Enciclica

Dizionario di Storia (2010)

enciclica


Lettera apostolica (propr. littera encyclica) indirizzata dal papa ai vescovi di tutto il mondo oppure a quelli di una sola regione, su argomenti riguardanti la dottrina cattolica o particolari situazioni religiose o sociali. Il nome e., che significa «circolare», fu dato ufficialmente da Benedetto XIV, che intitolò la prima lettera del suo pontificato (3 dic. 1740) Epistola encyclica (et commonitoria). Le e., come le bolle, i brevi e i motu proprio pontifici, sono documenti di dottrina cattolica e fonti di diritto ecclesiastico, ma non possono considerarsi come pronunziati ex cathedra, né implicano per sé stesse il privilegio dell’infallibilità. Le e. si distinguono dalle altre lettere pontificie per il carattere generalmente dottrinario e per certi requisiti formali: di solito sono indirizzate «ai venerabili fratelli patriarchi, primati, arcivescovi e vescovi e altri ordinari di luoghi aventi pace e comunione con la Sede apostolica» e «a tutti gli uomini di buona volontà» (uso invalso per talune e. a partire da Giovanni XXIII); segue di regola il nome del papa con le parole: «venerabili fratelli, salute e benedizione apostolica», quindi il testo della lettera. Con le prime due o tre parole di tale testo si designano comunemente le singole e., che in genere sono scritte in latino. Tra le e. più note si ricordano: Rerum novarum (1891), fondamentale per la dottrina sociale del cattolicesimo, in cui pur ribadendo l’avversione al socialismo si propugna, in nome del solidarismo cristiano, l’accordo reciproco tra lavoratori e datori di lavoro e si condanna come ingiusta una eccessiva sperequazione della ricchezza; Mater et magistra (1961), sugli sviluppi della questione sociale alla luce della morale cristiana; Pacem in terris (1963), sul tema della pace e della necessaria collaborazione anche tra uomini di fedi diverse; Laborem exercens (1981) e Sollicitudo rei socialis (1987), ancora su temi sociali e sul lavoro; Centesimus annus (1991) che, pubblicata nel centenario della Rerum novarum, ne sottolinea il valore permanente rileggendo i suoi contenuti nella nuova situazione sociale e politica.

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