DURKHEIM, Émile

Enciclopedia Italiana (1932)

DURKHEIM, Émile

Galvano Della Volpe

Sociologo, nato a Épinal il 15 aprile 1858, morto a Parigi il 15 novembre 1917. Fu professore di sociologia alla Sorbona e direttore della Année sociologique (1896-1912), organo della scuola da lui fondata.

In contrapposizione al metodo biologico (Espinas) e a quello psicologico (Marion, Tarde) che avevano dominato, nello studio delle società umane, prima del D., questi sostenne che il fenomeno sociale è un fenomeno originale, sui generis, e che la scienza di esso deve avere un proprio metodo. L'analogia biologica e l'induzione psicologica sono insufficienti a spiegare il fenomeno sociale, in quanto questo si sottrae alle leggi dell'organismo materiale e della psiche umana individuale. Occorre un metodo positivo, di osservazione obiettiva dei dati storici, che mediante la comparazione di questi, formuli le leggi e scopra le cause generali efficienti dei fenomeni sociali. E però anche il metodo a priori, la considerazione delle cause finali, ecc., dovranno essere banditi. Il nuovo metodo del D. addita il carattere specifico del fatto "sociale", nell'"obbligazione", in quanto ciò che è "sociale", azione e pensiero, è prodotto di una "coscienza collettiva" che trascende la coscienza singola, la psiche individuale, e le si impone: la coscienza collettiva, infatti, risulta non da una somma ma da una sintesi, simile a quella chimica, delle coscienze individuali ed è come tale un prodotto assai diverso dagli elementi che lo compongono. Stabilito ciò, non resta che determinare i varî "tipi" di coscienza collettiva, di società, che la storia ci presenta, risalendo dai più complessi ai più semplici (l'orda o il clan), e di ognuno determinare il contenuto specifico, politico, religioso, morale ecc. Per il D. non solo la morale, la religione, il costume sono creazioni della coscienza collettiva, ma anche le leggi logiche, le categorie del pensiero. Le idee di spazio e tempo, ad es., hanno il loro fondamento nella maniera in cui le tribù primitive orientavano le loro tende e nell'alternarsi delle feste e dei lavori compiuti in comune. Le tendenze della scuola del D., modificate dagl'insegnamenti recenti della ricerca etnologica, sono oggi rappresentate dal di lui genero e successore M. Mauss.

Delle sue opere (pubblicate tutte a Parigi) vanno ricordate: Les règles de la méthode sociologique (1895); De la division du travail social (1893); Le suicide (1896); Les formes élémentaires de la vie religieuse (1912); Éduction et sociologie (1922); L'éducation morale (1925).

Bibl.: M. Halbwachs, La doctrine d'É. D., in Revue philosophique, 1918; D. Parodi, La philosophie contemporaine en France, Parigi 1920.

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