ZOLLA, Elémire

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 100 (2020)

ZOLLA, Elémire

Valentino Cecchetti

(Venanzio Elémire). – Nacque il 9 luglio 1926 a Torino da Venanzio, maestro d’arte nato a Colchester (Inghilterra) da padre lombardo e madre alsaziana, e dalla musicista britannica Blanche Smith. Secondogenito della coppia (dopo la sorella Eda Doris) venne chiamato Elémire in omaggio allo scrittore francese Élémir Bourges.

Mostrò doti artistiche (suo Composizione di ellissi all’Esposizione nazionale d’arte del Valentino, Torino 1953). Parlava francese e inglese e studiò il tedesco e lo spagnolo, spostandosi con la famiglia tra l’Inghilterra, Parigi e l’Italia. Lesse giovanissimo La storia d’Europa di Benedetto Croce, L’anima dell’uomo sotto il socialismo di Oscar Wilde, il Tao te ching. Frequentò le scuole elementari presso l’istituto Ferrante Aporti. Dopo il Regio ginnasio Cesare Balbo, si iscrisse alla facoltà di giurisprudenza, interessandosi di medicina legale e psichiatria forense. Nel 1948 si ammalò di tubercolosi (dopo una polmonite contratta all’età di 6 anni). Nello stesso anno intervenne sul Times Literary Supplement con un commento all’articolo di Harold C. Dowdall The Word “Person” (8 maggio 1948). Si laureò, dopo tre anni di interruzione degli studi, in diritto commerciale nel 1953, e pubblicò il saggio Lo scetticismo giuridico (in Rassegna italiana di sociologia, I (1960), 4, pp. 19-30).

Si dedicò all’attività letteraria: Saggi di etica e di estetica (Torino 1947); Joyce e la moderna apocalisse (in Pensiero critico, III (1952), 6, pp. 1-12; poi in Storia del fantasticare, Milano 1964, pp. 177-191); Thomas Mann (in Letterature moderne, IV (1953), 2, pp. 146-153). Pubblicò il primo racconto Visita angelica in via dei Martiri nella rivista Tempo presente, II (1957), 2, pp. 104-117, cui seguirono Giuditta (in Il Mondo, X (1958), 39; poi con il titolo L’Africa nel cortile, in L’amore in Italia, Milano 1961, pp. 273-337) e Marco e il gatto mammone (in La Gazzetta del popolo, 7 gennaio 1962).

Il romanzo Minuetto all’inferno (Torino 1956), uscì, dopo alcune esitazioni della casa editrice Einaudi, nella collana I Gettoni con risvolto di Elio Vittorini e fu insignito con il premio Strega Opera prima (1957).

Trasferitosi a Roma, sposò con rito civile (1958) la poetessa Maria Luisa Spaziani (dopo un lungo fidanzamento il matrimonio durò solo pochi mesi), figlia dell’imprenditore tipografico con stabilimento di via Pesaro a Torino, presso cui aveva stampato i Saggi di etica e di estetica (1947). Lavorò per qualche tempo (chiamato da Nicola Chiaromonte) nella redazione di Tempo presente, completando il secondo romanzo Cecilia o la disattenzione (Milano 1961). Frequentò Elena Croce, Alberto Moravia ed Elsa Morante, Giovanni Macchia, Mario Praz.

Nel 1962 conobbe Cristina Campo (Vittoria Guerrini), presentatagli dalla stessa Spaziani, con cui collaborò alla stesura di programmi radiofonici e dell’antologia I mistici dell’Occidente. In occasione di una ricaduta della malattia polmonare, fu assistito dalla scrittrice rimanendole legato sino alla morte di lei nel 1977, e trasferendosi (1965) da via Pannini dove risiedeva, in piazza Sant’Anselmo, sull’Aventino, in una stanza della pensione dove viveva Cristina Campo.

Raccolse sotto il titolo Eclissi dell’intellettuale (Milano 1959) una serie di saggi che mossero dalla critica contro l’industria culturale e la società di massa. L’opera ebbe numerose riedizioni e conferì all’autore notevole risonanza, ma fece di Zolla il bersaglio polemico di alcuni esponenti della cultura progressista (da Umberto Eco a Ennio Flaiano, da Beniamino Placido a Valerio Riva).

Chiamato da Praz all’Università di Roma, fu suo assistente sino all’incarico di lingua e letteratura anglo-americana (1959). Nel 1962 uscì il saggio Volgarità e dolore (Milano 1962), seguito da Le origini del trascendentalismo (Roma 1963). Tradusse e curò opere di Herman Melville (Clarel, Torino 1965) – cui dedicò anche il saggio Melville e l’abbandono dello zodiaco (in Paragone, XI (1960), 128, pp. 3-41) – e di Nathaniel Hawthorne (Settimio Felton o l’elisir di lunga vita, Vicenza 1966). Tra il 1959 e il 1971 Zolla lavorò ad alcune importanti antologie.

