Elisabetta I, regina d'Inghilterra

Enciclopedia dei ragazzi (2005)

Elisabetta I, regina d'Inghilterra

Silvia Moretti

Un simbolo della potenza inglese

Durante il lungo regno di Elisabetta I, nella seconda metà del Cinquecento, l'Inghilterra divenne una grande potenza politica e commerciale e gettò le basi del suo vasto impero coloniale. Elisabetta fu l'artefice di questa trasformazione, diventando presto il simbolo della potenza inglese

Una vita difficile

Figlia di Enrico VIII e Anna Bolena, Elisabetta aveva appena tre anni quando sua madre fu condannata a morte sul patibolo per permettere a Enrico VIII di prendere una nuova moglie. Dopo la morte del padre (1547), durante i brevi regni di Edoardo VI e soprattutto di Maria la Cattolica, entrambi figli di Enrico VIII con mogli diverse, Elisabetta subì pressioni e minacce.

Il 17 novembre 1558, a venticinque anni, salì al trono, e fino al marzo 1603, per quasi cinquant'anni, governò il paese con saggezza e grande abilità diplomatica, all'interno e all'esterno. Nonostante le pressioni del Parlamento e di alcuni membri della corte, rifiutò di sposarsi. Regnò da sola e non si legò a dinastie straniere o a fazioni nobiliari in lotta tra loro: con grande abilità fece finta di accettare ora uno ora l'altro candidato al matrimonio, sfruttando sempre la situazione a suo vantaggio.

Economia, cultura e società

L'economia inglese dell'epoca elisabettiana, dominata da agricoltura e allevamento, era in fase di espansione. Il sostegno dato da Elisabetta alla produzione tessile (la ricchezza tradizionale del paese era la lana) determinò l'aumento delle esportazioni e un miglioramento delle condizioni di vita. Di conseguenza la popolazione crebbe e Londra si avviò a diventare una grande capitale europea dove il teatro dominava la vita culturale. Elisabetta, come la sua corte, amava molto il teatro e chi scriveva per esso (fra tutti William Shakespeare), e si impegnò a difenderli, dagli attacchi dei protestanti più intransigenti ‒ i puritani ‒ che lo consideravano immorale. Negli anni del suo regno Elisabetta indirizzò il paese verso la fede protestante, ma cercò di bandire ogni fanatismo religioso, da qualsiasi parte venisse.

La politica di espansione marittima e commerciale fortemente voluta da Elisabetta determinò le più significative trasformazioni dell'epoca : una flotta potente in preparazione e un impero commerciale da costruire in America e in Asia. Nel 1584, in onore della regina, fu fondata in America Settentrionale la colonia della Virginia. Anche la società inglese si preparava a grandi cambiamenti: l'aristocrazia, attratta a corte da Elisabetta, perse il contatto con la base del suo potere nelle campagne e cominciò a subire la concorrenza di un nuovo gruppo sociale, la gentry, piccola nobiltà di campagna formata da ricchi proprietari terrieri e funzionari della corona.

La guerra con la Spagna: pirati e soldati

Tra Spagna e Inghilterra vigeva da tempo uno stato di guerra non dichiarato. Elisabetta, infatti, in quanto figlia di genitori scomunicati, era stata anche lei scomunicata dal papa. Così, nel tentativo di riportare l'Inghilterra alla fede cattolica, la corona spagnola e il papato inviavano segretamente sull'isola missionari gesuiti. Non mancarono tentativi di uccidere la regina. Da parte sua Elisabetta guardava con favore le azioni di pirateria dei celebri corsari inglesi che battevano gli oceani assalendo le navi spagnole cariche d'oro. Alla corte di Elisabetta il pirata Francis Drake veniva accolto con tutti gli onori.

A far precipitare la situazione fu la condanna a morte di Maria Stuart, la cattolica regina di Scozia che si era rifugiata a Londra minacciata da una rivolta protestante nel suo paese. Elisabetta esitò a lungo prima di condannarla, ma dopo l'ennesima congiura la mandò al patibolo (1587). Filippo II, re di Spagna, organizzò allora la spedizione dell'Invincibile Armata per attaccare le coste inglesi e invadere il paese. Nel canale della Manica la sua flotta di galeoni un po' antiquati e troppo pesanti da manovrare non riuscì ad agganciare le navi inglesi, molto più agili e veloci, che dalla distanza, grazie a un'artiglieria a lunga gittata, ebbero la meglio sul nemico.

La vittoria sull'Invincibile Armata (1588) consacrò il prestigio di Elisabetta e la sua posizione di guida dello schieramento protestante contro la Spagna, paese simbolo della Controriforma.

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