Emoji

NEOLOGISMI (2018)

emoji


s. m. o f. inv. Rappresentazione grafica di una figura, di un oggetto o di uno stato d’animo utilizzata nella composizione di messaggi telefonici e telematici, diffusi dal Giappone dall’ultimo decennio del XX secolo.

• Linguisti e semiologi osservano i sempre sorprendenti sviluppi della questione delle emoticon per capirle meglio, se possono: non certo per decidere se è «bene» o «male» che succeda quel che succede. E quel che succede è che la tastiera dell’iPhone contiene attualmente un’opzione per scrivere con le emoticon (o più precisamente, emoji), che predispone 722 simboli, codificati da Unicode. Presto raggiungeranno il migliaio e sarà possibile, per quelli che rappresentano un volto umano, scegliere il colore della loro pelle, superando il discutibile e discriminatorio monopolio dei visi pallidi, vigente sinora. L’uso di tali figurette è dilagante, non solo per risparmiare caratteri negli sms o nei tweet, ma soprattutto per esprimere stati d’animo che accompagnano, in parallelo, la comunicazione verbale: è insomma il modo per scrivere sorridendo (o, al contrario, imbronciati) e farlo sapere. (Stefano Bartezzaghi, Repubblica, 14 dicembre 2014, p. 23, Cronaca) • Il giudice Peter Jackson, famoso per gli emoji con i quali sottolinea il testo delle sue sentenze, le ha dato ragione il 6 ottobre scorso, 11 giorni prima che JS se ne andasse. Aveva chiesto di incontrare la ragazza in ospedale ed era stato colpito dalla sua forza e dalla sua determinazione. (Vittorio Sabadin, Secolo XIX, 19 novembre 2016, p. 11, Italia Mondo) • Il mondo, quando comunica, sorride: è questo l’emoji più amato sul pianeta, hanno scoperto i ricercatori della University of Michigan e dell’università di Pechino, analizzando 427 milioni di messaggi. Non sembra ci sia molto da ridere, di questi tempi. Eppure è l’emoji più popolare sul pianeta. (Beppe Severgnini, Corriere della sera, 6 gennaio 2017, p. 1, Prima pagina).

- Dal giapp. emoji.

- Già attestato nella Repubblica del 9 dicembre 2011, p. 45, Cronaca (Jenna Wortham, trad. di Anna Bissanti).

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