La psicanalisi (Milano 1960); I moralisti moderni (Milano 1960, in collaborazione con A. Moravia); Emily Dickinson, Selected Poems and Letters (Milano 1961), Donatien-Alphonse-François de Sade, Opere scelte, (Milano 1962); I mistici dell’Occidente, (Milano 1963); quest’ultima basata su un’interpretazione della misti­ca come sede segreta e autentica del ‘pensiero tradizionale’.

Nel 1964 collaborò con la Fondazione Giorgio Cini di Venezia nell’ambito dei Corsi internazionali di alta cultura dell’Isola di San Giorgio (I valori permanenti del divenire storico, Roma 1969; Eternità e storia, Firenze 1970; Per un nuovo illuminismo. Arte e cultura nella civiltà contemporanea, Firenze 1966). Nel 1966 ricevette l’incarico di segretario dell’Istituto accademico di Roma, istituzione sorta nel 1965, sotto la direzione del ministro democristiano Pietro Campilli, nell’ambito della quale progettò un Dizionario dei simboli mai realizzato, ma di cui rimasero tracce consistenti in alcuni testi come la voce Simbologia per l’Enciclopedia del Novecento (VI, Roma 1982, pp. 539-550).

Dal 1970 al 1973 diresse l’Istituto ticinese di alti studi di Lugano (Fondazione Keimer), promosso da Romano Amerio e presieduto da Boris De Rachewiltz, vicepresidente Pio Filippani-Ronconi. Si legò d’amicizia con Samuel Dresner, Toshihiko Izutsu, Abraham Joshua Heschel, Seyyed Hossein Nasr, Giorgio Diaz De Santillana; soprattutto con il musicologo Marius Schneider. Tali attività e frequentazioni accompagnarono la nascita della rivista trimestrale Conoscenza religiosa (1968-1983: 67 fascicoli, 15 monografie), ch’ebbe l’apporto di Federico Codignola della casa editrice La Nuova Italia (Conoscenza religiosa. Scritti 1969-1983, Roma 2006).

Alla rivista collaborarono Rosario Assunto, Jorge Luis Borges, Guido Ceronetti, Pietro Citati, Henry Corbin, Mircea Eliade, Margarete Riemschneider, Jean Servier, Giuseppe Sermonti. Vi fu pubblicato un saggio di Marcel Griaule e vi fu indagata una dimensione del sacro che Zolla denominò ‘sincretistica’ (v. Il sincretismo, Napoli 1986). Il primo numero ospitò il saggio Missa romana di Cristina Campo, critica radicale alla svolta della Chiesa del Concilio Vaticano II, che fu inizialmente anche di Zolla (tra il 1966 e il 1967 egli ebbe parte attiva nell’associazione Una voce di Cristina Campo, che si oppose alla riforma della liturgia latino-gregoriana). Negli stessi anni pubblicò i saggi Storia del fantasticare (cit.) e Le potenze dell’anima (Milano 1968).

Zolla insegnò all’Università di Catania (1967); in seguito, dal 1968, all’Università di Genova. A Genova (dove ricoprì anche l’incarico di filologia germanica) promosse e curò ricerche attorno al ‘superuomo’ (Il superuomo e i suoi simboli nelle letterature moderne, I-VI, Firenze, 1971-1979). Scrisse per Il Giornale d’Italia (con lo pseudonimo Bernardo Trevisano, alchimista del XV secolo, usato anche da Cristina Campo), Il Messaggero, La Nazione, Telesera, e ininterrottamente per il Corriere della sera dal 1958 al 2000.

Di natura accademica fu la collaborazione alle riviste Studi americani ed Elsinore, mentre saggi e articoli di Zolla apparvero nella Nuova Antologia, La Fiera letteraria, Il Pensiero critico, Il Punto. Fu chiamato a far parte dei comitati scientifici di numerose riviste internazionali nelle quali apparvero suoi contributi (Connaissance des religions; Cahier de l’hermetisme; Incognita – quest’ultima del giovane studioso rumeno Ioan Petru Culianu il rapporto del quale con Zolla fu particolarmente fecondo).

