EMPIEMA

Enciclopedia Italiana (1932)

EMPIEMA (dal gr. ἐν "dentro" e πύον "pus")

Leonardo Alestra

È la raccolta di pus in una cavità preformata dell'organismo (v. ascesso). L'empiema pleurico o piotorace è l'essudato purulento della pleura. Si ha quando l'infiammazione pleurica è sostenuta da un agente piogeno: generalmente lo Streptococcus pyogenes e lo Pneumococcus o Diplococcus pneumoniae. Lo streptococco si trova negli empiemi dovuti a ferite cutanee, a carie costali, a tubercolosi polmonare, ascessi polmonari, broncopolmoniti, malattie settiche generali. I pneumococchi sono la causa degli empiemi metapneumonici, così detti perché si sviluppano in seguito a una polmonite lobare grave. Versamenti icorosi, e cioè putridi, nel cavo pleurico possono comparire nella cancrena polmonare o nelle bronchiettasie con secreto putrido. I fenomeni clinici dell'empema sono per lo più gravi. Si ha febbre elevata di tipo intermittente, accompagnata da brividi, sudori notturni, prostrazione delle forze, polso frequente, ecc. I segni fisici e radiologici sono quelli d'un versamento pleurico (v. pleurite). Per la diagnosi occorre praticare la puntura esplorativa. Talora l'empiema è saccato in una scissura interlobare, ciò che ne rende più difficile l'accertamento. La cura è chirurgica (toracotomia, drenaggio; v. torace). Talvolta, quando si ritarda l'intervento, il pus può farsi strada nella parete toracica (empyema necessitatis) e venire così all'esterno. Oppure può penetrare nel polmone, e si ha un'improvvisa abbondante espettorazione di pus (vomica) e lo stabilirsi d'un piopneumotorace. Dall'empiema possono aversi processi metastatici, per es. ascesso cerebrale.

Per l'empiema della cistifellea v. calcolosi: Calcolosi biliare.

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