad Assuan (v.) da cui dista soltanto 150 m, a controllo della I cateratta del Nilo, e posto di frontiera del paese verso la Nubia.

La città fortificata, con un tempio già attestato in epoca protodinastica, era il capoluogo del I nomo meridionale dell'Egitto, e occupava la zona S dell'isola, dov'era anche il grande complesso del Tempio di Khnum (dio ariete patrono dell'isola, creatore del mondo sul suo tornio, signore della cateratta e dell'inondazione annuale del Nilo) con le paredre Satis e Anukis. In epoca persiana (XXVII dinastia) una colonia giudaica risiedeva in «E. la fortezza», sull'isola, e presso la cinta del Tempio di Khnum si trovava anche un «Tempio di Yaho» (costruito nel VII-VI sec. a.C. e distrutto nel 410 a.C.). I monumenti hanno subito molte distruzioni da parte dei cercatori della terra fertile (sebbakh) e dei cercatori di antichità; delle abitazioni della colonia giudaica, che hanno restituito tanta documentazione papiracea aramaica (altri militari semitici in epoca persiana risiedevano ad Assuan), solo pochi muri sono stati identificati.

Dei monumenti dell'isola eretti dai sovrani dell'Antico, Medio e Nuovo Regno, restano attualmente numerosi blocchi riutilizzati negli edifici eretti successivamente, sia il Tempio di Khnum (interamente ricostruito al tempo di Nectanebo II, e terminato nella decorazione col nome di Alessandro II, con aggiunte di epoca tolemaica e romana) sia quello tolemaico di Satis; questo tempio è oggetto di opere accurate di restauro da parte dell'Istituto Archeologico Germanico del Cairo, che svolge da anni importanti opere di scavo.

Molti graffiti rupestri sono stati rilevati sulle rocce dell'isola, mentre importanti stele storiche provengono da E. (stele di Amenophis II, stele di Sethnekhet, frammenti della «stele del matrimonio» di Ramesse II); tra gli edifici va ricordato un nilometro di epoca tarda, collegato col lago sacro del Tempio di Khnum e il nilometro, ben conservato, di epoca romana, collegato col Tempio di Satis.

Ma il monumento forse più interessante conservato sull'isola di E., scoperto e studiato da L. Habachi, è il piccolo santuario costruito nel Medio Regno dal nomarca Sirenput I per un personaggio vissuto durante il regno di Pepi II (VI dinastia), Pepinekhet, soprannominato Heqaib, deificato e adorato localmente: il santuario si articola in tre cappelle e contiene numerose statue di pietra. Prima della costruzione del santuario, al culto di Heqaib era dedicata una camera ipogea nella sua tomba, nella necropoli di Qubbet el-Ḥawa, l'antica Contra-Syene, sulla sponda occidentale del Nilo.

Sull'isola di E. è stata anche individuata e scavata una necropoli di età greco-romana, detta «degli arieti sacri di Khnum», che ha restituito mummie racchiuse in sarcofagi con le maschere dorate delle teste degli animali.

Pochissime tracce restano di un monastero e di due chiese sull'isola; sulla riva occidentale del Nilo, invece, a c.a 2 km dal fiume, esiste un grande complesso conventuale, quello di San Simeone (VI sec.); le pitture più antiche sono scomparse, e la decorazione pittorica in parte conservata nella chiesa del monastero è più tarda (Cristo «in maestà», circondato da 24 personaggi distinti ognuno da una lettera dell'alfabeto copto); altre pitture decorano pareti e soffitto di una cappella rupestre.

Bibl.: Notizie degli scavi in MDIK, XXVI, 1970 e ss. - L. Borchardt, Nilmesser und Nilstandsmarchen, in AbhPreuss, 1906, 1, p. 13 ss.; PM, V, 1937, p. 221 ss., s.v. Island of Elephantine; L. Habachi, Hekaib, the Deified Governor of Elephantine, in Archaeology, IX, 1956, pp. 8-15; H. Ricke, Die Tempel Nektanebos' II. in Elephantine, in BABA, VI, 1960, pp. 1-35; S. Sauneron, Inscriptions romaines au temple de Khnoum à Elephantine, ibid., pp. 36-64; E. Edel, Die Felsengräbe der Qubbet El Hawa bei Assuan, Wiesbaden 1967; id., Beiträge zu den Inschriften des Mittleren Reiches in den Gräbern der Qubbet el Hawa, Berlino 1971; P. Grossmann, Kirche und spätantike Hausanlagen im Chnumtempelhof (AV, 25), Magonza 1980; H. Jaritz, Die Terrassen vor den Tempeln des Chnum und der Sätet (AV, 32), Magonza 1980; L. Habachi, Elephantine IV. The Sanctuary of Heqaib, Magonza 1985; G. Dreyer, Elephantine VIII. Der Tempel der Sätet. Die Funde der Frühzeit und des Alten Reiches (AV, 39), Magonza 1986.

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