Dopo un viaggio nel Sud-Ovest degli Stati Uniti scrisse I letterati e lo sciamano (Milano 1969), opera sull’immagine degli indiani d’America, che riscosse ampi consensi in area anglosassone. Viaggiò in Birmania, Corea, India, Indonesia e Bali, Hawaii, Giappone, Iran, Israele, Taiwan e scrisse Che cos’è la tradizione (Milano 1971), rifiuto del modello culturale occidentale a favore della ‘metafisica’ dell’Estremo Oriente. Con Alfredo Cattabiani, direttore editoriale di Borla e dei Saggi Rusconi, Zolla creò la collana Documenti di cultura moderna (in collaborazione con Augusto Del Noce), anticipando linee editoriali di grande successo e l’attenzione per autori come Carlos Castaneda, Ananda Coomaraswamy, J.R.R. Tolkien (di Zolla la prefazione alla prima edizione italiana del Signore degli anelli). Riprese l’idea in seguito con la collana Paramita per l’editore Rizzoli. Nel 1974 convinse Cattabiani a pubblicare per Rusconi in prima edizione mondiale La colonna e il fondamento della verità di Pavel Florenskij di cui tradusse e curò il saggio sulle icone Le porte regali per Adelphi (Milano 1977). Nel 1974, con l’appoggio di Giovanni Macchia, fece ritorno all’Università di Roma La Sapienza, seppure tra forti resistenze dei colleghi romani. A esse fu dovuta la scelta polemica di pubblicare alcune opere in lingua inglese: Archetypes e The Androgyne. Fusion of the Sexes (entrambe London 1981), che concludevano un’indagine sull’alchimia inaugurata dal libro Le meraviglie della natura. Introduzione all’alchimia (Milano 1975).

Alla Sapienza Zolla avviò due progetti di ricerca, nell’ambito del primo dottorato italiano in scienze letterarie (letterature comparate). Ne derivarono un’enciclopedia sul Novecento americano, I Contemporanei (I-III, Roma 1981-1983; rist., I-VI, Roma 2002) e l’opera di taglio comparativo L’esotismo nella letteratura angloamericana (I-III, Roma 1981-1982; IV, Napoli 1987). Nel 1975 lasciò la casa editrice Bompiani, cominciò a pubblicare con Marsilio e riprese a scrivere in italiano: Aure. I luoghi e i riti (Venezia 1985), L’amante invisibile. L’erotica sciamanica nelle religioni, nella letteratura, nella legittimazione politica (Venezia 1986), Verità segrete esposte in evidenza: sincretismo e fantasia, contemplazione e esotericità (Venezia 1990). Tra il 1990 e il 2002 videro la luce nuove opere e la ristampa della saggistica più significativa dei decenni precedenti.

La casa editrice Adelphi (fu Zolla a presentare a Roberto Bazlen il giovane Roberto Calasso nei primi anni Sessanta) pubblicò Uscite dal mondo (Milano 1992), Lo stupore infantile (Milano 1994), Le tre vie (Milano 1995) e Discesa all’Ade e resurrezione (Milano 2002); rieditando, I mistici dell’Occidente (Milano 1997) e Che cos’è la tradizione (Milano 1998). Per Mondadori uscirono La nube del telaio. Ragione e irrazionalità tra Oriente e Occidente (Milano 1996), La filosofia perenne. L’incontro tra le tradizioni di Oriente e d’Occidente (Milano 1999); Einaudi pubblicò Il dio dell’ebbrezza. Antologia dei moderni dionisiaci (Torino 1998). Singoli saggi furono stampati presso Alberto Tallone Editore.

Nel 1996 gli fu conferito il titolo di grande ufficiale al merito della Repubblica (1996).

Abbandonato l’insegnamento nel 1991, si era trasferito con la studiosa di estetica Grazia Marchianò (conosciuta nel 1970 presso l’Istituto accademico e con cui si era unito civilmente a Roma nel 1980) dall’ultima abitazione nella capitale (in via Merulana) a Montepulciano, Siena, dove morì il 29 maggio 2002.

Fonti e Bibl.: La casa di Montepulciano ospita la sede dell’Associazione internazionale di ricerca Elémire Zolla (AIREZ), fondata e diretta da Grazia Marchianò, con la biblioteca, il Fondo scritti Elémire Zolla e un ampio schedario bibliografico-critico (per cui si rimanda a: http://www.elemirezolla.org).

Una testimonianza autobiografica in Autodizionario degli scrittori italiani, a cura di F. Piemontese, Milano 1989, pp. 375-377. Un esauriente profilo bio-bibliografico: Elémire Zolla. Il conoscitore di segreti. Una biografia intellettuale, a cura di G. Marchianò, Milano 2006 (cfr., in partic., Parte prima: Sprazzi di una biografia scancellata, pp. 15-177). Si vedano, inoltre: E. Z.: dalla morte alla vita, in Viator, n.s., IX (2005-2006), 1 (n. monografico negli ottanta anni dalla nascita, a cura di G. Marchianò); Labirinti della mente. Visioni del mondo. Il lascito intellettuale di E. Z. nel XXI secolo, a cura di G. Marchianò, Pienza 2012. Cfr. infine il libro-intervista di D. Fasoli, Un destino itinerante. Conversazioni con E. Z. tra Occidente e Oriente, Venezia 1995 e la monografia H. Cavallera, E. Z.: la luce delle idee, Firenze 2011.

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