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Empedocle

di Giorgio Stabile - Enciclopedia Dantesca (1970)
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Empedocle

Giorgio Stabile

Filosofo, nato ad Agrigento intorno al 492 a.C. e morto intorno al 430. Gran parte delle notizie sulla sua vita sono leggendarie, e ne celebrano sia la fama di scienziato, poeta e taumaturgo che la divinizzazione.

Una famosa versione della sua morte vuole che egli, recatosi sul cratere dell'Etna, vi si gettasse dentro, confermando con la sua scomparsa di esser divenuto un dio (Diogene Laerzio Vitae philos. VIII 2); versione autorevolmente avallata, nella tradizione latina, da Orazio (Ars poet. 464-466 " Deus immortalis haberi / dum cupit Empedocles, ardentem frigidus Aethnam / insiluit ") e poi variamente vulgata (Lattanzio Inst. III 18 " Multi ergo ex iis qui aeternas esse animas suspicabantur, tamquam in caelum migraturi essent, sibi ipsi manus intulerunt, ut... Empedocles "; Vincenzo di Beauvais Spec. hist. I 1, III 44; Spec. doctr. V 65, che ne riportava il detto " Deus est sphaera, cuius centrum ubique, circunferentia nusquam "; Bernardo Silvestre De Mundi universitate " Quaerenti Empedocles quid viveret inquit, ut astra / inspiciam. Caelum subtrahe: nullus ero "; v. anche Cicerone Acad. I XII 44, II V 14, XXIII 74, XXXVII 118; Tusc. I IX 19, XVII 41 ecc.). Alberto Magno lo ricordava come " curiosus investigator " che " dum in monte qui dicitur Aethna... investigaret naturam Vulcani, cecidit in foveam eiusdem Vulcani, et consumptus est a Vulcano quem investigavit, quae fovea pro hoc a Poetis ‛ casus empedocleus ' est votata " (Meteor. IV II 1; cfr. Papia Vocabularium sub v. " Empedocles "). Boezio, peraltro, ne aveva celebrato (Inst. musica I 1) il rasserenante potere orfico (" Sed et Empedocles, cum eius hospitem quidam gladio furibundus invaderet... inflexisse modum dicitur canendi itaque adulescentis iracundiam temperasse "; la scarsa dossografia su E. riporta G. Burley, De Vita et moribus philosophorum, cap. XLVIII).

Delle sue opere ci rimangono frammenti di due poemi: Sulla natura e le Purificazioni. La dottrina fisica di E., nello stile delle antiche cosmogonie, poggia su una pluralità di principi individuati nei quattro elementi primordiali o ‛ radici ' - fuoco, aria, acqua, terra -, ingenerati, irriducibili l'uno all'altro ed eternamente uguali in sé stessi. Ad essi erano preposti i due principi del moto universale: l'Amore (amor o amicitia o concordia, φιλία) che è la forza unificatrice, e, suo antagonista, l'Odio (odium o lites o discordia, νει̃χος) che è la forza disgregatrice. Il racconto cosmogonico empedocleo si svolgeva secondo un andamento ciclico: in principio i quattro elementi erano fusi assieme in una unità indifferenziata, lo ‛ Sfero ', su cui regnava la potenza unificante dell'Amore, mentre l'Odio era tenuto ai confini. L'equilibrio dello Sfero veniva poi infranto dall'irruzione dell'Odio che, in lotta con Amore, disgregava gli elementi, disperdendoli fino a separarli totalmente l'uno dall'altro. Con ciò s'iniziava un nuovo ciclo della storia del mondo, contraddistinto dalla lenta riconquista dell'Amore sull'Odio fino alla completa ricostituzione dell'unità primigenia e indifferenziata, con la quale il ciclo cosmico si concludeva.

