Berlinguer, Enrico

Dizionario di Storia (2010)

Berlinguer, Enrico


Politico (Sassari 1922-Padova 1984). In contatto dal 1937 con gruppi antifascisti, nel 1943 aderì al Partito comunista italiano. Nell’immediato dopoguerra diresse il Fronte della gioventù, prima a Milano e poi a Roma. Nel 1945 entrò nel comitato centrale del PCI e nel 1948 nella direzione; dal 1949 al 1956 fu segretario generale del Movimento giovanile comunista. Deputato dal 1968, fu eletto vicesegretario del PCI nel 1969 (12° congresso) e segretario generale nel marzo 1972 (13° congresso). La sua linea, basata sul perseguimento dell’alleanza tra classe operaia e ceti medi, sull’affermazione del carattere laico del partito e, soprattutto, sulla proposta del «compromesso storico» tra comunisti, socialisti e cattolici, si concretizzò, dopo i successi elettorali del PCI nel 1975-76, nella politica di unità nazionale (ag. 1976-genn. 1979). Dopo la conclusione negativa di tale esperienza, segnata dalla tragica vicenda del rapimento e dell’uccisione del presidente della DC A. Moro a opera delle Brigate rosse, B. cercò di far fronte alla difficile situazione in cui si era venuto a trovare il PCI, accentuata dalla crisi sociale e politica dei primi anni Ottanta, con una riaffermazione del suo carattere alternativo alla DC e con la prosecuzione del suo rinnovamento interno. In campo internazionale, la segreteria B. si è caratterizzata per il crescente distacco del PCI dall’Unione Sovietica (dall’esperienza eurocomunista degli anni Settanta alla dichiarazione del genn. 1982 sull’esaurimento della «spinta propulsiva» della rivoluzione d’ottobre) e per il perseguimento di una sua maggiore integrazione nell’ambito della sinistra europea occidentale.

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