E. è annoverato da D. tra i filosofi antichi abitatori del Limbo, Diogenès, Anassagora e Tale, / Empedoclès, Eraclito e Zenone (If IV 138). Che non si tratti di una semplice presenza muta sembrano confermarlo i versi di If XII 41-43, in cui è chiaramente ravvisabile un'allusione alla teoria fisica di E.; afferma infatti Virgilio: da tutte parti l'alta valle feda [l'Inferno] / tremò sì [alla morte di Cristo], ch'i' pensai che l'universo / sentisse amor, per lo qual è chi creda / più volte il mondo in caòsso converso. La glossa erudita di Virgilio (per lo qual è chi creda...) starebbe a significare che nello scuotersi della terra egli avvertì il momento culminante del ciclo cosmologico empedocleo, quando l'Amore, vittorioso sull'Odio, disfà il mondo (frutto della separazione degli elementi) riconvertendolo nell'unità primigenia indifferenziata (caòsso). A ben guardare, non diversa poteva essere l'interpretazione del terremoto seguito alla morte di Cristo, per chi, come il poeta latino, era ancora tutto compreso nei limiti della cultura pagana (nel cui clima, peraltro, era avvenuto il primo viaggio nel basso Inferno: cfr. If IX 22 ss.). Di qui il richiamo, non gratuito, all'‛ amore universale ' e alla precristiana giustificazione empedoclea, ancora al di qua dell'amor e della virtù divina del cosmo cristianizzato (cfr. Pd XXVII 106 ss.).

D. poteva leggere ampiamente l'esposizione delle dottrine di E. in Aristotele, che in numerosissimi luoghi le aveva discusse e ribattute (cfr. Metaph. I 3; Coel. I 10, III 2, 7 Phys., I 5, II 4, VIII 1; Gen. et corrupt. II 6, 7; An. I 5; Part. an. I 1; Gen. an. I 18, ecc.). Prima di tutto nella Metafisica, dove, a proposito della dottrina delle quattro cause, era affermato (I 4, 985a 5-6, 21 - b 2): " Empedocles, inveniet amorem quidem causam esse agathorum, odium vero malorum... autem plus quidem hoc utitur causis, sed nec sufficienter... Multis igitur in locis id amor quidem secernit, odium vero concernit. Nam cum in elementa ipsum esse ab odio distrahitur, tunc... elementorum singula concernuntur. Cum autem iterum in unum ab amore conveniunt, necesse rursum, ut ex singulis particulae secernantur. Empedocles... elementa quattuor dixit esse, sed ut duobus existentibus solum, igne quidem secundum se, oppositis... terra... et aëre et aqua ". Commentava Alberto Magno (Metaph. I III XIV): " Empedocles... poneret amorem et odium principia esse effectiva... secundum dicta Empedoclis... id quod est vel fit, amor secernit et dispergit et odium concernit et congregat. Nam cum ipsum quod esse dicit Empedocles, et hoc est chaos, in quo omnia permixta sunt, distrahitur ad elementorum species ab odio, cuius est secernere cuncta, tunc ea quae ad ignem constituendum conveniunt, in unum concernuntur et similiter...ea quae ad singula aliorum elementorum... Cum autem e contra post annum magnum iterum ex constitutis elementis ex elementatis conveniunt amore movente, necesse est, ut rursum particulae, quae singula constituerunt, secernantur; et sic amor secernendo singula congregat ad unum, sicut odium secernendo ex uno concernit ad singula " (cfr. XI II 4, Coel. I IV 1 " Alii autem... fuerunt qui dixerunt quod mundus iste saepe generatur, et saepe corrumpitur... quidam enim dicunt, quod revertitur idem in magno anno... et haec fuit sententia Empedoclis "; cfr. anche il commento di Tommaso alla Metafisica III lect. XI " Odium enim est causa distinctionis secundum Ernpedoclem. Unde inducit verba Empedoclis dicens, quod quando omnes res in unum conveniunt, ut puta quando fit chaos, tunc ultimum stabit odium separans et dissolvens... Dicebat enim quod cum omnia elementa in unum congregabuntur, tunc erit corruptio mundi. Et sic amor corrumpit omnia... Dicebat enim quandam transmutationem esse in rebus odii et amicitiae, ita scilicet quod amor quandoque omnia uniebat, et postmodum omnia odium separabat ").

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